George A. Romero ha cambiato per sempre il modo di  rappresentare gli zombie con La notte dei morti viventi e chiunque si sia misurato con questo genere ha cercato per decenni di ricreare la formula da lui creata. E dopo centinaia di film tutti uguali tra loro, gli zombie hanno inevitabilmente conosciuto un lento declino.

Ma a volte basta poco per ridare verve ai nostri amati mangia cervelli. È successo ad esempio con Train to Busan e ancora con The Cured. Quindi se è vero che molti zombie movie sono stantii e ripetitivi, ce ne sono altri che varrebbe la pena di vedere.

Eccovi quindi la lista dei 9 zombie movie che sfidano le convenzioni del genere.

Seoul Station (Yeon Sang-ho, 2016)

Se c’è un film che ha un debito con La notte dei morti viventi, questo è Seoul Station, prequel di Train to Busan. Questo anime nascone una feroce critica sociale. Così come nel film di Romero quindi, gli zombie simboleggiano le storture e le contraddizioni della società. E dopo aver presentato tutti i classici cliché di questo sottogenere, il regista decide di sovvertire tutto, regalandoci un’esperienza di osservazione nuova.

The Battery (Jeremy Gardner, 2012)

Questo film indipendente segue due ex giocatori di baseball che si ritrovano a percorrere il New England dopo che un’apocalisse zombie si è abbattuta sul mondo. Anche in questo caso vengono rispettate tutte le regole dell’apocalisse zombie perfetta, peccato però non sia uno zombie movie. Il racconto si concentra infatti su Ben e Mickey, i due sopravvissuti all’epidemia. Anche se  non mancano occasionali incontri con i morti viventi, il film è quindi dedicato agli anti-zombie.

Morti e sepolti (Gary Sherman, 1981)

Il film di Gary Sherman è anticonvenzionale per la sua atmosfera cupa e misteriosa. Spetta allo sceriffo di un piccolo villaggio costiero fare luce su una serie di macabri omicidi e sul segreto che gli abitanti custodiscono. La pellicola rende omaggio agli zombie originali e cioè ai morti rianimati con il buon vecchio voodoo. A occuparsi degli effetti speciali un giovanissimo Stan Winston che riesce a rendere più che incisive le scene gore.

28 giorni dopo (Danny Boyle, 2002)

Prima di sconvolgere le convenzioni di fantascienza e horror con Ex Machina e Annientamento, Alex Garland ha voluto cambiare per sempre il nostro modo di intendere gli zombie. Garland e Danny Boyle ci regalano così uno delle più rovinose disfatte della società. Un virus che provoca una rabbia furiosa e che si diffonde come un incendio rende decisamente più ardua la lotta per la sopravvivenza.

L’alba dei morti dementi (Edgar Wright, 2004)

Quella di Edgar Wright non è stata la prima commedia zombie, ma è stato il primo film a conferire ai non morti un fascino mainstream. La pellicola gioca con gli stilemi del genere e riesce a insegnare tutto quello che c’è da sapere sugli zombie utilizzando un umorismo pungente. Rendendo quindi omaggio ai film che lo hanno preceduto, e allo stesso tempo usando un linguaggio che è riuscito a catturare il mercato di massa, L’alba dei morti dementi ha aperto la strada a molte commedie horror e all’infinità di zombie movie che sono seguiti.

Pontypool – Zitto… o muori (Bruce McDonald, 2009)

È Tony Burgess stesso a scrivere l’adattamento del suo romanzo. L’approccio al racconto di questo horror a basso budget è lo stesso che H.G. Wells utilizza in La guerra dei mondi. Lo speaker radiofonico Grant Mazzy è bloccato all’interno della stazione radio mentre fuori imperversa una bufera di neve. Da qui viene a sapere di un misterioso virus che si sta diffondendo nella piccola città di Pontypool ed è solo per mezzo delle parole che Mazzy racconta l’intensità e la drammaticità dell’epidemia zombie.

Deadgirl (Marcel Sarmiento e Gadi Harel, 2008)

Due adolescenti, intenti a distruggere ciò che resta di un vecchio manicomio abbandonato, trovano una ragazza nuda, incatenata a un tavolo e coperta da un telo di plastica in una delle stanze. Non è morta, è una non morta. Il modo in cui i ragazzi decidono di gestire la scoperta dà vita a un horror cupo e disturbante. Il film mostra solo uno zombie che presto guadagna la sincera comprensione degli spettatori, visto quello che i due ragazzi hanno in serbo per lei. Lo sceneggiatore Trent Haaga ci conferma che la mostruosità appartiene agli uomini.

Re-Animator (Stuart Gordon, 1985)

Liberamente ispirato al racconto Herber West, rianimatore di H.P. Lovecraft, il film di Stuart Gordon nasce dal desiderio di fare un omaggio al dottor Frankenstein mentre la cinematografia è inondata da pellicole dedicate a Dracula. Anche se i morti riportati in vita hanno diversi aspetti in comune con i classici zombie, il vero protagonista del film è il dottor Herbet West, lo scienziato pazzo che non può non ricordare lo stimato collega dottor Frankenstein. 

[Rec] (Jaume Balaguero e Paco Plaza, 2007)

Pur partendo da un’idea non così originale, Paco Plaza e Jaume Balaguero riescono a rinnovare questo genere ormai inflazionato. Abbiamo visto rifiuti tossici, detriti spaziali, rituali voodoo ed epidemie virali come causa dell’apocalisse zombie. Anche [Rec] sembra basare tutto sull’epidemia virale fino a quando il finale non cambia tutto e resta davvero poco di già visto. Sfruttando un espediente narrativo ben consolidato quindi, i due registi riescono a sovvertire le regole del gioco.