George A. Romero ha cambiato per sempre il modo di rappresentare gli zombie con La notte dei morti viventi e chiunque si sia misurato con questo genere ha cercato per decenni di ricreare la formula da lui creata. E dopo centinaia di film tutti uguali tra loro, gli zombie hanno inevitabilmente conosciuto un lento declino.
Ma a volte basta poco per ridare verve ai nostri amati mangia cervelli. È successo ad esempio con Train to Busan e ancora con The Cured. Quindi se è vero che molti zombie movie sono stantii e ripetitivi, ce ne sono altri che varrebbe la pena di vedere.
Eccovi quindi la lista dei 9 zombie movie che sfidano le convenzioni del genere.
Seoul Station (Yeon Sang-ho, 2016)
![](https://www.horrormagazine.it/imgbank/fullpage/201809/14865-zombie.jpg)
Se c’è un film che ha un debito con La notte dei morti viventi, questo è Seoul Station, prequel di Train to Busan. Questo anime nascone una feroce critica sociale. Così come nel film di Romero quindi, gli zombie simboleggiano le storture e le contraddizioni della società. E dopo aver presentato tutti i classici cliché di questo sottogenere, il regista decide di sovvertire tutto, regalandoci un’esperienza di osservazione nuova.
The Battery (Jeremy Gardner, 2012)
![](https://www.horrormagazine.it/imgbank/fullpage/201809/14866-zombie.jpg)
Questo film indipendente segue due ex giocatori di baseball che si ritrovano a percorrere il New England dopo che un’apocalisse zombie si è abbattuta sul mondo. Anche in questo caso vengono rispettate tutte le regole dell’apocalisse zombie perfetta, peccato però non sia uno zombie movie. Il racconto si concentra infatti su Ben e Mickey, i due sopravvissuti all’epidemia. Anche se non mancano occasionali incontri con i morti viventi, il film è quindi dedicato agli anti-zombie.
Morti e sepolti (Gary Sherman, 1981)
![](https://www.horrormagazine.it/imgbank/fullpage/201809/14867-zombie.jpg)
Il film di Gary Sherman è anticonvenzionale per la sua atmosfera cupa e misteriosa. Spetta allo sceriffo di un piccolo villaggio costiero fare luce su una serie di macabri omicidi e sul segreto che gli abitanti custodiscono. La pellicola rende omaggio agli zombie originali e cioè ai morti rianimati con il buon vecchio voodoo. A occuparsi degli effetti speciali un giovanissimo Stan Winston che riesce a rendere più che incisive le scene gore.
28 giorni dopo (Danny Boyle, 2002)
![](https://www.horrormagazine.it/imgbank/fullpage/201809/14868-zombie.jpg)
Prima di sconvolgere le convenzioni di fantascienza e horror con Ex Machina e Annientamento, Alex Garland ha voluto cambiare per sempre il nostro modo di intendere gli zombie. Garland e Danny Boyle ci regalano così uno delle più rovinose disfatte della società. Un virus che provoca una rabbia furiosa e che si diffonde come un incendio rende decisamente più ardua la lotta per la sopravvivenza.
L’alba dei morti dementi (Edgar Wright, 2004)
![](https://www.horrormagazine.it/imgbank/fullpage/201809/14869-zombie.jpg)
Quella di Edgar Wright non è stata la prima commedia zombie, ma è stato il primo film a conferire ai non morti un fascino mainstream. La pellicola gioca con gli stilemi del genere e riesce a insegnare tutto quello che c’è da sapere sugli zombie utilizzando un umorismo pungente. Rendendo quindi omaggio ai film che lo hanno preceduto, e allo stesso tempo usando un linguaggio che è riuscito a catturare il mercato di massa, L’alba dei morti dementi ha aperto la strada a molte commedie horror e all’infinità di zombie movie che sono seguiti.
Pontypool – Zitto… o muori (Bruce McDonald, 2009)
![](https://www.horrormagazine.it/imgbank/fullpage/201809/14870-zombie.jpg)
È Tony Burgess stesso a scrivere l’adattamento del suo romanzo. L’approccio al racconto di questo horror a basso budget è lo stesso che H.G. Wells utilizza in La guerra dei mondi. Lo speaker radiofonico Grant Mazzy è bloccato all’interno della stazione radio mentre fuori imperversa una bufera di neve. Da qui viene a sapere di un misterioso virus che si sta diffondendo nella piccola città di Pontypool ed è solo per mezzo delle parole che Mazzy racconta l’intensità e la drammaticità dell’epidemia zombie.
Deadgirl (Marcel Sarmiento e Gadi Harel, 2008)
![](https://www.horrormagazine.it/imgbank/fullpage/201809/14871-zombie.jpg)
Due adolescenti, intenti a distruggere ciò che resta di un vecchio manicomio abbandonato, trovano una ragazza nuda, incatenata a un tavolo e coperta da un telo di plastica in una delle stanze. Non è morta, è una non morta. Il modo in cui i ragazzi decidono di gestire la scoperta dà vita a un horror cupo e disturbante. Il film mostra solo uno zombie che presto guadagna la sincera comprensione degli spettatori, visto quello che i due ragazzi hanno in serbo per lei. Lo sceneggiatore Trent Haaga ci conferma che la mostruosità appartiene agli uomini.
Re-Animator (Stuart Gordon, 1985)
![](https://www.horrormagazine.it/imgbank/fullpage/201809/14872-zombie.jpg)
Liberamente ispirato al racconto Herber West, rianimatore di H.P. Lovecraft, il film di Stuart Gordon nasce dal desiderio di fare un omaggio al dottor Frankenstein mentre la cinematografia è inondata da pellicole dedicate a Dracula. Anche se i morti riportati in vita hanno diversi aspetti in comune con i classici zombie, il vero protagonista del film è il dottor Herbet West, lo scienziato pazzo che non può non ricordare lo stimato collega dottor Frankenstein.
[Rec] (Jaume Balaguero e Paco Plaza, 2007)
![](https://www.horrormagazine.it/imgbank/fullpage/201809/14873-zombie.jpg)
Pur partendo da un’idea non così originale, Paco Plaza e Jaume Balaguero riescono a rinnovare questo genere ormai inflazionato. Abbiamo visto rifiuti tossici, detriti spaziali, rituali voodoo ed epidemie virali come causa dell’apocalisse zombie. Anche [Rec] sembra basare tutto sull’epidemia virale fino a quando il finale non cambia tutto e resta davvero poco di già visto. Sfruttando un espediente narrativo ben consolidato quindi, i due registi riescono a sovvertire le regole del gioco.
Aggiungi un commento
Fai login per commentare
Login DelosID