Il Centre for Fortean Zoology, così chiamato in omaggio a Charles Fort (catalogatore di stranezze e misteri naturali in opere come Il libro dei dannati, edito da Armenia nel 2001), è un’organizzazione inglese che si occupa di criptozoologia, ovvero della ricerca e lo studio di animali sconosciuti. Promotore di attività di ricerca in tutto il mondo, il gruppo ha annunciato un’imminente spedizione privata in Mongolia sulle tracce del cosiddetto mongolian death worm, leggendario e pericoloso animale, tra il verme e il serpente, che abiterebbe le distese ai margini del deserto di Gobi.

Lunga un metro e mezzo circa, larga quanto il braccio di un uomo, la creatura è nota alle tribù nomadi mongole con il nome di allghoi khorkhoi, che si potrebbe rendere come “verme budello”, a causa della sua rassomiglianza con l’intestino dei bovini. Dello stesso colore rossastro del sangue rappreso, a volte con macchie più scure, il khorkhoi viene descritto in qualche caso con appendici appuntite su entrambe le estremità, mentre la sua testa sarebbe indistinguibile dalla coda a causa dell’atrofia degli occhi, con bocca e narici non visibili.

La grossa serpe vermiforme sarebbe inoltre tanto pericolosa per uomini e bestiame quanto repellente d’aspetto, in grado, secondo i nativi, di sputare un veleno letale a notevole distanza.

L’animale vivrebbe nel sottosuolo, nelle zone desertiche in cui crescono le caratteristiche piante del saxaul, manifestandosi principalmente nei due mesi più caldi dell’anno per uscire in superficie quando il terreno è bagnato dalla pioggia.

Le prime notizie sullo strano essere si diffusero in occidente nel 1926, attraverso il libro On the Trail of Ancient Man del paleontologo americano Roy Chapman Andrews, ben poco convinto dalle storie di mostri ascoltate in Mongolia. “Nessuno dei presenti aveva mai visto la creatura”, scrive infatti il professor Andrews. “Eppure ognuno di essi credeva fermamente nella sua esistenza, descrivendola nei dettagli”.

Secondo il progetto del Centre for Fortean Zoology, condotto dal quarantaseienne Jonathan Downes, fondatore del centro e autore di libri in argomento, la spedizione dovrebbe avventurarsi nell’area di Noyon, ai limiti del Gobi, nel sud della regione: sarebbe l'ideale proseguimento delle ricerche condotte in zona nel 2003 dallo statunitense Adam Davis, e in precedenza dal ceco Ivan Mackerle nel 1990 e 1992, sulle tracce di un mito e di una possibile una nuova specie.