All’indirizzo www.dougbradley.co.uk, ovvero la pagina ufficiale dell’attore Doug Bradley, è possibile (cliccando sulla pericolosissima scatola di Lemarchand), dare un’occhiata al trailer di Hellraiser: Deader, ennesimo film ispirato ai personaggi creati da Clive Barker.

Questa volta la storia ruota intorno a una giornalista inglese che, recatasi a Bucarest per indagare su una setta che pratica il suicidio rituale, i “Deader”, rimane incastrata in un infernale andirivieni tra la vita e la morte, tra la realtà e l’allucinazione.

Il filmato sembra preludere a una sorta di The Ring in salsa britannica, o - più brutalmente - all’ennesimo “tarocco” come-impone-la-moda. Certo: è assurdo giudicare un film sulla base di poche immagini, ma dopo le deludenti prove offerte con gli ultimi episodi della serie, che hanno del tutto snaturato lo spirito carnografico-sadomaso del creatore a favore di un scialbo pensiero binario bene/male, realtà/illusione, peccato/punizione (e parliamo soprattutto di Hellraiser 5: Inferno), l’ottimismo è davvero scarso. Cosa aspettarsi ancora da una serie che ha progressivamente ridotto la presenza dei Cenobiti e del corpo dilaniato, torturato, scorticato, per abbondare invece di costruttive e molto moralistiche esperienze post-mortem?

Un momento di Hellraiser: Deader
Un momento di Hellraiser: Deader
Infatti, purtroppo per il regista, Rick Bota, e del comunque bravo Doug Bradley, l’opera di demolizione del fascino crudele dei primi film (e del racconto originale di Barker, Schiavi dell’Inferno) è costata parecchio in termini di popolarità al franchise, tanto che anche Hellraiser: Deader, come il predecessore, verrà distribuito direttamente sul mercato dell’home video, a partire dal 7 giugno, senza alcuna speranza di approdare nelle sale. Ma chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Non dimentichiamo che Bota è il responsabile di quel Hellraiser: Hellseeker (sesto episodio, inedito in Italia) che tanto ha contribuito (al pari dell’ingiustificabile Inferno di Scott Derrickson) a esasperare i fan.

Da “amanti” di Pinhead, ovviamente, ci auguriamo vivamente di dover fare ammenda per tanto scetticismo e poter esaltare un ritorno alle origini della serie. Purtroppo, però, gli “esperti di marketing” che vogliono più thriller, più Sesto Senso, più robe strane tra realtà e fantasia tipo Matrix avranno colpito ancora... un dato su tutti? La presenza in veste di sceneggiatore di “Mr. Yes” Neal Marshall Stevens, responsabile di uno dei film horror più brutti di sempre: I 13 Spettri. Quindi mettiamoci il cuore in pace, e incrociamo le dita perché Barker riesca finalmente a realizzare il suo Tortured Souls.