Una piccola frazione del comune di Ferrara è la sede di una struttura tra le più sinistre e infestate d’Italia: l’ex Manicomio di Aguscello.

I primi documenti che attestano l’esistenza dell’edificio risalgono al 1870, anno in cui i fratelli Pareschi lo acquistarono a un’asta pubblica. Nel 1896 la proprietà passa in mano a tale signor Lombardi, dal 1900 al 1933 il complesso cambia proprietario in media ogni tre anni. L’ultimo possessore di cui si hanno notizie certe è la signora Amelia Guerra, moglie del dottor Giovanni Bernardi, che converte lo stabile – fino a quel momento adibito a residenza privata – in un ospedale per malati di tubercolosi. Nel 1940 la Croce Rossa compra la struttura e la trasforma in un ospedale psichiatrico per bambini di età inferiore ai 13 anni.

La Croce Rossa gestisce il pedagogico per 30 anni, fino all’improvviso abbandono avvenuto nel 1970. Secondo la tradizione popolare, quello che accadde negli anni di attività del manicomio ha dell’orribile. Si racconta che l’edificio fosse gestito da suore che non avevano particolare cura dei bambini, sottoposti anzi a torture fisiche e mentali. 

Non c’è uniformità tra le teorie che giustificherebbero l’improvvisa scomparsa dei bambini qualche anno prima della chiusura del manicomio. L’ipotesi più accreditata parla di un incendio che avrebbe messo fine alla vita di tutti gli ospiti, rinchiusi dalle suore agli ultimi piani dell’edificio.

Un’altra teoria ha come protagonista un bambino colpito da una grave forma di schizofrenia, Filippo Erni. Stremato dai severi metodi educativi, il piccolo avrebbe ucciso alcuni suoi compagni e alcune suore, prima di venire rinchiuso all’ultimo piano del manicomio. Dall’unica finestra della stanza si sarebbe lanciato in preda alla disperazione, trovando infine la morte. Il manicomio sarebbe quindi stato chiuso in seguito a quest’incidente ma lo spirito di Filippo si aggira ancora oggi nel giardino della tenuta di cui è prigioniero per l’eternità.

Un’ultima ipotesi farebbe coincidere la chiusura della struttura e la morte dei suoi ospiti con lo scoppio di una grave epidemia virale non arginata dal personale che, dopo aver sepolto i corpi in fosse comune, se la sarebbe data a gambe.

Il custode del manicomio stesso, che abitava in una casa adiacente all'edificio, sarebbe scomparso in circostanze misteriose prima che il complesso chiudesse. 

Quale che sia la causa della morte dei bambini, secondo le testimonianze degli abitanti di Aguscello e dei turisti del macabro, ancora oggi si possono sentire i lamenti delle piccole anime decedute all’interno dell’ex manicomio.