Dopo i precendenti incontri con  Jeffrey Dahmer , Edward Gein e Armin Meiwes, e il terribile Andrej Čikatilo, continuiamo l'esplorazione delle inquietanti personalità dei veri cannibali.

Albert Fish nasce a Washington 19 maggio 1870. Il suo vero nome era Hamilton.

Essendo stato uno degli assassini più crudeli e sconvolgenti che la storia ricordi, si è guadagnato un ampio numero di soprannomi sinistri. È infatti noto sia come Vampiro di Brooklyn, che come l'Uomo grigio, o come il Lupo mannaro di Wysteria o Il Maniaco della Luna.

Fu un pedofilo e uno stupratore, oltre che cannibale. Era violento e oltremodo depravato.

Torturava, uccideva e mangiava bambini per via di vari disturbi sessuali. Il male che faceva agli altri, amava cercare di infliggerlo anche a se stesso. Nella sua famiglia quasi tutti soffrivano di malattie mentali. Questo però non dissuase i genitori, Randall e  Ellen Fish, dal mettere al mondo quattro figli. Oltre a Hamilton, che era il più piccolo, i fratelli Fish erano Walter, Annie e Edwin.

Randall e Ellen Fish
Randall e Ellen Fish

Nel 1975, alla morte del padre, la madre che non era in grado economicamente di badare al figlio minore, lo diede in affido a un orfanotrofio. Qui Hamilton venne maltrattato, frustato e bastonato, scoprendo che provava piacere subendo dolore fisico.

Cambiò il nome in Albert. Per quello vero lo prendevano in giro chiamandolo Ham and Eggs.

Nel 1879 torna con la madre che nel frattempo ha trovato un lavoro, ma inizia anche a praticare la coprofagia, a frequentare i bagni pubblici per guardare i ragazzi nudi e nel 1882, a 12 anni, comincia una relazione omosessuale.

Nel 1890 si trasferisce a New York dove si prostituisce e prende a violentare una lunga serie di ragazzi, per lo più sbandati e vagabondi in modo da farla sempre franca.

Nel 1898 si sposa grazie all'intervento della madre. Con la moglie mise al mondo sei figli: Albert, Anna, Gertrude, Eugene, John, ed Henry. Il tutto  senza mai smettere di abusare di altri giovani. Il matrimonio non dura molto, la moglie lo abbandona e gli lascia i figli, per un altro uomo, John Straube, un tuttofare dalla famiglia Fish.

Per questa umiliazione Fish impazzisce completamente: comincia a sentire le voci, diventa un invasato religioso e ha varie allucinazioni che lo porteranno anche in manicomio, ma per breve tempo.

Albert crede che Dio gli abbia dato l'ordine di espiare i suoi peccati attraverso punizioni corporali e sacrifici umani di bambini e diviene un killer cannibale.

Secondo la sua strana interpretazione del messaggio divino avrebbe dovuto torturare e castrare gli altri, oltre che farsi del male in ogni modo possibile. Arrivò persino a obbligare i figli a frustarlo fino a farlo sanguinare. Poi cominciò a infilarsi aghi in ogni posto. Una radiografia ne mostra 29 infilati nella zona del bacino.

Il bacino di Fish con gli aghi
Il bacino di Fish con gli aghi

Nel 1903 verrà arrestato per appropriazione indebita. In carcere ebbe molti rapporti sessuali coi detenuti.

Nel 1910 comincia a uccidere. La vittima è un uomo adulto, l'unico dell'elenco,  si chiama Thomas Bedden. Nel 1919 a Georgetown accoltellò un altro ragazzo, con problemi di ritardo mentale.

Uccide il primo bambino il 15 luglio 1924, è Francis X. McDonnell, 8 anni. Stava giocando sul portico di casa. Lo prende a bastonate e lo strangola con le bretelle. Fish disse, dopo l'arresto, di aver prelevato dal suo corpo le orecchie e il naso e di averle mangiate.

11 febbraio 1927 Billy Gaffney, 4 anni, sta giocando davanti casa, con amico Billy Beaton, quando viene rapito da Fish.

La spiegazione che il bambino superstite darà è che Billy sia stato rapito dall'uomo nero, che descrive come vecchio, snello, con baffi e capelli grigi. Fish verrà riconosciuto da un autista di bus, che proprio quel giorno,  lo vide cercare di calmare la sua futura vittima che stava facendo i capricci.

Il corpo di Gaffney non fu ritrovato. La madre della vittima Elizabet,  visitò Fish nel carcere di Sing Sing per ottenere più dettagli sulla morte del figlio. Purtroppo li ebbe. Albert confessò di averlo portato in una casa solitaria e di averlo legato mani e piedi e lasciato così una notte. Il giorno seguente il mostro ritornò dal piccolo e lo fece a pezzi, strappandogli varie parti del corpo mentre era ancora in vita. Una volta ucciso, ne bevve in sangue e lo macellò, si liberò del corpo sezionato, buttandolo in un fiume. Tornò a casa e ne mangiò la carne. Questo è quello che raccontò alla povera donna: 

"Mangiai la parte del suo corpo che mi piaceva di più. Il suo pisellino e le palline (His monkey and pee wees) e un bel piccolo posteriore grasso da arrostire nel forno e mangiare. Feci uno stufato con le sue orecchie, il naso, pezzi della faccia e della pancia. Misi cipolle, carote, rape, sedano, sale e pepe. Era buono."

La mostruosità continua.

Nel 1928, la terribile sorte toccò alla piccola Grace Budd, 10 anni.  Il fratello della

Grace Budd
Grace Budd

piccola mise un articolo per cercare lavoro su un giornale, la famiglia era povera. All'annuncio rispose Albert. Si presentò come un industriale che voleva aiutarlo, con l'idea di ucciderlo ma vedendo Grace la preferisce.  Ottenne dai genitori stessi la possibilità di allontanarsi con la ragazza e non tornò mai più. La polizia per la sparizione arrestò un innocente, Charles Edward Pope.

Sarà in seguito, nel 1934, che Fish spedirà alla famiglia Budd questa lettera, zeppa di errori grammaticali, di cannibalismo e di tutta la sua orribile follia:

"Cara Signora Budd. Nel 1894 un mio amico, John Davis, s'imbarcò come marinaio sulla Steamer Tacoma. La nave salpò da San Francisco per Hong Kong, Cina. Arrivati lui ed altri due sbarcarono e andarono a bere. Quando ritornarono la nave era partita. A quell'epoca c'era la carestia in Cina. La carne, di ogni tipo, andava da 1 a 3 dollari a libbra. Talmente era grande la sofferenza tra le persone molto povere che tutti i bambini sotto i dodici anni venivano venduti come cibo allo scopo di evitare di far morire di fame gli altri. Un ragazzo o una ragazza sotto i quattordici anni non era al sicuro per strada. Potevate andare in qualsiasi negozio e chiedere una bistecca, delle braciole o della carne stufata. Parti del corpo nudo di un ragazzo o di una ragazza sarebbero state tirate fuori e il pezzo che volevate sarebbe stato tagliato. Il posteriore di un ragazzo o di una ragazza, che è la parte più dolce del corpo, era venduta come costoletta di agnello e data via al prezzo più alto. John rimase lì così a lungo che prese ad apprezzare il gusto della carne umana. Al suo ritorno a N.Y. rapì due bambini, uno di 7 e l'altro di 11 anni. Li portò a casa sua, li spogliò e li legò nudi in un ripostiglio. Poi bruciò ogni cosa avessero addosso. Molte volte, giorno e notte, li sculacciava e li torturava per rendere la loro carne buona e tenera. Per primo uccise il ragazzo di undici anni, perché aveva il culo più grasso e ovviamente più carne su di esso. Ogni parte del suo corpo fu cucinata e mangiata eccetto la testa, le ossa e le budella. Fu arrostito nel forno (tutto il suo culo), bollito, grigliato, fritto e stufato. Il ragazzino più piccolo fu il prossimo, andò allo stesso modo. All'epoca, vivevo al 409 E 100 St., lato destro. Lui mi disse così spesso quanto era buona la carne umana che decisi di provarla. La domenica del 3 giugno 1928 vi chiamai al 406 W 15 St. Vi portai del formaggio fresco e delle fragole. Pranzammo. Grace si sedette sul mio grembo e mi baciò. Decisi che l'avrei mangiata. Con la scusa di portarla ad una festa. Diceste che sarebbe potuta venire. La portai in una casa vuota a Westchester che avevo già scelto. Quando arrivammo lì, le dissi di rimanere fuori. Si mise a raccogliere fiori di campo. Andai al piano di sopra e mi strappai tutti i vestiti di dosso. Sapevo che se non l'avessi fatto si sarebbero macchiati del suo sangue. Quando tutto fu pronto andai alla finestra e la chiamai. Allora mi nascosi in un ripostiglio fino a che non fu nella stanza. Quando mi vide tutto nudo cominciò a piangere e provò a correre giù per le scale. L'afferrai e lei disse che l'avrebbe detto alla sua mamma. Per prima cosa la spogliai. Lei scalciava, mordeva e graffiava. La soffocai fino ad ucciderla, poi la tagliai in piccoli pezzi così avrei potuto portare la mia carne a casa. La cucinai e la mangiai. Come era dolce e tenero il suo piccolo culo, arrostito nel forno. Mi ci vollero nove giorni per mangiarne l'intero corpo. Non l'ho scopata anche se avrei potuto se lo avessi voluto. Morì vergine."

Questa lettera lo fece, finalmente, catturare.

La polizia risalì al luogo di spedizione e trovò Albert Fish, lo arrestò e lo rinchiuse nel carcere di  Sing Sing.

L' 1 marzo del 1935 iniziò il processo e vennero alla luce delle pazzesche, sadiche e sanguinose confessioni: si vantò addirittura di aver molestato più di 400 bambini e di averne uccisi più di 100!

Gli psichiatri confermarono il feticismo sessuale di Fish, includendo coprofilia, urofilia, pedofilia e masochismo, ma queste malattie non rendono l'uomo infermo di mente.

La giuria lo giudicò sano e colpevole e lo condanna a morte mediante sedia elettrica.

Albert Fish sulla sedia elettrica
Albert Fish sulla sedia elettrica

La pena fu eseguita il 16 gennaio del 1936, e Albert aiutò i suoi carcerieri a stringere le fibbie della sedia, dicendo loro che la scossa suprema era l’unico dolore che non avesse ancora provato. 

La cattiveria, il sadismo e il masochismo di quest'uomo impossibile lo rendono uno dei cannibali più crudeli che si possano trovare, davvero una belva!

Durante tutto il processo Fish rimase sereno e impassibile: per lui solo Dio poteva giudicarlo ed era certo di non aver fatto nulla di male.

Disse:

"Ciò che io faccio è giusto, altrimenti Dio avrebbe mandato un angelo a fermare la mia mano, come fece a suo tempo con il profeta Abramo."

Nel prossimo appuntamento, tra due settimane, parleremo di un cannibale italiano. Già, perché anche in Italia abbiamo avuto i nostri cannibali!

Non mancate!