Sci Fi (Steel - Premium Gallery sul DTT), il brand dedicato al mondo dell’ignoto, si prepara a festeggiare la notte più terrificante dell’anno con una zombie night da brivido.

In occasione di Halloween, il Canale manderà in onda una programmazione da veri intenditori dell’horror classico con La notte dei morti viventi e L’alba dei morti viventi.

La rassegna sarà inoltre accompagnata dal documentario esclusivo One for the fire: The legacy of “Night of the living dead” (2008, regia di Robert Lucas e Chris Roe), un inedito viaggio nella storia del primo straordinario film di George A. Romero. L’appuntamento con l’horror d’autore è per domenica 31 ottobre a partire dalle ore 22:40.

 

Ma non finisce qui! La programmazione di Halloween sarà presentata da un testimonial d’eccezione: George A. Romero. In occasione del lancio della rassegna sul Canale, il grande maestro dell’horror sarà protagonista di divertenti pillole in cui dispenserà “preziosi” consigli su come difendersi dagli zombie.

 

NIGHT OF THE LIVING DEAD

Titoli in ordine di trasmissione

Domenica 31 ottobre alle ore 22.40: La notte dei morti viventi (1968) – Regia di G. Romero

Lunedì 1 novembre alle ore 00.20: One for the fire: The legacy of 'Night of the living dead'  (2008) - Regia di Robert Lucas e Chris Roe

Lunedì 1 novembre alle ore 02.10: L’alba dei morti viventi (2004)- Regia di Z. Snyder

 

One for the fire: The legacy of “Night of the living dead”

Cimitero di Evans City. Qui tutto ha avuto inizio. Da qui Robert Lucas e Chris Roe ripercorrono la storia de La notte dei morti viventi, capolavoro e riferimento cinematografico del genere horror di tutti i tempi.

Attraverso le preziose testimonianze del regista, George A. Romero, degli attori e del team tecnico, il documentario analizza la vita (turbolenta) di un film che ancora oggi affascina il pubblico mondiale.

«Non pensavo di poter fare alcun film. Io volevo e ci ho provato!» Così George Romero racconta come ebbe inizio la sua carriera cinematografica «Mio zio aveva una 8 millimetri... Lui non sapeva come usarla; ci disse: “Ehi! Ho comprato una cinepresa! Non so come usarla però.” Io ho capito come farlo. Ho amato i film da che mi ricordo ma non avrei mai pensato che avrei potuto farlo per professione.»

Sulle orme del padre (un grafico pubblicitario), Romero frequenta infatti il college per studiare pittura e design. È proprio quello il luogo in cui fa un incontro molto speciale: conosce Rudy Ricci col quale inizia a lavorare alle prime sceneggiature. «Sequestravamo i compagni del corso d’arte per usarli come comparse nei film. Erano gli anni ’57, ’58, ’59 e ’60 – racconta Ricci - ed erano i nostri anni felici.»

Poi la conoscenza con Russell Streiner che ricorda Romero così: «George venne a vedere una mia rappresentazione, credo fosse Tempi brutti per i sergenti, per trovare l’amico Rudy Ricci. È stato un incontro estremamente cerimonioso, George si presentò indossando un mantello: stava passando il suo periodo Jose Ferrer–Cyrano de Bergerac perciò girava in mantello e sparando battute tratte da Cyrano.»

Romero e Streiner diventano partner in affari fondando nel 1961 la casa di produzione “The latent image”: «A quei tempi non c’erano le videocassette ma città grandi come Pittsburgh avevano laboratori cinematografici che elaboravano, sviluppavano e stampavano le pellicole, pellicole cinematografiche anche per i telegiornali.» Romero fa perciò un baratto: «Andavo in questi laboratori e, in cambio dell’accesso e di poterci stare, dicevo “Vi porto le pizze delle notizie alle stazioni TV”, ed è quello che ho fatto perciò ne sapevo di più sull’argomento; in un certo senso sapevo come fare un film.»

Con il passare degli anni, Romero e i suoi soci accumulano equipaggiamento, solidità economica, conoscenza. I tempi sono maturi per realizzare un loro film. Racconta Romero: «Abbiamo messo insieme 10 di noi, 10 amici e abbiamo detto: “Ognuno di noi tiri fuori 600 dollari”. E lo abbiamo fatto tutti: avevamo 6 mila dollari, un po’ di pellicola, abbiamo affittato la fattoria e abbiamo iniziato a girare.»

Nonostante le mille difficoltà e i limiti della “prima esperienza”, il ruolo di ogni membro del team di Romero viene affidato assecondando sostanzialmente le conoscenze e le inclinazioni di ognuno. La direzione del film viene affidata a Romero. Come lui stesso racconta: «La cosa più difficile de La notte dei morti viventi era l’esserne il regista. Non ero per nulla aggressivo, non volevo rompere le scatole. Era come se volessi che le cose accadessero da sole. La cosa più dura è stata dover crescere e dire le cose, del tipo: “No. Metti il carillon qui, non lì”. Questo era complicato: prendere decisioni.»

Judith O'Dea, protagonista del film, racconta: «Ero andata ad Hollywood per sfondare nel cinema. Ero lì da poco quando Karl Hardman mi chiamò e mi disse: “Faremo un film. Perchè non torni e fai un provino?” Ho fatto la mia piccola valigia, sono tornata a Pittsburgh, ho fatto il provino e... il resto è storia, se mi è concesso. Ho avuto il ruolo di Barbra. Mi ha cambiato la vita.»

Una volta ultimato, il film viene presentato alle varie case di distribuzione col titolo La notte dei mangiatori di carne: la Columbia decide di distribuirlo a patto che venisse cambiato il finale. Romero coraggiosamente risponde che l’eroe deve morire. La Columbia allora ritira l’offerta e il film torna ad essere senza una distribuzione. Romero decide di affidarsi ad un venditore che in breve tempo trova un nuovo compratore: Walter Reade.

Il travagliato percorso del film incontra un altro ostacolo: il titolo La notte dei mangiatori di carne deve essere sostituito. «Quel che è successo – racconta Romero – è che c’era un film uscito in quegli ultimi anni che si chiamava I mangiatori di carne quindi il distributore ci suggerì di cambiare il titolo con La notte dei morti viventi.» Romero, ancora produttore amatoriale, accetta senza accorgersi che, tolto il vecchio titolo, era stato eliminato anche il relativo copyright: ancora oggi La notte dei morti viventi è di dominio pubblico.

Sono passati 40 anni dall’uscita del film e, ancora oggi, La notte dei morti viventi è considerato un classico del genere horror. Come afferma Russell Streiner: «Abbiamo raccontato la storia migliore che eravamo in grado di raccontare in un film. I fan lo hanno reso un classico.»