Affermato autore di libri d’illustrazioni artistiche (molte suoi lavori sono stati utilizzati nei film di Harry Potter e Hellboy), lo statunitense Wayne Barlowe esordisce nel campo della narrativa con il romanzo Il demone di Dio.

Tema dell’opera è l’Inferno biblico, luogo che, oltre ad aver affascinato e terrorizzato miriadi di persone, ha ispirato il genio di grandissimi scrittori, come Dante Alighieri con l’immortale Divina commedia, e John Milton con l’indimenticabile Paradiso perduto.

Proprio da quest’ultimo titolo Barlowe ha tratto ispirazione per il suo romanzo, ricalcando gli scenari visti nel poema miltoniano. A differenza però dell’opera dell’autore inglese, focalizzata sulla caduta di Lucifero e degli angeli ribelli, Barlowe ci presenta un inferno in pieno sviluppo, costituto da mastodontiche città edificate interamente con le anime dei dannati (sì, avete letto bene), e capeggiate da vari principi diabolici che si pavoneggiano nel loro dominio.

Tra tutti i demoni però ce n’è uno diverso dagli altri, Sargatanas, il quale, stanco della vita infernale priva di speranza e composta solo da crudeltà e amarezza, si accinge a compiere un’impresa a dir poco impossibile: tentare di essere riammesso in Paradiso, al cospetto di Dio. Ma a ostacolare i piani del buon demone ci sarà Belzebù, erede di Lucifero, che si opporrà a Sargatanas dando vita a una guerra fratricida.

Nonostante cose come diavolo, demoni e inferi siano dei tempi piuttosto abusati in letteratura (e non solo), Barlowe riesce ad affascinare: le descrizioni degli ambienti, raffinate e nello stesso tempo orripilanti, forniscono un affresco dell’inferno sublime, che immerge a pieno regime il lettore nelle sue lugubri atmosfere. Su questo sfondo non sfigurano nemmeno i personaggi, tratteggiati superbamente sia nei tratti somatici sia nella personalità: la loro caratterizzazione è così curata da rendere ogni presenza fondamentale nell’economia della trama.

Dall’altro lato però, l’autore indugia un po’ troppo nel descrivere le vicende a menadito, e chi è abituato ai romanzi scorrevoli e “secchi” potrebbe trovare certi passaggi un po’ pesanti. Tali occasioni sono comunque rare, e vengono compensate dagli epici scontri tra legioni, richiamando alla memoria le battaglie celesti viste nel poema di Milton.

In definitiva, Il demone di Dio si presenta come un romanzo d’ottima fattura, in grado di appassionare fino all’ultima riga. Assolutamente consigliato agli amanti del genere fantasy, e soprattutto a chi ha avuto modo di leggere il capolavoro di John Milton.