Giovane artista austriaca, trasferitasi da piccola con la famiglia in Finlandia, Jenni Tapanila, 27 anni, mostra un grande talento artistico sin dall'infanzia. Sino ai 16 anni ha lavorato con matita e pennelli, creando illustrazioni che però non ha mai voluto pubblicare, per via di una severa auto-critica che da sempre l’accompagna nel suo percorso artistico. Nel 1994 inizia a scattare foto con la macchina fotografica della mamma, senza nessuna conoscenza tecnica della fotografia. Le foto, molto dark ed emo, utilizzavano le stesse idee che aveva già elaborato nei suoi disegni, segno del fatto che, come lei stessa ha sempre dichiarato, Jenni ha bisogno di lavorare su determinate idee e sentimenti, con qualunque mezzo artistico. I suoi miti, in fatto di fotografia, sono sempre stati Bettina Rheims, Erwin Olaf e Sante D'Orazio, artisti per i quali oggi prova un profondo rispetto e che continuano a ispirarla.

Nel corso degli anni, Jenni è diventata l’illustratrice preferita dello scrittore scandinavo Ake Edwardson, autore di una serie di libri che narrano le storie dell’ispettore Erik Winter, pubblicate in tutto il mondo dalla Penguin Books. Due dei titoli emblematici di questa serie, che legano il nome di Jenni Tapanila a quello dello scrittore, sono Never End e Sun and Shadow.

Alcuni dei suoi scatti più famosi sono auto-ritratti che sfruttano la sua

bellezza ambigua e gli occhi chiari che sembrano incatenare l’osservatore a ogni fotografia, ma recentemente Jenni ha iniziato a lavorare anche con le Suicide Girls, gruppo di modelle che ormai negli Stati Uniti è diventato un fenomeno di massa. Le caratteristiche che le rendono “diverse”? Tatuaggi, piercing e un’abbondante dose di esibizionismo.

Per capire l’impatto che Jenni ha avuto sulla cultura dark e gothic basta fare un giro su Myspace: le sue foto sono state usate per decorare le pagine di centinaia di migliaia di account di persone che vogliono orgogliosamente mostrare al mondo la propria appartenenza a questo stile di vita.

Eppure nelle intenzioni di Jenni, almeno a suo dire, non era contemplato il diventare un’icona dei giovani dark. Per lei creare questo tipo di foto, che mischiano quasi sempre sesso e violenza, è un’esigenza fisiologica che ha bisogno di soddisfare per poter vivere una vita normale.

Nonostante il successo che la circonda e i numerosi riconoscimenti ottenuti nel corso della sua carriera, Jenni ci tiene a precisare che non si sente una “big” della fotografia, ma crede di avere ancora molto da imparare. La sua tecnica è impeccabile, così come l'utilizzo della luce, elemento fondamentale nelle sue foto, ma la modestia che l'ha sempre contraddistinta e la sua auto-critica la spingono nonostante tutto a minimizzare il suo enorme talento, al punto che spesso con lei è quasi impossibile utilizzare il termine “artista”.

Allora Jenni, ti va di parlarci dei tuoi progetti futuri?

Diciamo che al momento sto vivendo una fase di stallo: un blocco artistico che mi impedisce di fare foto. E’ estremamente frustrante, ma cosa potrei fare per liberarmene? Ho intenzione di provarle tutte in ogni caso per ritornare in pista, sto facendo un passo alla volta. Già dalla settimana prossima potrei ricominciare… ho in programma una nuova sessione fotografica con le SuicideGirls!

Le Suicide Girls
Le Suicide Girls

Che cosa ne pensi della censura nell'arte? Ti ha mai coinvolta in prima persona?

In questo senso mi sento fortunata, in quanto non sono mai stata troppo nell’occhio del ciclone. Ovviamente dipende anche dal modo in cui ogni artista vuol “vendere” la propria arte. Internet è un mezzo semplice e nuovo per presentare la tua arte al mondo. Alcuni giornali mi hanno contattata per degli articoli che volevano scrivere sulle mie foto, ma poi ad un tratto gli editori hanno cambiato idea perché dicevano che la mia arte è troppo drammatica per il loro pubblico. Non che mi importi molto però, se avessi voluto vendermi diversamente avrei cambiato genere già da un pezzo.

So che non ti piace definirti un'artista, ma non puoi ignorare il fatto che giornali di tutto il mondo continuano a dedicarti copertine e interviste, nonostante come dici tu molti ti hanno delusa e che addirittura su YouTube sono apparsi documentari su di te e sulla tua arte. Come ti senti in proposito?

Credo che a qualunque artista piaccia il fatto che il proprio lavoro venga mostrato e che diventi oggetto di discussione. Sono molto grata a tutti. Significa moltissimo per me che alla gente piaccia quello che faccio e che voglia leggere le mie idee e le mie opinioni. Però come “artisti” (uso questa parola solo e unicamente per te!) non si dovrebbe mai essere dipendenti da questo tipo di successo. Inizia tutto con te e la tua arte in quanto bisogno fisico di tirar fuori determinate immagini, che esse possano piacere oppure no. Se piacciono, allora sei molto fortunato, ma non cambia il modo in cui ti poni nei confronti dell’arte. Ecco, è così che mi sento: molto fortunata e basta.

Viaggi moltissimo in tutto il mondo, spesso per incontrare altri artisti in Asia, America, India e Inghilterra. Credi che sia importante per un artista entrare in contatto con così tante realtà diverse?

be', dipende. Ci sono stati artisti geniali nel corso della storia che non hanno viaggiato affatto, ma io credo che per molti artisti moderni sia diventato naturale voler conoscere altre realtà. Ci sono sempre delle eccezioni ovviamente, ma gli artisti di oggi hanno una mentalità molto aperta… e una bella fetta del loro sapere è basata su quello che vedono con i loro occhi. Non credo che viaggiare sia una vera necessità, visto che Internet riesce a mostrarti un po’ tutto il mondo mentre sei comodamente seduto a casa tua, ma per alcune persone, come me, sembra essere un modo per ispirarsi. Il viaggio per me non è soltanto parte di un processo creativo, è che mi piace in quanto tale e il fatto che io incontri sulla mia strada tanti altri artisti è soltanto un bonus. Posso tranquillamente affermare però che il viaggio mi ha cambiata come persona e che ha molto influenzato la mia arte.

Come artista, permettimi di chiamarti così, per che cosa vorresti essere ricordata?

Se mai fossi ricordata dopo la mia morte (per come la vedo io non ce ne sarebbe bisogno)… diciamo soltanto che verrebbe detto che io ho sempre fatto quello che volevo, senza alcun compromesso. E che ho mischiato elementi della cultura popolare con elementi oscuri in un modo che è riuscito a far provare delle sensazioni alla gente e che gli ha aperto la mente.

I film ti hanno sempre ispirata moltissimo. Se dovessi nominare i tre più bei film horror di sempre, quali sarebbero?

I più bei film horror? Be', il Dracula di Bram Stoker, Il mistero di Sleepy Hollow, Honogurai Mizu (la versione originale asiatica di Dark Water), Alien III, Non aprite quella porta (2003)…

Hai illustrato la copertina del libro di Mark Benecke Vampires Among Us (I vampiri sono tra noi). Ultimamente si parla moltissimo di vampiri, anche grazie a film e libri che li rendono protagonisti. Sei una fan del genere oppure no?

I vampiri sono sempre stati fonte di miti e di grandi storie. Libri, dipinti e film ci mostrano le loro avventure… io non credo di avere niente di aggiungere a tutto ciò, ma posso dire di aver spesso tratto ispirazione dai vampiri. L’intero fenomeno per me è quindi una cosa grandiosa!

Tu adori i gatti e collezioni magneti e qualsiasi altra cosa li raffiguri. Come potresti queste due parti di te, quella cioè che fotografa violenza e sesso e l'altra che invece è così tanto appassionata di gatti?

Sembra che questa cosa stupisca tutti tranne me. Com’è possibile che nel mondo ci siano cose bellissime come dei gattini indifesi, l’amore e la natura, ma allo stesso tempo ci sia così tanto orrore, violenza e dolore? Sembra che le mie foto mi dipingano come una persona aggressiva o piena d’odio… ma io cerco soltanto di fare ricerche ed esperimenti su argomenti che dalla massa vengono considerati spaventosi. Sono solo una ragazza. E apprezzo le cose belle. Be', ovviamente la definizione di bello varia da persona a persona ma per me gattini e coniglietti sono quanto di meglio il mondo abbia da offrire.

Se dovessi confessare tre dei tuoi segreti, dimenticando che ci sono tanti lettori pronti a scoprirli, quali sarebbero?

Ah, allora…

1 – Uno dei primi film horror che ho visto e che mi ha influenzato in modo radicale (in meglio? Ehm…) è stato Prison con Viggo Mortensen. Dopo averlo guardato sono rimasta seduta a letto, la schiena contro il muro, le luci e la radio accese e… non riuscivo ad addormentarmi perché ero terrorizzata. Probabilmente sono crollata alle prime luci dell’alba… avevo circa dieci anni all’epoca.

2- Come se non fosse abbastanza scioccante che io possegga una collezione di oggetti decorati con morbidi gattini, dormo con ben tre peluche che considero i miei figli: Bianca (un coniglietto marrone), Little Tiger (un tigrotto a strisce bianche e nere) e Buena (un coniglietto bianco).

3 – Quando ho letto su un forum di groupies (le ragazze molto disponibili che accompagnano i rocker in tour) che Peter Steele dei Type O Negative è un passivo (dal punto di vista sessuale..)… ecco, è stato in quel momento che il suo sex appeal per me è crollato irrimediabilmente. Credo di essere ancora molto delusa e spero tanto che sia tutta una bugia. Ovviamente vi starete chiedendo come mai la cosa dovrebbe interessarmi? Bella domanda, ma mi avete chiesto un segreto… io sono una ragazza e be'… eccolo qui!

Puoi dare qualche consiglio agli aspiranti fotografi dark che ci stanno
leggendo?

A tutti gli aspiranti fotografi del mondo: per quanto possa sembrare scontato, non esiste nessuna scorciatoia. Continuate a scattare e a scattare.

Riesci a trovare facilmente modelle disposte a farsi fotografare oppure ti è capitato che si siano spaventate nel vedere tutto quel sangue?

Ultimamente mi contattano tantissime modelle che vogliono essere fotografate da me. Quindi credo che no, non siano affatto spaventate!

Che cosa ne pensi di musicisti e artisti controversi come, per esempio, Marilyn Manson, che ama definirsi L’Anticristo?

Essere controversi e fare qualcosa di diverso è generalmente una buona cosa. Personalmente non m’importa se un artista si voglia far chiamare Anticristo o in qualche altro modo. Ho letto la biografia di Marilyn Manson che ha scritto con Neil Strass e ho capito che si tratta di una persona molto intelligente ed espressiva. Quelle cose controverse le mette in campo solo per testare i limiti e trovare nuovi modi per esprimersi, almeno così la vedo io. Non c’è niente di sovrannaturale o di malefico. Non è comunque il mio genere preferito di musica, in ogni caso! Certo, apprezzo il coraggio che ci è voluto per scuotere le coscienze come ha fatto lui…

Il sito di Jenni Tapanila: www.suzi9mm.com

danycaputo@horrormagazine.it