Guida Ai Migliori (e peggiori) fumetti horror made In Italy è il tuo ultimo libro pubblicato da EUS Edizioni (con la prefazione di Stefano “El Brujo” Fantelli) che ripercorre il mondo horror del fumetto Italiano dagli anni 60 a oggi. Com’è nata la passione per questo genere e l’idea di questo progetto?

Da sempre sono un consumatore di fumetti, soprattutto horror. Ricordo ancora quando i miei genitori mi comprarono il primo numero di Splatter! Ero davvero felice, lessi e rilessi quel primo numero per tutta l’estate. Ricordo che aspettavo con impazienza il giorno in cui le scuole sarebbero ricominciate, per far vedere ai miei amichetti questo fumetto. Calcola che io andavo alle private; il primo giorno di scuola volevo portare con me Splatter per farlo vedere anche alla mia maestra, Suor Silvia. Mia madre, vedendomi col fumetto in mano, mi chiese perplessa quali fossero le mie intenzioni. Quando gli spiegai che volevo condividere Splatter con la classe e con Suor Silvia mi disse: “Non è una buona idea”. Io chiesi il perché e lei replicò: “Perché te lo rovinerebbero”. Chiaramente, di fronte ad una “minaccia” del genere, non ci pensai due volte a posare il fumetto. Avevo 8 anni, Splatter non era l’unica lettura. Leggevo Diabolik, Kriminal, Satanik e Dylan Dog. Passavo interi pomeriggi sdraiato sul letto a leggere questi fumetti. Sembravo un folle…

Il libro è stato pubblicato in precedenza nella collana UniversItalia nel 2012 e contiene un gran numero di voci e titoli di fumetti horror: un lavoro colossale e certosino. Cos’è cambiato dall’edizione precedente e quanto hai lavorato all’intero (prima e seconda edizione) progetto?

La prima edizione ha avuto dei problemi di distribuzione e di reperibilità. Già questi sono prodotti di nicchia, se poi la nicchia ha difficoltà nel reperirli è la fine. Così verso la fine dello scorso anno, ho deciso di riprendere in mano il libro per aggiornarlo. Inoltre in questa nuova edizione ho voluto inserire in copertina un’immagine più accattivante, omaggiando un must dei fumetti horror-erotici - Oltretomba - e una veste grafica interna più adatta al tipo di prodotto.

In realtà in questi due anni non è che ci siano stati chissà quante uscite tricolori. Ma solo per lo splendido lavoro della Edizioni Inkiostro di Rossano Piccioni, questo libro andava aggiornato. E poi in questa seconda edizione c’è l’introduzione di Stefano “El Brujo” Fantelli, autore che stimo; ha tante idee straordinarie (vedi El Brujo Grand Hotel, Zombie Paradise e The Cannibal Family) e una gran voglia di fare. Per me sta diventando un punto di riferimento importante, e non nego che a un certo punto avevo abbandonato l’idea di rieditare questo libro, ma anche Fantelli in questo è stato di grande aiuto. Mi ha dato una grande mano nel definirlo fornendomi preziose informazioni che non avevo.

Nell’introduzione distingui tre fasi importanti per la vita dell’horror italiano: quello negli anni ’60 con i fumetti horror erotici come Jacula, Lucifera, Zora la Vampira, poi la rinascita del genere negli anni ’80 con lo strepitoso successo di Dylan Dog e i suoi epigoni come Splatter e Mostri e infine le nuove frontiere dell’horror attuale con opere come Valter Buio e The Cannibal Family. Cosa ci puoi dire in merito?

Sono tre epoche distinte ma che hanno tanto in comune. I fumetti horror erotici forse sono i più importanti, perché hanno avuto un forte impatto sociale e culturale nel nostro Paese. Splatter e Mostri hanno avuto il merito di mostrare il non mostrabile, di andare oltre al buon gusto, realizzando un vero e proprio prodotto politicamente scorretto, in un momento in cui forse il nostro Paese ancora non era pronto per certe storie così estreme.

Dell’ultimo periodo sicuramente The Cannibal Family di Fantelli e Piccioni è il fumetto che maggiormente ho apprezzato, anche se mi scoccia l’idea che questa testata non abbia una richiesta al pari di un Dylan Dog. Insomma, i risultati che sta ottenendo sono ottimi, ma meriterebbe ancora di più. Tu hai citato Valter Buio, una serie che ho apprezzato, forse il lavoro più riuscito di Bilotta. Un horror sofisticato e profondo, ricco di simbolismi. Un vero e proprio prodotto d’autore per palati fini.

 

Ci sono delle opere che ricordi con più interesse e che meritano di essere lette o rilette tra quelle che hai catalogato in questo libro e che ti senti di suggerire ai lettori?

Se parliamo degli ultimi anni, oltre ai due fumetti già citati, una lettura che mi ha lasciato il segno è stata Stria, una storia autoconclusiva pubblicata dalla Bonelli e realizzata sia nei disegni che nella sceneggiatura dal bravissimo Gigi Simeoni. Ho apprezzato anche Goticha, un fumetto distribuito nel 2011 in quattro numeri dalla 7even Age Entertainment, in cui sono state riproposte alcune storie della Acme, oltre che ad inediti. Peccato che questa testata sia passata inosservata.

 

Dove è possibile acquistare il libro e da chi è distribuito?

Il libro è ordinabile nei mail order e acquistabile nelle fumetterie e nelle migliori librerie specializzate. A differenza della prima edizione, che non aveva una distribuzione, questa seconda edizione sarà sicuramente di più facile reperibilità. Anche in questo devo dire grazie a Stefano Fantelli che ha saputo dare dei preziosi consigli a me e all’editore.

 

  Una tua opinione sul panorama horror attuale del fumetto italiano?

Direi positiva. Purtroppo non sono le idee e i lavori di qualità a mancare, ma una risposta dei lettori che spesso non c’è.

Chiamiamola crisi, preferisco pensare a questo tipo di problematica. Ma la verità è un’altra. L’idea che le nuove generazioni non siano affascinate dai fumetti in generale mi rattrista. Recentemente ho presentato questo libro a Romics, ed è stata un esperienza bruttissima, non tanto perché il mio prodotto è passato inosservato, quanto perché vedevo che la fiera era solo un carnevale di costumi, nella migliore delle ipotesi, e di adolescenti seminudi che andavano in giro a fare cori neanche fossero in uno stadio. Sono stato alla presentazione della Star Comics, tanto per fare un esempio, dove dei responsabili hanno presentato le future uscite. Un incontro davvero interessante, eppure in sala eravamo una decina. Ecco questo è un fallimento! Calcolando che parliamo di una fiera che solo quel giorno avrà venduto almeno 80000 biglietti.