Si è conclusa sabato sera a Calcinaia (PI), con grande affluenza di pubblico, la seconda edizione dello Smallmovie Festival, rassegna cinematografica dedicata ai cortometraggi organizzata dal Comune di Calcinaia in collaborazione con l’Associazione Smallmovie.

Due erano le categorie previste: “Italian Short”, per i corti a tema libero, e “Italian Horror”, per i corti a tematica orrorifica. Le opere pervenute - in crescita rispetto all’edizione passata – sono state scremate fino a scegliere i dieci finalisti (cinque per sezione), che sono stati proiettati in sala in versione integrale nel corso della serata, presentata da Giacomo Lucarini.

In qualità di giurata, ho potuto assistere sia alla proiezione dei corti, sia ai dibattiti inerenti le votazioni, accesi ma non troppo. Insieme ai giornalisti Gianluca Pelleschi, Alberto Macaluso e Laura Martini, e gli attori Serena Bilanceri e Matteo Romoli, ho dunque contribuito a decretare i risultati seguenti.

Per la sezione “Italian Short” si è aggiudicato il premio finale Ci vuole un fisico di A. Tamburini, mentre, battendo sul filo del rasoio Oroverde di P. Ferrandini, Margerita di A. Grande e Diritto di morte di L. Di Pasquale, Pre carità di F. Costa ha ottenuto una menzione speciale.

Venendo alla categoria che più ci interessa, non posso tralasciare l’interludio fuori concorso di Anger of the dead, nuovo lavoro di Francesco Picone, tornato dietro la macchina da presa dopo l’acclamato e pluripremiato Io sono morta. Il corto a tema zombie è ricco di spunti e girato con una tecnica che nulla ha da invidiare alle produzioni estere, tanto che i cinque corti seguenti hanno risentito un po’ del paragone.

Se Vai col liscio di P. Paganelli è risultato più che altro un gioco divertente fra personaggi noti, The Path – No Way Out di M. Lamanna è apparso ruotare attorno a un tema un po’ abusato, così come Recording di S. Rossi ha sofferto una costruzione troppo confusa. Il suggestivo Lux di D. Ricci è stato penalizzato da un’idea sviluppata in maniera assai dilatata, tanto che Versipellis di Donatello Della Pepa (sceneggiato con Luca Ruocco e ben interpretato da Lorenzo Pedrotti, Francesco Nappi e Marco Di Stefano) ha vinto quasi all’unanimità. Il corto a tema licantropia e genetica gemellare è riuscito a condensare in pochi minuti un intreccio che potrebbe essere sviluppato con ottimi risultati anche a livello di lungometraggio e sono certa che ne sentiremo ancora parlare (sulle nostre pagine era già stato recensito qui da Gianfranco Staltari).

Augurandomi quindi che iniziative del genere continuino a contribuire alla valorizzazione dell’horror nostrano, ci diamo appuntamento alla prossima edizione!

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