Fazi ha inviato in libreria un nuovo romanzo di Stefano Pastor, un autore molto interessante che dopo aver lavorato per molti anni nel settore del commercio di musica e film ha deciso di diventare scrittore (con Delos Books è stato finalista dell'edizione 2010 del Premio Odissea).

Con Il giocattolaio (2012) l’autore ci presenta un romanzo dove la presenza del male s'insinua nella frattura tra il mondo dei grandi e quello dei piccoli, nutrendosi dei sogni agitati dell'infanzia, per poi balzare nella realtà e diventare qualcosa di concreto, tangibile. Come due mani che ti trascinano via.

L’ambiente è un quartiere desolato di periferia di una grande città che si sta progressivamente svuotando a causa di un inarrestabile processo di speculazione edilizia; i genitori sono sempre assenti e i bambini abbandonati a se stessi. Alcuni spariscono. Quando il cadavere di uno di questi viene rinvenuto con i segni di orribili torture, i sospetti si concentrano su Peter il giocattolaio...

L’autore: 

Stefano Pastor è nato a Ventimiglia nel 1958. Dopo vent'anni passati nel commercio di musica e film, da un paio d'anni ha deciso di dedicarsi alla scrittura. Un primo successo l'ha ottenuto vincendo col romanzo Holiday il Premio Letterario Città di Ventimiglia, pubblicato in seguito dalla Editrice Zona col titolo di Ritorno a Ventimiglia (2010). Col thriller L'Intervista ha vinto il Premio Le Fenici 2010, indetto dalle Edizioni Montag, che l'hanno poi pubblicato in volume. Con CIESSE Edizioni ha pubblicato i volumi Creature e La Correzione, entrambi nel dicembre 2010. Le sue storie sono dei generi più disparati, thriller, fantascienza, fantasy, horror, avventura, drammatico, ma ha una predilezione per il fantastico puro, senza una precisa inquadratura.

La quarta: 

Non si sa molto del passato di Massimo, il bambino di 11 anni appena arrivato nel Quartiere. Accolto in casa dello zio, alcolizzato e violento, Massimo ha subito l'impressione di essere precipitato all'inferno.

Ma il male, quello vero, non si annida tra le mura domestiche. C'è qualcosa, infatti, nel Quartiere; un'energia malefica che si sente sulla pelle, che s'intuisce ma non si vede tra i palazzoni abbandonati e le vie semideserte di quest'area suburbana depressa e grigia, dove diversi bambini sono recentemente spariti senza lasciare traccia. La paura del mostro scivola sulle coscienze degli adulti, arroccati nella loro irriducibile distanza rispetto al mondo dell'infanzia. Soltanto Peter, il gentile titolare di un banco di pegni zeppo soprattutto di giocattoli, sembra in grado di colmare quella distanza e di comunicare davvero con i desideri e le paure dei bambini. Quando il cadavere di uno di questi viene rinvenuto con i segni di orribili torture, i sospetti si concentrano sul giocattolaio. Massimo si rende conto che il prossimo a sparire sarà proprio lui, è la vittima perfetta, quella designata. Nessuno è in grado di aiutarlo, nessuno è in grado di impedire che si compia il suo destino. Nessun adulto, almeno.

Stefano Pastor, Il giocattolaio (2012)

Fazi Editore, pagg. 397, euro 9,90