Il dark, e tutto ciò che gli orbita intorno, è qualcosa di molto più profondo e "radicale" di una moda: è un modo di essere, mai completamente fedele a se stesso e sempre sottilmente coerente, e per questo resistente come il diamante. Che non sembri un paradosso: oggi si può chiamare il dark con altri nomi, come gothic o semplicemente goth, e non fa alcuna differenza. Prima gli si davano altri nomi ancora. Prima che il dark fosse dark, o che Robert Smith emettesse il suo primo vagito, magari, era Decadentismo. Magari la Fosca di Tarchetti, o la Clara di Mirbeau, possono essere considerate antesignane di tutte le Siouxie di questa terra. Il più importante saggio letterario italiano del '900, La carne, la morte e il diavolo di Mario Praz, ci offre, oggi, una chiave di lettura che può essere riassunta in una frase: forse era "dark" anche Edmund Burke. Saranno quindi le radici antiche del dark, sarà il gusto per ciò che è sublime, ma le signore e le signorine che seguono questa "corrente" da sempre danno prova di una femminilità che, molto semplicemente, è impossibile trovare altrove. Trucco curatissimo, attenzione per gli accessori, sapiente equilibrio tra lattice e corsetti antichi, preponderanza dell'elegantissimo nero: non è un caso che dark-lady si offra spontaneamente come sinonimo di fascino e seduzione.

E, tra le dark-lady, una menzione speciale va alle giapponesi, moderne geishe dell'oscurità. Come scrive Maddalena Testoni in un articolo pubblicato su Erbadellastrega.it, "E' straordinario vedere la cura, l'impegno e l'attenzione che i giapponesi mettono in tutto quello che fanno" e aggiunge: potete ben immaginare quanto siano curati i gotici nipponici.

Certo, i giapponesi sono agevolati.

Intanto hanno riviste specializzate come Gothic & Lolita Bible. Questa "bibbia" è una rivista che non offre soltanto spunti, desideri e stile in fatto di abbigliamento, ma illustra il make-up migliore, la pettinatura più consona, gli accessori più adatti, pubblica carta-modelli per i più industriosi, e approndisce la galassia dark dal suo certo alla periferia, dalla musica sino alle ricette culinarie, passando attraverso splendidi fumetti, giocattoli e soprammobili. Per farvi un'idea del tipo di rivista di cui stiamo parlando, date un'occhiata alla galleria in fondo a questa pagina.

Poi i giapponesi hanno i negozi. Scrive sempre M. Testoni: "Al contrario da quanto accade a noi, che per trovare i nostri negozi dobbiamo fare chilometri e spesso sconfinare in Germania o Inghilterra, in Giappone ci sono negozi e accessori gotici anche nei grandi magazzini come Ioio o Setan (molto simile alla nostra Rinascente)". Senza contare le boutique specializzate, che sono numerossime e i cui prodotti farebbero impallidire la più esperta costumista teatrale nostrana.

La domenica mattina, allo Yoyogi Park, un gran numero di ragazze e ragazzine si danno appuntamento e si trasformano. Da schoolgirls a goth lolite: il tutto per divertirsi, per sfogare la loro voglia di eleganza e, perché no, per offrirsi come modelle ai turisti o a Gothic & Lolita Bible in servizi fotografici gratuiti.

Perché, si sa, il vero fascino è pago a se stesso.