Se siete veri fan dell’horror, il nome di George A. Romero sarà per voi sinonimo di mordente denuncia sociale celata dietro la maschera dell’orrore.

Il regista è una leggenda, uno dei pochi artisti che abbia creato un mito in grado di resistere all’usura del tempo e che continua a influenzare cineasti di tutto il mondo.

Land of the dead è il quarto film di una serie, concepita inizialmente come una trilogia, iniziata nel 1968 con La notte dei morti viventi, vera pietra angolare del cinema di genere.

La vicenda si svolge in un mondo decimato dove un pugno di eletti vive in un lussuoso grattacielo autosufficiente, mentre alcuni umani di classe “inferiore” tentano di sopravvivere ai continui assalti degli zombie nelle strade adiacenti, dietro muri protettivi e reticolati elettrificati.

Il film, uscito il 24 giugno nelle sale americane, ha incassato circa 10,2 milioni di dollari al botteghino nel primo fine settimana di programmazione, molto al di sotto dell’esordio del remake di Dawn of the dead che, però, era uscito in un periodo dell’anno molto meno competitivo e con un battage pubblicitario più ampio e mirato. Eguaglia comunque gli incassi ottenuti da 28 giorni dopo, uscito nello stesso periodo dell’anno nel 2003 e, comunque, si piazza quinto in un weekend che ha visto gli esordi di Bewitched, di Herbie e la tenuta di Batman Begins.

Le opinioni della critica sono fortemente contrastanti.

Le orecchiette sono sempre una prelibatezza
Le orecchiette sono sempre una prelibatezza
Da un lato c'è chi già parla di capolavoro e del ritorno del Maestro, dall'altro chi lo considera spazzatura bella e buona, ma l'impressione generale è che serpeggi una certa delusione di fondo e che anche chi lo esalta si arrampichi sugli specchi per nascondere un non so che di amaro.

Per Bob Blackwelder, recensore di Splicedwire, il film: “… non offre niente di nuovo, ma è pervaso dallo stile semplice e diretto di Romero che rende digeribile anche quanto nel film non è convincente.

Anche il trucco e lo stesso modo di comportarsi e di camminare degli zombie è più convincente e terrorizzante di quanto sia dato a vedere nei film di genere”.

Jeffrey Westhoff, Northwest Herald ha scritto:

“Quello che colpisce maggiormente nel film non è tanto la pur splendida realizzazione scenica, ma la stupenda visione speculare presentata da George Romero dell’America post 11 settembre” .

Willie Waffle, Wafflesmovies.com:

“… è elettrizzante vedere un film dell’orrore che miri a qualcosa di più che non il semplice spremere da noi quanti più brividi possibile”

Rob Vaux, Flipside Movie Emporium:

“Per alcuni di noi un film di zombie è sempre quanto di meglio si possa desiderare e in Land of the dead, il più grande “venditore” di zombie fa il lavoro al suo meglio. .

Ferank Swietek, One Guy’s Opinion:

“Niente di più di un film di zombie, ma un film di zombie di prima categoria, buono, pieno di macabro divertimento,

Facciamo il pieno?
Facciamo il pieno?
inscenato con abilità e con un senso dell’umorismo deliziosamente perverso”.

Brent Simon, Now Playing Magazine:

“Il copione di Romero non è esattamente gradevole e delicato, 

ma raggiunge una sorta di divertimento convulso che funziona nell’immediato” .

Dustin Putman, Themovieboy.com:

“Coraggioso, dark e violento senza scusanti, Land of the dead è un film di zombie solido e serio”.

Chuck O’Leary, Fantastica Daily:

“Land of the dead è il peggiore dei quattro film sugli zombie di Romero e appare chiaro che non sarebbe mai dovuto essere girato”. .

Fiore Mastracci, Outtakes with Fiore:

“Una stupidaggine horror al di sotto della media che avrebbe dovuto essere realizzata direttamente per il mercato dei video”

Stefan Halley, Hero Film:

“Affilate le zanne, gente… il maestro è tornato”. .

Scott Weimberg, Efilmcritic.com:

“Land of the dead funziona e, qua e là funziona veramente bene...

ma non è un classico e dubito seriamente che sarà mai considerato tale”.

Emanuel Levy, Emanuellevy.com:

“Questo film riesce sì a ravvivare e aggiornare il genere zombie lanciato dallo stesso Romero ed è pieno di umorismo autoironico,

ma le note di freschezza sono ben poche”.

Brian Juergens, Freeze Dried Movies:

"Una meditazione vivificante e sensata sulla tolleranza che fa benissimo il suo lavoro pur mascherandosi da film di zombie”.

Scott Von Doviak, Fort Worth Star-Telegram:

“Purtroppo fallisce nello sviluppo delle sue pur splendide premesse, raffreddandosi laddove dovrebbe animarsi”.

Fred Topel, About.com:

“Tutti i piccoli tocchi di Romero sono una vera delizia, il regista dimostra quanto si possa essere ancora creativi via via che gli zombie trovano modi sempre nuovi per smembrare la gente”.

Eric D. Snider, Ericdsnider.com:

“Buono ma non eccelso, Romero è stato superato dai suoi stessi imitatori che hanno imparato a fare film di zombie con un’abilità maggiore di quella dello stesso maestro”.

Alex Sandell, Juicy Cerebellum:

“Si sperava che George A. Romero avrebbe salvato il languente genere horror. Invece si è unito allo sfascio”.

James Rocchi, Neteflix:

“L’uomo che ha inventato il moderno film di zombie torna alle sue radici con questo agghiacciante, elettrizzante film horror sul potere e la sopravvivenza”. .

Jon Popick, Placet Sick-Boy:

“Un franchise che dovrebbe essere salvato dalla sua stessa miserevolezza”. .

Moriartry, Ain’t it Cool:

“Non è solo un buon film horror, è proprio un buon film.

Non serve bussare
Non serve bussare
Una satira graffiante sul crescente gap tra abbienti e non abbienti nella nostra cultura”.

Greg Maki, Star-Democrat:

“Qualsiasi cosa Romero abbia deciso di dire viene seppellito da un assordante fuoco di sbarramento ed esplosioni”.

Jeremiah Kipp, Slant Magazine:

“E’ veramente deludente che Land of the dead non sia altro che una stolida ripetizione di ciò che Romero ha già raccontato in Day of the dead”.

Phoebe Flowers, South Florida Sun-Sentinel:

"La recitazione è goffa, la storia inesistente, il finale anticlimatico, ma dato che questo film non è un semplice film di zombie ma è stato realizzato dal maestro degli zombie, è facile dimenticarsi di tali mancanze".