Ho Freddo: intervista a Gianfranco Manfredi

In occasione dell'uscita nelle librerie di Ho Freddo, HorrorMagazine ha intervistato l'autore Gianfranco Manfredi

Leggi l'articolo.

Un libro stupendo. Lo sto leggendo e lo consiglio a tutti, non soltanto agli amanti dell'horror.
E' ormai nota la bravura di Manfredi nel tessere trame che si alimentino di storia filtrataattraverso una grande sensibilità e tutta la tradizione del fantastico di matrice orrorifica.Se Magico Vento cominciava a stare un pò stretto al suo autore, la maturità è arrivata, nelfumetto, con la profondità, l'originalità tematica e la gradeur epica di Volto Nascosto.
Ho Freddo è la consacrazione, la definitiva maturità di un maestro che se fosse americano o (più probabile) inglese sarebbe già miliardario, per le idee e la bravura che possiede. Snobbando tutti gli stereotipi adolescenziali e fantasy che riempiono la letteratura vampirica che al momento spopola,
il testo giunge alle radici di un fenomeno che non smette di affascinare, indagandolo nei suoi risvolti antropologici, medici e, ahimè, profondamente umani. Manfredi non lesina brividi ma non si limita a quelli: caratterizza la sua scrittura dotandola di un enorme sostrato culturale e di uno stile conciliante e coinvolgente figlio del romanzo ottocentesco, prediligendo tuttavia un sottotesto moderno, che mi pare tutto basato sulla lotta tra le brume dell'oscurantismo e la luce della razionalità e del libero pensiero, con
un rovesciamento dei portati religiosi di termini come Luce e Tenebre.
Ringrazio Gargoyle Books, la cui passione si palesa attraverso i libri che pubblica e colgo l'occasione per esprimere un desiderio: mi piacerebbe vedere ripubblicate le introvabili opere di grandissimi autori "dimenticati" come Jean Ray e Montague Rhodes James.

Chiedo scusa per i refusi...

E anche Algernon Blackwood, possibilmente

"...Dunque i generi sono ormai una sopravvivenza, un modo piuttosto vecchio di definire settori di mercato, che potevano indicare qualcosa fin quando esistevano davvero lettori di tendenze e inclinazioni diverse e ben distinte. "
Ma perchè, ora non esistono più ?
Io penso che esistano tuttora, senonchè in Italia li fanno restare un po' a bocca asciutta, o gli vogliono rifilare a tutti i costi altri generi.

Credo he una scrittura di genere che sappia andare anche oltre per trarre respiro da ambiti eterogenei ne possa solo guadagnare. Assieme a chi legge. Un nome x tutti: Ballard.

In certi casi senz'altro ; in altri, magari, il "guadagno" è un qualcosa che non interessa, o mal si accorda con la propria visione della letteratura, o anche della vita. Sono criteri soggettivi.
Il discorso però non è nemmeno tanto questo : ho preso spunto dalla frase di Manfredi solo per fare presente che esiste ancora un pubblico 'di settore' che chiede che un horror sia un horror ( e poi, è ovvio, ogni scrittore lo declinerà a proprio modo...come si diceva prima ), non un noir, un fantasy o che so.