The Orphanage



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Non sono d'accordo nel dire che si arriva alla fine del primo tempo con l'abbiocco, tutt'altro, il film, grazie ad un' attenta sceneggiatura ed alla straordinaria interpretazione della Rueda, mantiene sempre accesa l'attenzione dello spettatore.Non é un capolavoro assoluto del genere ma sicuramente un buon film con qualche difetto (l' ambientazione manierata e la poca incisività degli attori che accompagnano la protagonista) ed una scena sicuramente memorabile (“un-due-tre stella”).

"qui abbiamo solo il dramma psicologico di una madre di fronte alla perdita del figlio e i suoi tentativi di venire a patti col dolore dell'abbandono": non è poco, però

Be', no, non è poco, ma non è quello che ti aspetti da questo film quando ti siedi sulle poltroncine del cinema.
Se pensi a un film horror, ti immagini che affronti dei determinati argomenti e in una certa maniera. The Orphanage invece, tolto il sovrannaturale, potrebbe passare quasi come un normale film "mainstream" (il che non è necessariamente un difetto, beninteso)...

purtroppo the orphanage arriva dopo una sequela di ghost stories da cui prende spunti e ci fornisce troppi rimandi,la regia formale ed elegantissima,forse troppo, esiste solo una ripresa "sporca" in tutto il film,il resto e' fin troppo pulito,la mdp scivola attraverso gli ambienti,gira attorno ai personaggi si muove confortandoci troppo,e questo potrebbe innervosire non poco i fruitori dell'horror contemporaneo,si perche' questa pellicola sfrutta stilemi d'altri tempi,una narrazione rarefatta che ai piu' forse non piacera',quindi d'accordo con la recensione che si pone a mezzavia,io pero' difendo questo cinema,che deve molto a "the others",ma non meno a "la spina del diavolo" dello stesso Del toro,
Che ha l'unica colpa di arrivare dopo "fragile" e "darkness",e di lasciarsi andare ad un esplicito ed eccessivo omaggio al "poltergeist" di Hooper,ma il fascino di questo nuovo cinema spagnolo e' innegabile,e aspetto con ansia altre prove,magari con un'impronta piu' originale,di questo regista.

Sì, in effetti la prima parte del film è fin troppo mainstream, ma nel complesso mi ha soddisfatta. Sarà che amo Del Toro, sarà che mi sembra di averci visto un po' della sua mano, ma l'intreccio è piacevole e si lascia vedere. Quoto la spettacolarità della scena dell' "un-due-tre-tocca la parete", ma anche quella dell'incidente della vecchia non è da meno. Direi che la posizione a metà strada è quella giusta. Ma credo che mi ricorderò questo film meglio di tanti altri che hanno fatto il botto e poi si sono lasciati dimenticare...

Sì, è vero, Irene ha ragione

Ciò che adoro di questo film è l'atmosfera orinica, quasi favolistica, che si mescola sapientemente con le venature horror del film. Il finale non a caso lascia nell'animo dello spettatore un senso di dolce rassegnazione degli eventi ma anche di amarezza per la preannunciata tragedia (come Il Labirinto del Fauno o La Spina del Diavolo).

Un film drammatico ricco di suspance, un amore che va oltre la morte, quello che lega una madre (seppure adottiva) al suo Simon... un "tesoro" nascosto dagli amici immaginari.Non c'è cattiveria nei piccoli rapitori: solo la voglia di giocare ed essere amati. Laura (interpretata egreggiamente) sente che il suo desiderio più grande è stare con il suo bambino... e la morte non è un grande ostacolo basta chiudere gli occhi, esprimere il proprio desiderio e poi... "La casetta, la spiaggia e i bimbi sperduti".
un film semplicemente unico, stupendo.