Autore |
Messaggio |
|
Inviato: Mar, 29 Nov 2005 14:09 Oggetto: Sarah Michelle Gellar: "non mi spoglierò mai" |
|
|
Sarah Michelle Gellar: "non mi spoglierò mai"
Leggi l'articolo. |
|
|
Inviato: Mar, 29 Nov 2005 14:09 Oggetto: ... |
|
|
Snuff 238 Mazend su LOTD:
Citazione: | E’ stato aggiunto un nuovo mattone alla grande muraglia dell’Horror d’autore, un mattone plasmato nella sanguinaria azione e nella mesta vacuità della vita moderna. |
|
|
ranx
«Vrcolac»
Messaggi: 3204 Località : Brasov e Venezia
|
|
|
Inviato: Mar, 29 Nov 2005 16:47 Oggetto: |
|
|
Peccato.
Non ho mai visto un criceto mannaro nudo..
"In un mondo dove i morti tornano in vita, la parola 'problemi' perde molto del suo significato..." |
|
|
|
Gwath
«Abitatore del Profondo»
|
Inviato: Gio, 01 Dic 2005 20:55 Oggetto: Re: Sarah Michelle Gellar: |
|
|
HorrorMagazine ha scritto: | Sarah Michelle Gellar: "non mi spoglierò mai"
Leggi l'articolo. |
Mai dire mai, mia cara Sarah. Mai dire mai.... |
|
|
Inviato: Sab, 03 Dic 2005 14:22 Oggetto: |
|
|
Come se non si sapesse....
e poi non che ci tenga così tanto. |
|
|
Inviato: Sab, 03 Dic 2005 14:39 Oggetto: |
|
|
Ma io una volta ho visto un film in cui lei, come dire, scusate il francesismo, si trombava un ragazzo in un parco (e sto tizio era pure svogliato e distratto)... Ora non ricordo se si vedesse più di tanto, ma mi sembra che almeno il petto d'oca spuntasse fuori... Ho avuto le allucinazioni? Era un falso? Lei sembrava coinvolta e coinvolgente...
Qualcuno ricorda il titolo del film? |
|
|
Inviato: Sab, 03 Dic 2005 16:03 Oggetto: |
|
|
Harward Man? |
|
Gwath
«Abitatore del Profondo»
|
Inviato: Sab, 03 Dic 2005 16:46 Oggetto: |
|
|
cpt. Malcom Reynolds ha scritto: | Harward Man? |
Semmai il titolo è: Harvard Man. |
|
lina94
«Larva»
Messaggi: 16 Località : casa di dracula...
|
Inviato: Gio, 29 Dic 2005 17:39 Oggetto: |
|
|
ma che peccato!!
non ti spoglierai mai? e se ti danno tanti bei quattrini?? |
|
|
Inviato: Gio, 29 Dic 2005 21:52 Oggetto: |
|
|
lina94 ha scritto: | ma che peccato!!
non ti spoglierai mai? e se ti danno tanti bei quattrini?? |
Sgombriamo innanzitutto il campo dagli equivoci. La Gellar non vuole spogliarsi per una sola ragione:
La quantità estremamente limitata di luce prodotta negli scintillatori.
Essa richiede l'uso di rivelatori di luce estremamente sensibili. I tubi fotomoltiplicatori, assieme ai fotodiodi, sono la soluzione ideale a questo problema quando non occorra ricostruire la posizione nella quale é avvenuta l'interazione del fotone.
In uno schema semplificato, il tubo fotomoltiplicatore é costituito, in un contenitore sotto vuoto, da una finestra di ingresso, in genere di quarzo, all'interno della quale si trova uno strato di materiale fotosensibile: il fotocatodo. Questo é accoppiato ad un moltiplicatore di elettroni.
La luce incidente sul fotocatodo, tramite un processo di fotoemissione, produce dal materiale fotosensibile la fuga di elettroni. L'energia necessaria al processo é, per i fotoni blu/violetti tipici di alcuni scintillatori, dell'ordine di qualche eV. perché un elettrone sia emesso dal fotocatodo successivamente all'assorbimento di un fotone, occorre che l'elettrone stesso attraversi il materiale fotosensibile e superi la barriera di potenziale che separa il materiale dal vuoto all'interno del fototubo.
L'efficienza di questo processo viene caratterizzata dall' efficienza quantica del fotocatodo, definita come il rapporto fra il numero di fotoelettroni emesso ed il numero di fotoni incidenti sul fotocatodo. Nei casi di nostro interesse (cristalli inorganici) l'efficienza quantica é dell'ordine del 10% e comunque, anche nei casi più favorevoli, sempre entro il 20-30%.
Una volta emessi dal fotocatodo, gli elettroni sono accelerati verso la superficie di un elettrodo, il primo dinodo. Una scelta opportuna del materiale del dinodo fa sà che l'energia depositata dall'elettrone incidente risulti nell'emissione di più di un elettrone. Il processo viene iterato, normalmente, per un opportuno numero di volte sino all'elettrodo di raccolta della carica cosà prodotta.
Se $\delta$ é il numero di elettroni secondari per elettrone incidente ad ogni dinodo, il guadagno complessivo del tubo fotomoltiplicatore sará
\begin{displaymath}G = f \times ( g \times \delta)^N \end{displaymath}
dove N é il numero totale di dinodi, f é il fattore di raccolta fotocatodo-primo dinodo (normalmente dell'ordine del 90%) e g é l'efficienza di trasferimento degli elettroni fra i dinodi (normalmente dell'ordine del 100%). Il prodotto $g\times\delta$ é dell'ordine di 4.5 per moderati voltaggi operativi. Il guadagno complessivo é dell'ordine di 106 Snuff 238 Mazend su LOTD:
Citazione: | E’ stato aggiunto un nuovo mattone alla grande muraglia dell’Horror d’autore, un mattone plasmato nella sanguinaria azione e nella mesta vacuità della vita moderna. |
|
|
TigerBem
«Mi-Go»
Messaggi: 471 Località : Roma
|
Inviato: Gio, 29 Dic 2005 22:38 Oggetto: |
|
|
sopra la panca la capra campa, sotto la panca Doctor_Death sbilenca Non aprite quella porta.
Dietro c'è Chuck Norris. |
|
mothra
«Dagon»
Messaggi: 1006 Località : macerata
|
Inviato: Ven, 30 Dic 2005 11:23 Oggetto: |
|
|
Doctor_Death ha scritto: | lina94 ha scritto: | ma che peccato!!
non ti spoglierai mai? e se ti danno tanti bei quattrini?? |
Sgombriamo innanzitutto il campo dagli equivoci. La Gellar non vuole spogliarsi per una sola ragione:
La quantità estremamente limitata di luce prodotta negli scintillatori.
Essa richiede l'uso di rivelatori di luce estremamente sensibili. I tubi fotomoltiplicatori, assieme ai fotodiodi, sono la soluzione ideale a questo problema quando non occorra ricostruire la posizione nella quale é avvenuta l'interazione del fotone.
In uno schema semplificato, il tubo fotomoltiplicatore é costituito, in un contenitore sotto vuoto, da una finestra di ingresso, in genere di quarzo, all'interno della quale si trova uno strato di materiale fotosensibile: il fotocatodo. Questo é accoppiato ad un moltiplicatore di elettroni.
La luce incidente sul fotocatodo, tramite un processo di fotoemissione, produce dal materiale fotosensibile la fuga di elettroni. L'energia necessaria al processo é, per i fotoni blu/violetti tipici di alcuni scintillatori, dell'ordine di qualche eV. perché un elettrone sia emesso dal fotocatodo successivamente all'assorbimento di un fotone, occorre che l'elettrone stesso attraversi il materiale fotosensibile e superi la barriera di potenziale che separa il materiale dal vuoto all'interno del fototubo.
L'efficienza di questo processo viene caratterizzata dall' efficienza quantica del fotocatodo, definita come il rapporto fra il numero di fotoelettroni emesso ed il numero di fotoni incidenti sul fotocatodo. Nei casi di nostro interesse (cristalli inorganici) l'efficienza quantica é dell'ordine del 10% e comunque, anche nei casi più favorevoli, sempre entro il 20-30%.
Una volta emessi dal fotocatodo, gli elettroni sono accelerati verso la superficie di un elettrodo, il primo dinodo. Una scelta opportuna del materiale del dinodo fa sà che l'energia depositata dall'elettrone incidente risulti nell'emissione di più di un elettrone. Il processo viene iterato, normalmente, per un opportuno numero di volte sino all'elettrodo di raccolta della carica cosà prodotta.
Se $\delta$ é il numero di elettroni secondari per elettrone incidente ad ogni dinodo, il guadagno complessivo del tubo fotomoltiplicatore sará
\begin{displaymath}G = f \times ( g \times \delta)^N \end{displaymath}
dove N é il numero totale di dinodi, f é il fattore di raccolta fotocatodo-primo dinodo (normalmente dell'ordine del 90%) e g é l'efficienza di trasferimento degli elettroni fra i dinodi (normalmente dell'ordine del 100%). Il prodotto $g\times\delta$ é dell'ordine di 4.5 per moderati voltaggi operativi. Il guadagno complessivo é dell'ordine di 106 |
Mangiato tanto e pesante sotto le feste eh?!? |
|
|