Quest’anno il consueto appuntamento con il Dylan Dog Color Fest, numero antologico che contiene quattro storie complete da 32 pagine a colori di Dylan Dog, presenta una particolare novità: l’humor.

Saranno proprio una serie di famosi autori del fumetto italiano a presentare in chiave comica le avventure dell’indagatore dell’incubo. A partire proprio dalla copertina copertina realizzata per l’occasione da Guido Silvestri, in arte Silver (Lupo Alberto) che rivisita l’ormai mitica cover del numero uno di Dylan Dog, mettendo a confronto l’inquilino di Craven Road con gli abitanti della Fattoria McKenzie in chiave "zombesca".

Apre invece il volume Tito Faraci, con una storia, Manichini, confezionata su misura per l’inconfondibile segno di un caposcuola disneyano come Giorgio Cavazzano. I due tentano di spedire Dylan all’altro mondo, ovvero in una misteriosa seconda Londra da cui sarà difficile fare ritorno.

Segue Una pesante situazione, che è quella in cui finisce l’Indagatore dell’Incubo quando il suo corpo inizia a ingrassare senza ragione e in maniera inarrestabile. Artefici di questa trasformazione sono lo sceneggiatore Lorenzo Bartoli, alla sua prima prova con il personaggio, e Massimo Carnevale, che fa il suo ritorno sul Color Fest dopo la recente ottima prova sulla serie regolare, che qui dimostra di saperci fare anche come autore comico.

È poi il turno di Morire dal ridere: Bruno Enna scrive un racconto nel quale a farla da padrone è in realtà l’horror mescolato all'humor nero in cui si sono intinti i pennelli di Fabio Celoni.

A chiudere l'albo troviamo La lettera bianca, un incubo, architettato da Giovanni Gualdoni per i disegni di Corrado Mastantuono, che precipita l'Inquilino di Craven Road nelle fauci di alcune creature che cancellano dalla memoria tutto ciò che divorano.