Il nuovo numero della rivista Hypnos si presenta con una splendida e surreale copertina di Elena Furlan che, così come il materiale che troviamo all’interno, è di altissimo livello.
Nella sua introduzione, Andrea Vaccaro ci racconta del tema di questo numero: la casa infestata, un “topos” classico della letteratura fantastica che viene sviscerato da tre autori.
Se il grande R. A. Lafferty non ha bisogno di presentazioni ed è garanzia di qualità (parliamo di uno degli autori più originali del fantastico e della fantascienza pubblicato più volte su Urania), decisamente meno conosciuti sono Brian Evenson (1966) e Helen de Guerry Simpson (1897-1940).
Del primo ci viene presentato il racconto Il vitreo, ardente fondo dell’inferno.
La sua opera è stata accostata a quella di Ballard, William S. Burroughs e Kafka, ma si è poi dedicato con profitto alla narrativa weird come possiamo leggere in questa storia che spalanca abissi dimensionali in cui le categorie di spazio e tempo vacillano.
L’atmosfera creata è inquietante e ci mostra la grande capacità visionaria di Evenson nel trattare il tema di una possibile infestazione psichica all’interno di un centro in cui si tiene un seminario di “armonizzazione”. Quasi una sorta di new age in nero e, visto il proliferare di questi gruppi e sette, l’argomento risulta anche molto attuale.
Per la cronaca, Evenson ha firmato l’introduzione di A Different Darkness di Luigi Musolino, pubblicato da poco da Valancourt Books, un grande e meritato risultato per lo scrittore piemontese.
Berryhill di Lafferty conferma la statura di questo autore che tratta la tematica della casa infestata con un’ironia macabra che non lascia indifferenti.
Diverso il discorso per Helen de Guerry Simpson, che ci viene presentata dal sempre attento Andrea Vaccaro a cui va dato merito di compiere costantemente un’opera di scavo della letteratura fantastica meno nota.
La scrittrice australiana era infatti caduta nel dimenticatoio, abbastanza ingiustamente a giudicare dalla validità di Molte altre terre in cui emerge un gusto per l’occulto e lo spiritismo (la Simpson era una maniacale collezionista di volumi di esoterismo anche se, a differenza di un Meyrink, non credeva nell’occulto) ma anche una certa tendenza a evocare una dimensione altra a partire da particolari comuni.
Come di consueto viene poi pubblicato il racconto vincitore della scorsa edizione del Premio Hypnos ovvero Cambiano le prospettive del mondo di Carlo Salvoni. Non conoscevo questo autore ma ne sono rimasto molto colpito, il suo incubo “ballardiano”, corredato da un’evocativa illustrazione di Bruno Letizia, vede le prospettive del mondo sconvolgersi quando gli uccelli decidono di scappare dalla terra per raggiungere un luogo sconosciuto. Il loro ritorno sarà foriero di un oscuro presagio e porterà cambiamenti drammatici per la specie umana.
Salvoni scrive molto bene e spero che questa prova non resti isolata, anche se ho già avuto modo di leggere un altro suo racconto nell’antologia Il richiamo di Lovecraft per i tipi di Esescifi.
Non si può poi non parlare dell’ottima disamina che Cristiano Demicheli (autore del romanzo L’anno delle volpi) fa della storia delle radici della nostra letteratura fantastica dall’Unificazione alla Seconda guerra mondiale.
Obiettivamente sono mancate da noi le figure fondanti del genere (i Walpole, i Poe, i Lovecraft) tuttavia non si può certo ignorare un patrimonio letterario in cui il fantastico ha spesso fatto capolino in maniera inattesa e possiede caratteristiche tutte sue abbracciando il reale e trasfigurandolo.
A complemento di questo saggio troviamo anche due testi brevi di Federigo Tozzi.
Da segnalare infine anche un’intervista di Laura Sestri a Priya Sharma, scrittrice britannica di cui di recente l’editore ha pubblicato la novella Ormeshadow.
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