Per molti di voi sarà difficile credere che Sir Arthur Conan Doyle, il padre del più celebre e razionale investigatore della storia, possa aver ceduto alle lusinghe dello spiritismo. Tanto Sherlock Holmes è scettico sul paranormale e sull’irrazionale, tanto il suo creatore fu un tenace sostenitore di questa dottrina filosofica che accomunava a un’esperienza scientifica o che, per lo meno, considerava una naturale estensione della scienza.

Per molto tempo si è supposto che l’interesse dello scrittore per il paranormale potesse essere dettato dal dolore per la perdita del figlio, morto di polmonite. In realtà la sua passione per l’irrazionale inizia già trent’anni prima, a testimoniarlo alcuni appunti scritti dallo stesso Doyle.

Il primo contatto tra Sir Arthur e Harry Houdini, avvenne all’inizio del 1920. Il mago, in visita nelle isole Britanniche, inviò a Conan Doyle il libro The Unmasking of Robert-Houdini in cui si racconta la storia dei fratelli Davenport, due medium americani specializzati nel trucco del “gabinetto spiritico”. I due uomini sedevano in uno stanzino di legno, immobilizzati con diversi metri di corda. Quando le porte venivano chiuse, si sentivano battere colpi e un tamburello e una campana suonare. L’esame dei medium alla fine di ogni seduta però dimostrava che i due erano legati esattamente come all’inizio.

Houdini ebbe l’opportunità di parlare a lungo con Ira Davenport, uno dei due fratelli ancora in vita, e fu proprio da questi che apprese il trucco usato per la messa in scena. I fratelli Davenport erano i pionieri dell’arte dell’evasione, la stessa arte che avrebbe reso celebre Houdini.

Conan Doyle non diede molto peso alle dichiarazioni del mago, sostenendo che queste supposte confessioni da parte dei medium altro non erano se non un vecchio trucco degli oppositori dello spiritismo. La pacata polemica tra i due continuò a lungo, tanto che la serrata corrispondenza portò al loro incontro nella casa di campagna di Sir Arthur. Tra le mura dell’abitazione lo scrittore confessò al suo nuovo amico di credere fortemente alla manifestazione degli spiriti e di aver parlato per ben sei volte con il figlio morto.

A questa rivelazione, lo scettico Houdini rispose chiedendo a Doyle di trovargli un medium autentico con cui potersi confrontare. Le sedute più famose cui il mago partecipò furono quelle con la medium francese Eva C., svoltesi a Londra nei locali della Society for Psychical Research. La medium era specializzata nel generare ectoplasmi che emanavano dalla sua bocca e da altri orifizi del corpo, e proprio per studiare il suo caso – e per verificare la veridicità di quei fenomeni – che a SPR aveva invitato la donna in Inghilterra.

In molte delle sedute a cui il mago partecipò, non avvenne nulla. Houdini scrisse a Conan Doyle per metterlo a parte di quanto accaduto e dopo qualche anno pubblicò il libro A Magician Among the Spirits, in cui spiegava di aver scoperto i trucchi utilizzati da Eva C. che definiva un’abile prestigiatrice.

Fu a questo punto che Doyle scrisse a Houdini riguardo al caso delle Fate di Cottingley.

Nell’inverno del 1920 i lettori dello Strand trovarono l’articolo Fate fotografate, un evento epocale descritto da A. Conan Doyle. Nel pezzo lo scrittore affermava che delle vere fate erano state ritratte in fotografia da due ragazzine dell’Inghilterra settentrionale.

A sua discolpa, va detto che Sir Arthur compì un’indagine metodica sull’argomento, consultò esperti che esaminarono le foto e non riuscirono a trovare traccia di fotomontaggio, sostennero però che un esperto di fotografia avrebbe potuto falsificarle. lo scrittore dedusse quindi che due ragazzine dello Yorkshire, appartenenti alla classe operaia, non avrebbero mai potuto costruire una simile montatura.

Houdini non accettò mai di discutere su questo argomento e solo molto dopo la morte di Conan Doyle una delle due ragazzine rivelò che le foto erano state manipolate.

Nel 1922 Doyle si recò negli Stati Uniti, invitato a tenere una serie di letture sullo Spiritualismo. La sua presenza attirò molte persone, le sale di lettura dove Sir Arthur appariva erano sempre strapiene. Fu in questo periodo che si rafforzò l’amicizia tra lo scrittore e Houdini. Doyle, cercando di fare breccia nello scetticismo del prestigiatore, finì per credere che quest’ultimo avesse poteri psichici.

Durante il loro soggiorno ad Atlantic City i coniugi Doyle invitarono la famiglia Houdini a passare del tempo insieme. Fu organizzata una seduta privata per Houdini, la moglie dello scrittore avrebbe ottenuto un messaggio da parte della madre del mago usando il potere medianico della scrittura automatica. A partecipare furono Sir Arthur, Lady Doyle e Houdini. Se i primi si convinsero di aver profondamente impressionato il loro ospite, Houdini rimase piuttosto perplesso.

La madre del mago, pur avendo abitato in America per 50 anni, aveva difficoltà a parlare, leggere e scrivere in inglese; il messaggio riportato da Lady Doyle era invece scritto in un inglese perfetto. La lettera cominciava poi con il segno della croce, difficilmente la moglie di un rabbino avrebbe usato un tale simbolo. Houdini aveva anche pensato alle cose familiari di cui discuteva con la madre e non era stato fatto cenno a nessuna di esse. Infine, la seduta si era svolta nel giorno del compleanno della madre di Houdini e anche in questo caso non c’era stato nessun riferimento alla data.

Conan Doyle era già ritornato in Inghilterra quando Houdini pubblicò un articolo sul New York Sun in cui asseriva di non aver sentito o visto niente che potesse convincerlo della possibilità di una comunicazione con l’aldilà. Sir Arthur, ricordando la seduta con Lady Doyle, si sentì molto offeso da tale affermazione. Quello che era cominciato come un diverbio privato divenne una battaglia pubblica. I due uomini, entrambi fermi su posizioni diametralmente opposte, si scambiarono una lunga serie di messaggi poco lusinghieri che misero fine alla loro amicizia.

Tuttavia alla morte di Houdini, Doyle abbandonò i vecchi risentimenti e dedicò al suo vecchio amico il saggio The Riddle of Houdini. Nel testo lo scrittore elencava i molti meriti del mago, dichiarandosi suo ammiratore. L’aspetto centrale del saggio era tuttavia l’esposizione della teoria di Sir Arthur secondo cui Houdini era un vero medium dai formidabili poteri psichici, le sue straordinarie imprese non potevano in nessun modo basarsi su banali trucchi.

Conan Doyle morì nel 1930 a causa di un arresto cardiaco e, proprio lui che aveva strenuamente difeso l’idea della continuità della vita, è rimasto immortale grazie alle sue opere, e non solo! In molti hanno testimoniato di aver udito la sua voce dopo la sua morte, le sue parole si sarebbero fatte strada attraverso la voce di numerosi medium: Eileen J. Garret, Grace Cooke, Charles L. Tweedale e molti altri.

Questo Halloween procuratevi un tavolino rotondo a tre gambe e provate a evocare lo spirito di Sir Arthur Conan Doyle, potrebbe stupirvi rispondendo alla vostra chiamata.