Adagiato tra le colline della Brianza, nel territorio del comune di Olginate e a pochi chilometri da Lecco, sorge il paese fantasma di Consonno. La distruzione del borgo e  di quello che rappresentava, ha inizio quando Il Grande Ufficiale Mario Bagno, Conte di Valle dell’Olmo, decise di acquistare l’intero tenimento di Consonno, paesino sul Monte di Brianza, facilmente raggiungibile da Milano. Il progetto di Bagno era quello di demolire tutto per realizzare una città dei divertimenti, una sorta di Las Vegas della Brianza.

Con atto notarile dell’8 gennaio 1962, le famiglie Alighieri e Verga, proprietarie di tutta Consonno, cedono il borgo alla famiglia Bagno per 22.500.000 lire. Da quel momento Mario Bagno, per gli anziani del posto, diventa il “Conte Amen”.

L’imprenditore fece costruire una strada camionabile per unire Olginate a Consonno, così che potessero affluire più facilmente ruspe, camion e betoniere. Iniziava la costruzione di una già moribonda Las Vegas della Brianza.

Casa dopo casa il vecchio borgo di Consonno cade e i suoi abitanti vengono scacciati, solo la Chiesa di San Maurizio, l’attigua casa del cappellano e il cimitero si salveranno. Anche la collina adiacente al cimitero viene attaccata dalle ruspe in modo che sia possa ammirare da Consonno, senza impedimenti geografici,  il Resegone e le Prealpi lecchesi.

Le vecchie case vengono sostituite con nuovi palazzi, sfingi egizie, cannoni, pagode cinesi. Il progetto prevedeva la costruzione di edifici dalle forme più strambe, una galleria commerciale arabeggiante con minareto, un castello medioevale, una balera, fontane multipiano e un hotel di lusso.

L’eccentrico imprenditore non aveva però fatto i conti con la furia della natura che con una frana, provocata dall’azione delle ruspe dirette dallo stesso Bagno, isolò Consonno dal resto del mondo, trasformandola in una città fantasma.

Oggi, rimangono a testimonianza del folle progetto solo macerie e desolazione, Consonno si erge ora a tetra testimonianza della stupidità umana.