Gli anni ’90 si aprono con Omicidi e incantesimi (1991), divertente omaggio hard-boiled ricco di rimandi alle opere di Lovecraft.

The Resurrected (1992) di Dan O’Bannon, remake de La città dei mostri, si avvicina allo scrittore di Providence senza usare eccessivi stravolgimenti. Dan O’Bannon è però senza dubbio più conosciuto per aver sceneggiato Alien (1979), pellicola profondamente lovecraftiania sia a livello visivo – grazie al disturbante genio di H. R. Giger – sia per i temi trattati.

Allo stesso modo Necronomicon (1993), lavoro antologico di tre episodi, si rifà rispettosamente ai racconti di Lovecraft, pur interpretandoli liberamente. L’episodio che fa da raccordo agli altri vede come protagonista lo stesso Lovecraft, interpretato da Jeffrey Combs.

Hemogoblin – Creature dall’inferno (1997), anche questo sceneggiato da Dan O’Bannon, si ispira a La paura in agguato e in parte anche a Arthur Jermyn e affronta il tema della degenerazione genetica della razza umana.

Nel nuovo millennio Stuart Gordon ritorna alla regia di un film lovecraftiano con Dagon – La mutazione del male (2001) che si basa sul romanzo La maschera di Innsmouth e non sull’omonimo racconto come sarebbe lecito pensare. Pur rimanendo maggiormente fedele al testo originale rispetto alle altre trasposizioni, Gordon non può fare a meno di ricorrere all’uso massiccio di gore e splatter.

La Howard Phillips Lovecraft Historical Society, associazione di appassionati di Lovecraft, ha realizzato due film di elevata qualità tecnica e assolutamente fedeli ai testi: il mediometraggio The Call of Cthulhu (2005) e il lungometraggio The Whisperer in the Darkness (2011). Il primo ricalca l’omonimo racconto ed è stato realizzato nello stile di un classico film muto del 1920. Il secondo, tratto da Colui che sussurrava nelle tenebre, vanta un livello produttivo più elevato ed è realizzato in stile anni Trenta/Quaranta per omaggiare gli sci-fi/horror della Universal.

In Quella casa nel bosco (2012), Sigourney Weaver è a capo dell’istituzione incaricata di tenere a bada gli Antichi: il loro distruttivo potere, solo intuibile così come nei miti di Cthulhu, pazientemente attende sognando.

Nel 2014 Nic Pizzolatto presenta la serie televisiva True Detective. La sua scrittura attinge da Laird Barron, John Langan, Simon Strantzas e ancora da Il re in giallo di Robert W. Chambers. Nonostante tutti questi riferimenti, è il nichilismo cosmico di Thomas Ligotti che muove il protagonista Rust Cohle. Ligotti considera l’universo come ostile all’uomo, considerato una forma di vita aberrante destinata all’autodistruzione. Questa visione pessimistica rimanda immediatamente all’orrore cosmico di Lovecraft: in un universo popolato da divinità incomprensibili, il sentire umano perde di ogni importanza.

Anche l’Italia subisce il fascino oscuro delle opere di Lovecraft, in particolare segnaliamo il mockumentary Il mistero di Lovecraft – The road to L. diretto Federico Greco e Roberto Leggio. Vincitore del Melies d’argento al Fantafestival 2005, la pellicola racconta del ritrovamento di un manoscritto attribuibile a H. P. Lovecraft. Si fa così strada l’idea che Lovecraft abbia ricavato l’intuizione dei miti di Cthulhu da un viaggio in Italia e dalla conoscenza di alcune leggende ambientate nel delta del Po. Da Loero comincia quindi il viaggio della troupe alla ricerca della vera Innsmouth. L’atmosfera misteriosa e inquietante, l’alterazione della realtà e della finzione, il terrificante finale fanno di questo film un’opera fosca dal clima tipicamente lovecraftiano. Road to L., realizzato con pochi mezzi, è tecnicamente pessimo ma è uno dei più interessanti esperimenti sull’universo lovecraftiano mai realizzato.

Riferimenti più o meno espliciti delle opere di H. P. Lovecraft sono presenti in tantissime altre pellicole ed è difficile citarle tutte. Impossibile sarebbe poi rintracciare tutti gli omaggi al sognatore di Providence sparsi nelle infinite espressioni della cultura popolare. Questo a dimostrazione che, al di là delle aspre critiche, l’orrore di Lovecraft appartiene a ognuno di noi ed è così vivo e lacerante da influenzare la nostra comprensione della realtà.