Andrea Biscaro, è un giovane scrittore e cantautore che ha realizzato già diverse opere: il romanzo storico Nerone; il libro con cd Ballate della notte scura; nato da una collaborazione con Tiziano Sclavi; i romanzi horror Illune, Il buio nella bocca.

Il suo nuovo libro, intitolato Il Vicino, è un thriller di atmosfera horror, pubblicato (come il precedente Il buio nella bocca) nella collana L’Uomo nero di Safarà Editore.

Lo scrittore è nato a Ferrara, ma oggi vive tra la Liguria e la Toscana; dove ha deciso di ambientare questa storia. Il Vicino infatti racconta le vicissitudini di un pittore, che ha deciso di lasciare la città, per vivere nella campagna Toscana. Passa il suo ritiro praticamente in solitudine, con la sola compagnia della gatta Libeccia, ricercando un’ispirazione che in parte gli è venuta a mancare. Questa è un’ambientazione che Andrea Biscaro aveva già utilizzato in Illune, dove raccontava le vicende un scrittore in crisi che si era ritirato nella maremma Toscana.

L’ambientazione in Toscana rimane tuttavia indefinita, l’unico riferimento geografico preciso è la vicinanza all’Acquedotto Mediceo; l’azione si svolge in pochi luoghi: la casa del protagonista, il suo orto, la casa accanto e il paese nelle vicinanze.

Il romanzo inizia quattro anni dopo che il pittore si è trasferito in campagna, quando il suo isolamento è rotto dall’arrivo di un vicino, nella villa accanto. Dopo l’arrivo di questi, il protagonista riceve il video di un efferato omicidio dove lui stesso appare coinvolto.

Ben presto il sogno di una vita tranquilla in campagna si trasforma in un incubo, dalle tinte fosche.

L’autore sceglie di raccontare la storia, in prima persona, dal punto di vista del protagonista, che riporta, oltre agli eventi, i suoi pensieri.

La narrazione fa tornare in mente i romanzi di Tiziano Sclavi, celebre creatore di personaggi come Dylan Dog e Francesco Dellamorte. Come negli scritti dell’autore lombardo, le vicende acquistano presto contorni surreali. Le ansie e le paure del protagonista si mischiano alla realtà e spesso si confondono.

Biscaro utilizza uno stile scarno composto da periodi brevi ed essenziali, mentre i dialoghi hanno il taglio di una sceneggiatura cinematografica. Per descrivere i momenti di tensione, l'autore scrive in maniera sempre più asciutta, arrivando a scandire le singole parole. Questo espediente si rileva molto efficace per trasmettere il senso d’inquietudine al lettore.

Il linguaggio utilizzato è indubbiamente forte, senza filtri; le descrizioni di scene di violenza e di sesso sono mostrate in modo esplicito: sicuramente non è un libro adatto a lettori deboli di stomaco.

Il peggior difetto del romanzo è di essere ricco di suggestioni che in fondo non trovano tutte una spiegazione; mentre il maggior pregio è quello di mantenere viva l’attenzione del lettore, dalla prima all’ultima pagina.