Ciao a tutti,
dopo un annetto e forse più mi rifaccio vivo. Vi sono mancato? Se dite di sì siete dei bugiardi, se dite di no siete dei cattivoni.
Niente di meglio per iniziare che rompere le balle su Pan's Labyrinth, film che aspettavo da una vita.
In realtà dopo aver visto "La Spina del Diavolo" mi erano sorti dei dubbi sul Del Toro sceneggiatore, quindi, pur confidando in una maturazione, ero pronto a un film non perfetto.
Infatti Del Toro mi sta simpatico, è un bravo regista e mette in cantiere dei *soggetti* interessanti e originali, ma a mio avviso non li sviluppa come si deve.
Non sottolineerò qui i pregi del Labirinto. Sono anche io un fan sfegatato dell'Uomo Pallido
personaggio fantastico e... ottimo esempio di buon soggetto mal sviluppato. Com'è che il "grendel" del film compare di punto in bianco, senza costruzione, e assolta la sua funzione sparisce? Ma andiamo con ordine.
Dato per scontato che
condivido molti dei punti a favore del Labirinto espressi qui e altrove, vi dico secondo me cosa c'è che non va.
!SPOILER!
1) Problemi di base di gestione dei personaggi e degli eventi.
Nel momento in cui una storia si presenta come logica e consequenziale (perché i film-trip sono un'altra faccenda), io seguo la scuola di pensiero secondo cui i personaggi muovono la vicenda e lo devono fare con motivazioni interne ed esterne forti e coerenti.
Il alcuni punti chiave del Labirinto la trama va avanti perché i personaggi fanno stupidaggini senza motivo. Non è molto interessante come soluzione. Altre volte, la trama va dove deve andare e per fare ciò *costringe* i personaggi a fare cose che non sono nella loro natura. Altre volte succede un po' dell'una e un po' dell'altra cosa.
Esempio: Ofelia mangia le bacche dal tavolo del mostro. Perché? E' una bambina sognatrice ma non pestifera o disobbediente; non si è mai comportata da affamata durante il resto del film, e nel campo dei franchisti c'è abbondanza di cibo. Se fosse stata una contadinella delle campagne circostanti la scena avrebbe avuto più senso. Posso fare altri esempi ma diventa un elenco barboso e poi sembro un nerd
2) Problemi di registro narrativo.
Far correre in parallelo la trama fantastica e quella reale, quasi azzerando l'interazione fra i due piani, è una scelta e non si discute - anche se porta alle conseguenze di cui parlerò nel punto 3.
Tuttavia: una storia interessante contiene spesso registri narrativi differenti, ma sono sapori che vanno abbinati bene se si vuole preparare una portata riuscita.
Nel Labirinto abbiamo un piano fiabesco che più fiabesco non si può, a volte spaventoso ma perlopiù non violento, volutamente classico e a volte direi quasi "acritico" (= "prendo le fiabe come si facevano una volta, ignoro di essere nel 2006 con migliaia di storie raccontate prima della mia; racconto una fiaba che hanno già raccontato tutti; e la racconto esattamente come l'hanno già raccontata tutti, aggiungendo di mio solo il design di un mostro fighissimo che tra l'altro finita la sua scena sparisce e tanti saluti").
E poi abbiamo un piano reale crudele e violento, pieno di sangue, violenza, parolacce e scene qua e là ai limiti del trash.
Non so, provate ad andare a cena con uno che a una frase racconta una barzelletta e quella dopo ti parla con disperazione del suo cancro, poi ti offre da bere e ti propone il lavoro della tua vita, subito dopo ti insulta pesantemente...
I registri diversi vanno prima abbinati (perché non tutto sta bene con tutto), poi amalgamati. Altrimenti vien fuori un paciugo. Opinione mia.
3) Problemi di potenzialità inespresse (e qui si può andare molto nel soggettivo, lo ammetto).
Per quanto uno possa essere sognatore e con la testa fra le nuvole, in ultima analisi gli orrori reali sono sempre più spaventosi di quelli immaginari. Perché sono più concreti. Perché per quanto un mostro possa essere terrificante, se non è lì con me fisicamente e non fa parte della mia esperienza mi basta chiudere gli occhi e sono al sicuro.
Costruire storie fantastiche all'interno di periodi storici estremamente concreti e dolorosi, come ha fatto Del Toro col Labirinto (e con la Spina del Diavolo) è una scelta molto stimolante. E' come una partita "fuori casa", dove il Fantastico, per affrontare il Reale sul suo terreno, tira fuori tutti gli artigli e le ruote di pavone.
Dove una minaccia soprannaturale (l'Uomo Pallido - ma è un esempio) potrebbe essere altrettanto concreta di una minaccia reale (il capitano).
Sia chiaro, io non volevo il duello finale all'arma bianca fra il capitano e il fauno
(anche se, lo ammetto, speravo che il maiale franchista finisse divorato dal mostro... ma sarebbe stata una storia diversa da quella che voleva raccontare Del Toro)
Però ho visto una realtà "storica" caratterizzata col pennarello e un mondo fantastico, come scrivevo al punto due, bello ma un po' acritico. Due contendenti non al massimo della forma: e tuttavia il Reale, giocando in casa, pur con tutti i suoi difetti - caratterizzazioni di grana grossa, rapporti non approfonditi, ecc - vince contro un avversario (il Fantastico) che quasi non scende in campo.
Amo il Fantastico alla follia
e il suo incontro/scontro col Reale è un tema che mi appassiona molto. Le premesse di questo film mi avevano fatto sperare in un confronto (non diretto, non "a botte": un confronto drammaturgico) che invece non ho visto. Ripeto dunque che il mio punto 3) è il più soggettivo.
!FINE SPOILER!
Concludo sottolineando che questa mia disamina verbosa è
un atto d'affetto nei confronti di un'opera di indubbio fascino. Che poteva essere un capolavoro, però. Avete presente, no, quando una persona che stimate non si dà da fare e vivacchia invece di esprimersi al meglio..? Ecco.
Un doveroso saluto (cornuto)
zG