Nel 1931 Tod Browning e Karl Freund dirigono la più famosa trasposizione cinematografica di Dracula di Bram Stoker. Protagonisti della pellicola sono Bela Lugosi e Edward Van Sloan che avevano già recitato insieme, rispettivamente nel ruolo di Dracula e Van Helsing, nello spettacolo teatrale di Broadway del 1927.

Trama: Il conte Dracula vuole acquistare una proprietà in Inghilterra, dunque un emissario inglese parte per i Carpazi perché sia stipulato il contratto. Una volta al castello, Reinfield viene totalmente soggiogato dal conte. Dopo alcuni mesi, i due ripartono verso l’Inghilterra dove il vampiro ha intenzione di costruire il suo regno di terrore, si troverà però costretto ad affrontare il dottor Van Helsing.

Perché vederlo: Primo film autorizzato tratto dal romanzo di Bram Stoker e distribuito dalla Universal lo stesso anno dell’uscita di Frankenstein di James Whale. La casa di produzione americana inizia così a costruire il suo predominio sul cinema horror che continuerà a detenere fino agli anni ’50, quando sarà costretta a cedere lo scettro all’inglese Hammer. Successivo al Nosferatu di Murnau che, pur non avendo ottenuto i diritti dalla vedova Stoker, mostrava un vampiro grottesco, dalle sembianze mostruose e quindi più vicino alla descrizione che Stoker dà del conte, il Dracula di Tod Browning rifiuta questa caratterizzazione e preferisce adeguarsi all’eleganza e al buon gusto richiesti dal cinema degli anni ’30. Inizialmente fu scelto Lon Chaney – l’uomo dai mille volti – per interpretare il nobile rumeno ma la sua improvvisa morte fece ricadere la scelta su Bela Lugosi, attore di teatro, sconosciuto fino a quel momento nel mondo del cinema. Il casting si rivelò azzeccato, nessun’altro attore avrebbe saputo interpretare meglio il ruolo del conte Dracula. Il principe delle tenebre, privato dei canini aguzzi, diventa affascinante, nobiliare, ed è questa eleganza nei gesti e nell’aspetto a renderlo un personaggio ancora più ambiguo. Lugosi è sublime, rende con naturalezza la doppiezza del suo personaggio, algido eppure impetuoso, tristemente ancorato alla sua struggente condizione esistenziale eppure forte del suo essere diverso. È il suo essere in disaccordo con il resto del mondo che lo convince della propria superiorità e che gli permette quindi di arrogarsi il diritto di dominare sul mondo. Bela Lugosi prende quindi il Dracula del folklore slavo e lo trasforma in un personaggio proprio della scrittura cinematografica, ispirando con la sua interpretazione attori del calibro di Christopher Lee e Gary Oldman. Superbo anche il caratterista Dwight Frye che dà vita al personaggio meglio riuscito, dopo il conte, di tutto il film: Renfield. L'assistente di Dracula è un uomo dalla personalità instabile, è un protagonista complesso che desidera con ardore di ripercorrere le orme del suo padrone e che contemporaneamente si strugge nella consapevolezza degli atroci delitti che vengono commessi. Ci troviamo negli anni ’30, dunque Browning non può mostrare apertamente le terribili azioni del vampiro, è quindi costretto ad alludervi soltanto. Le dissolvenze celano gli attimi in cui Dracula affonda i denti nel collo delle vittime, perché il vampirismo è un progetto diabolico che striscia silenziosamente dietro le quinte. L’intreccio narrativo solido e la costante atmosfera di attesa, con la nebbia ad avvolgere i personaggi, contribuisce a rendere la vicenda ancora più inquietante. Browning, fortemente legato al cinema muto, usa il silenzio con sapienza, perché è nella quiete più assoluta che la figura del vampiro si fa dominante, libero di soggiogare lo spettatore con il solo sguardo. La regia è teatrale e predilige lunghe inquadrature, spazi sconfinati interrotti da pochi stacchi. Magnifiche sono anche le scenografie di Charles D. Hall e di Herman Rosse che, pur essendo state realizzare con i rimasugli delle scenografie di altri film, dipingono un quadro gotico ancora oggi inarrivabile per fascino evocativo. Altro punto a favore della pellicola è la fotografia impressionista di Karl Freund, capace attraverso giochi di luci e ombre di rendere con più forza l’orrore negli occhi dei protagonisti. Dracula è un immortale monumento del cinema horror, modello per tutti i registi che negli anni a venire si sono trovati a confrontarsi con il mito del vampiro, perfettamente incarnato dal fascino perverso di Bela Lugosi.

Curiosità: Di questo film esiste una versione spagnola girata con le stesse scenografie da George Melford e con Carlos Villaris nel ruolo di Dracula. La pellicola spagnola pur essendo superiore per il livello tecnico della regia, non gode del talento di Bela Lugosi né della straordinaria fotografia di Freund.