I De Profundis si sono formati nel 2005 in Inghilterra ma hanno già nel loro curriculum date in 22 paesi, tra cui un supporto in India agli Iron Maiden, supporto ai Rotting Christ e il Bloodstock Open Air. Il sound della band trae le sue origini da vari sottogeneri dell’heavy metal, in particolare da quelli estremi, ma anche dal progressive e dal jazz. I precedenti album, Beyond Redemption (2007) e A Bleak Reflection (2010) sono stati accolti favorevolmente dalla critica; questo terzo The Emptiness Within è stato registrato a Londra nel dicembre del 2011, prodotto dalla band e Fernando Pereira (Misanthrope), e mixato da Tim Turan (Emperor, Motorhead) agli Studios Davout di Parigi (AC/DC, The Rolling Stones, Ozzy Osbourne). Da sottolineare l’artwork di Costin Chioreanu, già al lavoro per Mayhem, Darkthrone e Absu. L’album, uscito fra il 7 e l’11 maggio in tutta Europa per Kolony Records, è distribuito in Italia da Masterpiece.

 

La breve intro strumentale From the Dephts dalle ‘profondità’ ci porta nel primo brano vero e proprio, Delirium, una rapida cavalcata dominata da growl e doppia cassa che si spezza a circa metà della sua durata per introdurci nell’atmosfera rarefatta di una sezione meno elettrica e più distesa in cui a farla da padrone sono stavolta le chitarre (anche la voce abbandona il growl per dedicarsi a timbriche pulite, seppur ancora gravi). Successivamente il brano riprende il vigore iniziale e ci accompagna fino a Silent God, pezzo assai sostenuto talvolta al limite con l’atonalità, dove i vari strumenti si spingono sempre più in episodi virtuosistici; per quanto i generi più estremi del metal siano alla base delle composizioni, l’influenza progressive si manifesta il più delle volte – come in questo caso - anche attraverso una simmetrica alternanza fra episodi elettrici e semi-acustici o fra sezioni aggressive (oltre al growl, qui la voce usa anche lo scream) e rilassate.

 

The Wretched Plague parte invece con un arpeggio sommesso, subito seguito da un lungo e suggestivo episodio della chitarra solista, a cui si accompagna pian piano tutto l’organico e l’aggressività torna a imperare definitivamente con l’entrata del growl. I frequenti cambi di valori ritmici e atmosfera mantengono alto il tasso progressivo, soprattutto grazie ai virtuosismi del basso elettrico (da sottolineare il fatto che il basso usato è il Fretless, che per i non addetti ai lavori è un basso impiegato prevalentemente nel jazz, privo dei capotasti, e che - in pochissime parole - permette di eseguire maggiori sfumature rispetto a un normale basso elettrico).

 

L’alternanza porta Twisted Landscapes a partire in maniera sostenuta per poi giocare di nuovo con i valori ritmici (soprattutto per quanto riguarda la batteria) e i colori, attorcigliati come i paesaggi del titolo. Release riconduce in primo piano il basso e lo stridere delle armonie, feroce e prepotente, intrisa di passaggi ossessivi soprattutto a opera della chitarra, incalza per circa sette minuti mantenendo lo stesso andamento martellante, includendo momenti di voce pulita; a sorpresa, si chiude con la fusion.

 

Torniamo a cavalcare rabbiosamente con Dead Inside, e lo facciamo - fatta eccezione per una breve sezione relativamente meno sostenuta nella seconda parte - per 7 minuti e 50 secondi, a dire il vero senza stancarci troppo, dato che la varietà e la versatilità impediscono all’ascoltatore di annoiarsi. Di conseguenza, la chiusura repentina e l’attacco morbido e languido di Parallel Existence colpisce piacevolmente, dando pennellate di colori nuovi e diversi al lavoro complessivo, anche quando si torna su territori più energici. Brano completamente strumentale guidato dai virtuosismi degli strumenti a corda (basso sempre intrigante, mentre le chitarre si muovono spesso in contrappunto, parallele come le esistenze del titolo, senza troppo differire fra ritmica e solista e definendosi ambedue come protagoniste); si tratta di un buon espediente per spezzare l’andamento dell’album prima di dirigerci verso il finale di Unbroken (A Morbid Embrace): morboso, malsano pezzo di oltre nove minuti di durata che riprende le atmosfere e le sonorità già presentate in precedenza, fino a chiudere il cerchio con outro chitarristica leggera e sognante.

Un buon lavoro da consigliare dunque a tutti gli amanti della commistione fra generi estremi e non.

 

Tracklist:

 

From the Dephts

Delirium

Silent God

The Wretched Plague

Twisted Landscapes

Release

Dead Inside

Parallel Existence

Unbroken (A Morbid Embrace)

 

Formazione

 

Craig Land - Voce

Roman Subbotin - Chitarra

Shoi Sen - Chitarra

Arran McSporran - Basso Fretless

Nick Tingle - Batteria

 

Siti di riferimento:

 

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