A dispetto della giovane età dei membri che la compongono, i Be’lakor sono considerati la band australiana melodic death metal numero uno. Of Breath and Bone è il loro terzo album, seguito del fortunato Stone’s Reach, che ha portato il gruppo sui palchi di numerosi festival internazionali e ad accumulare un discreto seguito di sostenitori. Mixato e masterizzato in Svezia da Jens Bogren ai Fascination Street studios (Opeth, Paradise Lost, Amon Amarth), l’album uscirà in tutta Europa fra l’1 e il 4 giugno per Kolony Records (distribuito da Masterpiece). Artwork di Costin Chioreanu/Twilight 13 Media.

Per quanto il cantato sia prevalentemente in growl (meno a dire il vero in scream), già dall’attacco di Abeyance l’impianto e le atmosfere risultano di facile ascolto anche per i non appassionati ai generi estremi, grazie ad armonie suggestive e melodie d’impatto. L’influenza progressive si fa sentire, soprattutto a livello di frequenti cambi di valori ritmici (il brano supera gli otto minuti di durata) e alternanza di strutture elettrico/aggressive più quiete e delicate.

 

Remnants appare più sostenuta del brano precedente, per quanto sempre adagiata su strutture riccamente armonizzate (i passaggi di chitarra sono piacevolmente orecchiabili) e contaminate da vari sottogeneri metal. Fraught è invece più sporca e funerea, procede spesso lenta, a tratti quasi doom, trascinandosi fino all’andamento sempre poco sostenuto di Absit Omen, che tuttavia si presenta strutturata in maniera più varia e complessa.

 

To stir the sea è un breve e ossessivo interludio strumentale perlopiù a opera della chitarra acustica che introduce alla lunga In parting, sicuramente il brano dalla struttura più multiforme e articolata dell’intero lavoro, dalle armonie sfruttate ai suoni coinvolti (qui viene dato un più ampio spazio anche alle tastiere); molto suggestivo l’intermezzo della chitarra acustica, seguita in contrappunto dal basso.

 

The dream and waking è un brano pieno, corposo, energico, nonostante l’andamento non troppo aggressivo; le atmosfere sono lugubri e cupe, guidate da un growl molto espressivo e talvolta paradossalmente ‘gentile’, dunque al tempo stesso il brano risulta melodico (pure qui l’uso del piano è massiccio) e d’impatto immediato, fermo restando che, per forza di cose (growl in primis) i ganci catchy sono presentati più che altro dalla chitarra solista.

 

Il lavoro si chiude con By moon and star, evocativa traccia aperta da un’intro tastieristica in cui il cantato resta teatrale e intenso, emergendo da un impianto ben strutturato e amalgamato nonostante frequenti cambi di tonalità, soprattutto nella seconda parte, dove il finale vero e proprio scivola quasi nel symphonic metal.

 

In definitiva un buon lavoro che potrebbe lasciarsi ascoltare gradevolmente dagli appassionati di qualsiasi sottogenere metal e non.

Tracklist:

1.Abeyance

2.Remnants

3.Fraught

4.Absit Omen

5.To stir the sea

6.In parting

7.The dream and waking

8.By moon and star

Formazione

George Kosmas – Voce/chitarra

Shaun Sykes – Chitarra solista

John Richardson - Basso

Steve Merry – Piano/tastiere

Jimmy Vanden Broeck - Batteria

 

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