Presentatisi come headliner sullo Jagermeister Stage al Sonisphere del 2011, pare che gli Witchsorrow abbiano strappato non pochi accoliti al palco principale dove si stavano esibendo i Metallica. Evidentemente nel mondo del metal in molti auspicano a un ritorno alle origini e a un approccio più grezzo e puro rispetto a tutto quanto può ancora chiamarsi davvero heavy metal, doom o thrash che sia. E qui si parla di doom. Il giovane trio britannico composto da Necroskull (voce e chitarra), Emily Witch (basso) e David Wilbrahammer (batteria) propone difatti un doom metal primitivo, non contaminato dalle più moderne trovate per rendere il genere più orecchiabile e commerciabile. In questo modo gli Witchsorrow già si erano presentati con l’omonimo album di debutto, e questo secondo God Curse Us conferma la loro posizione e la loro ‘scuola’.

 

Registrato intorno ad Halloween da Chris Fielding agli Wales Foel Studios (Electric Wizard, Primordial, Hawkwind), God Curse Us è un album “che porta lo spirito oscuro dei Black Sabbath degli anni ’70 verso il 2012, catturando l’essenza dark del doom classico: riff funerei e pesanti, atmosfere opprimenti, voci meste e sinistre” (così li presenta la Rise Above Records di Lee Dorrian).

 

“Voglio portare avanti quanto i Sabbath hanno iniziato” ha dichiarato il frontman Necroskull. “Voglio mantenere viva quella vecchia fiamma. Penso sia ciò che tutte le band doom si sono sempre sforzate di fare. E’ un enorme privilegio aggiungere il nostro colore personale alla grande tappezzeria del doom metal.”

I titoli e la durata dei brani (mediamente intorno agli otto/dieci minuti) già la dicono lunga sulle tenebre e l’asfissia che permeano il lavoro complessivo. Aurora Atra ci martella con un riff da marcia funebre, strascicato e ossessivo, alternato alla voce luttuosa e sgraziata al punto giusto; verso la fine del brano, l’estenuante riff, ripetuto fino alla nausea, trasfigura in una cavalcata demoniaca, per ripartire a ‘camminare’ inesorabile nella traccia che dà il titolo all’album (“una funerea visione dell’Apocalisse” – Rise Above); i toni della voce si fanno ancora più grossolani e sbozzati all’interno della granitica costruzione, i vagiti della chitarra sono impreziositi dall’effettistica, mentre la struttura del brano richiama il precedente con il dimezzamento finale dei valori ritmici. In Masters of Nothing incontriamo un’introduzione giocata sui colpi della batteria, la marcia per il patibolo prosegue, “morbosa tetraggine strisciante” (Rise); anche qui la seconda parte pare voler rendere il tutto più scattante, ma l’andamento si mantiene comunque paurosamente lento, opprimente, soffocante, quasi snervante. Ab Antiquo è un breve intermezzo di circa due minuti, una sorta di preludio dark che trema e sussulta per raggiungere Megiddo, la località israeliana in cui, secondo alcune interpretazioni della Bibbia, dovrebbe avvenire l’Armageddon. Difatti, anche a livello prettamente musicale, le sonorità si arricchiscono di tenebrose fascinazioni esotiche e litanie minacciose in preparazione della battaglia finale; di nuovo, all’approssimarsi della fine, la struttura si velocizza, rapido appare persino l’assolo di chitarra, seppure il finale vero e proprio ci riporta su valori cadenzati in maniera lenta e assillante. La “rottura delle tradizioni” di Breaking the Lore (brano relativamente breve intorno ai quattro minuti) porta uno spacco anche nell’andamento complessivo della marcia funeralesca e veniamo catapultati in un’atmosfera completamente diversa, dove l’heavy metal più puro e primitivo la fa da padrone, pur se le sciabolate indolenti e oscure si insinuano ancora qua e là. Il finale dell’album è anche il brano più ampio (Den of Serpents conta ben dodici minuti): nella tana del serpente, sinuoso e strisciante, la voce raschia, e veniamo di nuovo avvolti nella spirale del solito andamento tormentoso e asfissiante.

In definitiva, un lavoro di tutto rispetto che non mancherà di affascinare gli appassionati del genere nella sua forma più ortodossa. “Non per i fan del lato luminoso del metal” (Rise).

Witchsorrow - God Curse Us

Genere: Doom Metal

Etichetta: Rise Above Records

Numero di catalogo: RISECD/LP147

Uscita: 28 Maggio 2012

Tracklist:

 

01. Aurora Atra

02. God Curse Us

03. Masters of Nothing

04. Ab Antiquo

05. Megiddo

06. Breaking the Lore

07. Den of Serpents