Era la fine degli anni ‘60, quando il Regno Unito cominciò a sfornare i principali gruppi sorti a padrini del metal e del progressive; ma i primi a parlare esplicitamente di occultismo, stregoneria e Satana nei loro testi furono i Black Widow.

 

Lo scioglimento della band avvenne nel 1973, senza che il quarto album (pubblicato poi nel 1997) potesse uscire.

 

Già da diversi anni, alcuni membri della formazione originale si sono messi a lavoro sull’album della reunion, Sleeping with demons, che sin dalle prime notizie trapelate sulla stampa ha attirato l’attenzione di molti curiosi più o meno noti. Tony Martin, per esempio, cantante dei Black Sabbath fra il 1987 e il 1991 e ancora dal 1993 al 1997, ha dimostrato molto interesse ed è entrato subito come guest.

 

L’attuale formazione, della vecchia guardia comprende Geoff Griffith (basso, chitarra, tastiere, armonica e voce) e Clive Jones (flauto, sax, tastiere e voce); la line up è poi arricchita da numerose guest star: oltre al già citato Tony Martin, troviamo difatti fra gli altri il nostrano Paolo Apollo Negri degli Wicked Minds (tastiere e Hammond) e Kay Garret (voce e cori), cantante nella demo originale di Sacrifice quando ancora i Black Widow si chiamavano Pesky Gee!.

La prima metà di settembre ha visto l’uscita del brano di lancio sul sito web del gruppo (www.blackwidowrockband.co.uk) nonché del videoclip della title track girato da Kenny Lykins/Black and White Films (www.blackwidowrockband.co.uk/sleepingwithdemons).

 

L’attesissima uscita è avvenuta il 17 ottobre scorso su iTunes (http://itunes.apple.com/preorder/sleeping-with-demons/id463694333), mentre il CD arriverà lunedì prossimo, per Halloween.

 

40 anni per tornare, ma ci sono riusciti.

 

Come spiegato nelle note del libretto, Clive Jones, autore fra l’altro del brano probabilmente più celebre del gruppo (Come to the Sabbat), aveva in mente da tempo di lavorare a un nuovo album, e il fatto di non vedere Geoff Griffith, che vive in Thailandia da oltre trent’anni e lì lavora ai Clear Blue Sky Studio, dove è stato in parte registrato il disco, non lo ha fermato. Al duo si sono aggiunti in seguito Paolo Apollo Negri e Kay Garret. Da non tralasciare inoltre l’apporto ispirazionale e logistico di Pasi Koivu, a capo del fan club nonché musicista egli stesso, così come l’artwork di Hugh Gilmour, autore anche di precedenti lavori per i Black Widow.

 

Sin dagli esordi, vuoi per i temi, vuoi per le radici musicali, i Black Widow sono stati accostati ai Black Sabbath (all’epoca c’era una sorta di rivalità, pur trovandosi le due band sotto lo stesso manager) e Clive ha pensato che sarebbe stato divertente avere in formazione un membro dei Black Sabbath, così ha contattato Tony Martin tramite Facebook, e il vocalist è corso a trovarlo entusiasta.

 

Clive e Geoff hanno impiegato oltre un anno a scrivere i pezzi, inserendoli in una linea narrativa: Era una notte buia e tempestosa...

 

"Un antico artefatto viene ritrovato, nella fattispecie una testa di demone.

Una strana pulsazione della testa fa sì che tutte le bussole puntino verso Est e il rischioso viaggio inizia con lo svelarsi di un terribile segreto.

Dopo molti giorni di viaggio, un blocco di roccia ostacola il cammino e tutt’intorno c’è un sentore di morte.

D’un tratto, appare un’apertura e i due coraggiosi archeologi entrano, inconsapevoli di aver aperto il portale per l’Inferno, scatenando i demoniaci poteri che distruggeranno amore e ambizione ovunque saranno.

Sono entrati nella Stanza di tutti i mali.

Lontano, molto lontano, in una città dell’Occidente, una giovane madre comincia ad accusare malesseri, vivendo il preludio di un incubo. Perderà tutto ciò che ha di più caro, dormendo con i demoni. La sua famiglia è indifesa. E’ stata presa!

Il Diavolo stesso, adesso Presidente del Mondo, parla al popolo attraverso Radio Ade, reclamando la restituzione della testa di demone, trasmettitore fra Paradiso e Inferno, per ripristinare l’equilibrio di bene e male - in quanto non possono esistere l’uno senza l’altro - così, si corre per la vita!

Dopo un terrificante calvario per riportare il mortale artefatto demoniaco nella Stanza di tutti i mali, le tenebre si sollevano.

I nostri eroi camminano nella luce, verso un nuovo inizio, una nuova nascita, anche se niente sarà più lo stesso.

Fine...?"

 

Se, a livello musicale, il disco risulta molto più commerciale - la batteria del resto è elettronica e la strumentazione si riduce prevalentemente al duo base, seppur coadiuvato dagli ospiti d’eccezione - di quello che ci saremmo aspettati da un gruppo che ha le sue radici nel progressive rock, l’ascolto risulta piacevole, divertente e variegato.

 

Hail Satan si insidia ossessiva e luciferina nell’orecchio attraverso il caratteristico timbro di Tony Martin. Riprendendo alcuni temi musicali e verbali di Come to the sabbat, di cui si configura come una sorta di sequel, si snoda in una costruzione dal retrogusto pop rock che culmina nella pop/dance anni ‘80 di That’s when evil touched me, un brano molto orecchiabile e bizzarro il cui testo porta la firma della liricista canadese Sylvie Durette, nota nell’ambiente musicale internazionale per il suo impegno a favore della causa animalista.

 

Rock’n roll e glam sono le chiavi per inquadrare Partytime for demons, mentre la struttura della suggestiva Even then Devil get the blues, magistralmente interpretata da Kay Garret e dall’armonica di Griffith, è tipicamente - giustappunto - blues.

Dopo l’interludio di Artefact, partono con l’accattivante Eastward le sezioni dedicate al concept. L’Hammond la fa da padrone e l’ossessività incalza fino al martellamento chitarristico di The Portal to Hell. Un nuovo interludio (anzi, ‘Prelude’ to the nightmare), voce-piano, ci porta nelle atmosfere solo apparentemente rilassate della protagonista occidentale e si apre sulla title track (Sleeping with Demons): arricchiata da samplers e suoni vintage, si configura sicuramente come uno dei brani di maggior interesse dell’intero lavoro.

 

Il retrogusto progressivo, amplificato dall’uso del moog, si fa sentire in un altro brano commistionato col pop, Taken, che non si discosta troppo dalle sonorità del successivo Radio Hades, stravagante incursione del Diavolo che, con voce dittatoriale, riprende l’invito verbale e flautistico a unirsi al sabba... sabba che nel 2011 è diventato un elettronico show.

 

Mentre l’assolo di chitarra di Run for your life descrive la corsa dei due personaggi all’interno della Stanza di tutti i mali, la tastieristica Into the light ci porta all’oscuro e ambiguo ‘postludio’ di Birth (con ripresa finale del brano precedente, a chiusura del cerchio).

 

Se la rabbiosa bonus track, Evil Clock, sembra sgusciare da tutto un altro disco, l’impressione non è erronea: la traccia era originariamente destinata al side project di Jones, gli Agony Bag, poi Griffith ha aggiunto gli orologi e ha deciso di inserirla nell’album. Purtroppo Stefan Bender degli Agony Bag, che ha registrato la chitarra del brano, ci ha lasciati prima di poterlo ascoltare, ma a lui è dedicato l’album.

 

Sleeping with Demons è in definitiva di un lavoro inatteso, per quanto annunciato. Diverso dalle aspettative, ma non per questo meno interessante e divertente.

Leggi qui l'intervista a Clive Jones.