Sono molti i progetti che vedono impegnato l’ormai richiestissimo regista statunitense Darren Aronofsky (Leone d'Oro a Venezia nel 2008 con The Wrestler) e il tanto atteso Wolverine 2 è uno di questi.

In questi giorni se n’è aggiunto un altro, forse tra tutti il meno convenzionale e il più sentito dal regista. Non stupisce che Aronofsky abbia la capacità di farsi produrre film controcorrente, fuori dagli standard hollywoodiani che tendono a seguire le strade sicure. Darren, infatti, si sta sempre di più distinguendo per la sua capacità di produrre idee nuove e uniche, al di là dei paradigmi esistenti, quasi che, senza esagerare, potremmo definirlo uno Steven Spielberg di nuova generazione.

Così, mettendo da parte offerte ben più facili (e con molta probabilità più remunerative), il regista statunitense ha preferito dedicarsi a un progetto decisamente più coraggioso, che si preannuncia essere sulla scia di un cinema alla David Cronenberg (La Mosca 1986, eXistenZ 1999). Stiamo parlando di Machine Man, l’adattamento dell’originale romanzo-esperimento seriale online di Max Barry, di cui la Mandalay Pictures si era già assicurata i diritti cinematografici nel 2009, ancora prima che venisse pubblicata la parte conclusiva.

Il film, scritto da Mark Heyman, che ha già lavorato con Darren Aronofsky in Black Swan (nelle sale italiane nel 2011) riprenderà fedelmente il racconto di Barry apparso a puntate sul suo sito web. Un folle ingegnere cibernetico, stanco della sua anonima esistenza, trova il modo per migliorarsi, differenziarsi, sostituendo le parti del proprio corpo con arti di titanio. Ma con sua sorpresa, ben presto, scoprirà di non essere il solo.

Con Cathy Schulman produttore per la Mandalay Pictures e lo stesso Barry come executive producer, si attendono notizie sulla data di inizio lavori.