Il fansite dedicato a Stephen King Lijas Library ha pubblicato recentemente un’intervista a David Kajganich, che sta lavorando ai remake sia di Pet Sematary per la Paramount Pictures sia di It, realizzato nel 1990 come film per la TV.

 

Per quanto non ‘firmato’ da De Palma (Carrie, lo sguardo di Satana), Kubrick (Shining), Cronenberg (La zona morta), Carpenter (Christine, la macchina infernale), Romero (La metà oscura), tanto per fare alcuni dei nomi più noti che hanno trasposto sul grande schermo le opere di King, il film sul cimitero degli animali di Mary Lambert del 1989 era riuscito a ricreare in modo fedele ed efficace l’atmosfera del romanzo. Difficile dire se un remake potrà dire di più.

“Volevano fare appello a un pubblico più giovane” ha dichiarato Kajganich, “per cui si era parlato di trasformare Ellie nel personaggio principale. E’ stato straziante, ma questo è il modo in cui le cose talvolta funzionano. Gli studio sono stati abbastanza comprensivi e il progetto è rimasto in sospeso fino a pochissimo tempo fa. Le notizie recenti sono che la Paramaount ha fatto ripartire da capo il progetto con un nuovo produttore e un nuovo sceneggiatore (rispettivamente Lorenzo Di Bonaventura e Matt Greenberg). Vorrei poter dire qualcosa riguardo il loro approccio, come sta andando, ma ora sono completamente fuori dal giro.”

Diversi I parametri di giudizio in merito all’approccio per It che uscì originariamente non per il grande schermo ma come film per la TV. Anche se, difficilmente, il carisma di Tim “Frank-N-Furter” Curry nel ruolo del pagliaccio Pennywise potrà mai essere eguagliato...

“In tutte le mie trattative con gli studio, è stato solo discusso come film unico. La lunghezza del libro è chiaramente più adatta per una mini serie e comprendo molto bene come mai hanno preso questa via l’ultima volta, ma ritengo davvero che il contenuto del libro sia più appropriato per il cinema" dice Kajganich. “Credo che la più grossa differenza sia che  sullo schermo stiamo lavorando con i due terzi del tempo della miniserie. Sembra terribile, lo so, ma non significa necessariamente due terzi della quantità della storia. Sto cercando tutte le vie che posso per rendere certe scene ridondanti e approfondendo e doppiandone altre. Per me è un processo interessante perché ha l’effetto di intensificare l’intera tematica, ma può portare a sorprese drammatiche. Ho pensato che per la coerenza sarebbe stato fondamentale tagliare alcune scene, mentre altre, che erano transitorie nel libro, si sono rivelate determinanti per la sceneggiatura.

"So di essere vago” ha concluso, “ma non c’è molto che possa dire a questo punto in merito ai particolari, dal momento che siamo ancora in fase di sviluppo. Per adesso posso solo dire che stiamo davvero cercando di rientrare nei recinti.”