‘Barbara’ è il nome con cui in Svezia vengono chiamate le bambole gonfiabili. Se un gruppo metal di sole donne vorrebbe vederle crocifisse, il significato risulta chiaro.

 

La genesi del nome delle Crucified Barbara risale a un concerto a cui assistettero Klara, Ida e Joey (prima cantante della band), quando videro un ragazzo appendere a una croce una bambola gonfiabile. La simbologia piacque loro tanto da portarle ad assumere l’espressione quale appellativo della band.

Il titolo del loro ultimo e secondo album, ‘Til Death Do Us Party, ha invece un doppio significato: una promessa di impegno reciproco, una sorta di matrimonio della band, nonché l’intenzione di divertirsi nel corso di questa esperienza.

 

Horror Magazine ha avuto l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con Mia Coldeheart, frontwoman del quartetto svedese, e di approfondire la conoscenza di questa band che ha già un largo seguito fra il pubblico italiano.

Ciao Mia, innanzitutto benvenuta sulle pagine di Horror Magazine. Certo non siete nuove al pubblico italiano, dato che avete suonato molte volte nel nostro paese. Significa che il riscontro live da parte dei nostri connazionali è positivo?

Grazie! Ci piace davvero suonare in Italia, abbiamo un largo supporto e molti fan e amici che vengono sempre ai nostri show e ci pare ovviamente grande. Poi è sempre diverso ogni volta che veniamo, un giorno suoniamo a un enorme festival metal per 10.000 persone, il giorno dopo in una casa occupata, con mattoni a vista, senza finestre e un pubblico di 30 punk. Ogni volta è una grande avventura perché non lo sai mai!; -) Infine, personalmente credo che gli Autogrill siano le migliori fermate di autostrada in Europa, hehe!

Puoi raccontarci un aneddoto che vi è successo qui?

Ci sono successe un sacco di cose quando abbiamo suonato in Italia. Uno dei nostri ricordi più divertenti è quando abbiamo suonato al PegoRock festival nel 2007 e siamo arrivate molto tardi la sera prima dell’esibizione. Non avevamo visto bene l’ambiente quando ci eravamo registrate in hotel. Così fu una vera sorpresa al mattino quando, camminando all’esterno, ci rendemmo conto che si trattava di una fattoria! Nicki andò a salutare un asinello e un’anziana signora arrivò inciampando; molto determinata gli mise una spazzola in mano e puntò l’asino. Nicki non si azzardò a fare nulla ma cominciò a strigliare l’asino, giacché la signora anziana se ne stava in piedi accanto a lei e guardava. Quando abbiamo finito di farcela sotto dalle risate, Ida ha voluto strigliare anche lei l’asino, così ha preso una spazzola pure lei. Dopo che la signora ci ha detto di andare con lei, l’abbiamo seguita, ed è andata che ci siamo messe a nutrire centinaia di oche, tacchini e altre specie di grossi uccelli, poi siamo andate a dare da mangiare anche ai maiali. E’ stato molto divertente, un modo piacevolmente diverso di impiegare la nostra mattinata in tour! Suppongo che non avessimo un buon odore allo show successivo, ma ne valeva la pena…

Di recente avete partecipato al Melodifestivalen. Come stata l’esperienza?

E’ stata una cosa davvero spontanea, ci è stato chiesto di partecipare e sul brano c’era già la mia voce dato che l’avevo cantata sul demo (non sapevo che l’autore stesse per inviarla al contest); la canzone è piaciuta a tutte così abbiamo pensato perché diavolo dire di no. All’inizio abbiamo detto di no, ma solo perché fra i fan del metal non è ben accetto avere qualcosa a che fare con questo contest, ma noi che abbiamo pensato che sarebbe stato divertente, ci siamo subito rese conto che sarebbe stata una finzione se non avessimo sfruttato quest’opportunità. Se avessimo detto di no per la paura di ciò che gli altri avrebbero potuto pensare, saremmo state ancora più false nei confronti di noi stesse e dei nostri fan! Effettivamente è stata una delle mie esperienze più divertenti, è l’evento televisivo più importante ogni anno in Svezia e una fantastica produzione di cui far parte. Abbiamo avuto molta attenzione da parte dei media, e solo risposte positive da parte dei fan e degli amici, tutti hanno riso e hanno detto “Andate!” La maggior parte dei nostri fan sono abbastanza consapevoli del fatto che volevamo solo divertirci e avere un po’ di promozione, ci piace molto questa canzone e ci piace fare cose nuove. Ora è finita e siamo tornate alla normalità, troviamo grande suonare di nuovo live!

 

So che l’avventura delle Crucified Barbara è iniziata ai tempi della scuola. Puoi raccontare ai nostri lettori la vostra storia?

 

Klara e Ida si sono conosciute nel 1995 e hanno iniziato a suonare insieme (intorno ai 15/16 anni). Poi hanno trovato Nicki in un centro commerciale con delle bacchette, così le hanno chiesto se voleva unirsi alla band – la vita è più semplice quando sei giovane, haha! C’era un’altra cantante a quel tempo, Joey. Le incontrai a una festa in periferia di Stoccolma nel 2000, le avevo viste in alcune serate nei paraggi, stavo cercando una nuova band e mi sono proposta. Loro avevano bisogno di una chitarrista solista, così dopo una prova ero nella band. Nel 2003 Joey dovette abbandonare il gruppo e cercammo una nuova cantante ma era difficile trovare quella giusta, così un giorno ci ho provato. Non era perfetto, ma funzionava, perlomeno meglio di prima, così decidemmo che avrei dovuto sia suonare la chitarra sia occuparmi della voce solista. Ho rimpianto questa decisione molte volte quando ho dovuto tornare a letto presto da feste divertenti per riposarmi la voce, ma a distanza di tempo sono molto grata per questo, altrimenti sarei stata una debole. E ora tengo di più alla mia salute! Nel 2005 abbiamo inciso il nostro primo album, In Distortion We Trust, e con quest’album ci siamo guadagnate un tour con Pain, Sepultura, In Flames, Motörhead, con cui abbiamo girato in Europa, Russia e Australia e suonato a un sacco di festival importanti. 2009: ‘Til death do us party è uscito, prima abbiamo fatto un tour in Svezia, alcuni festival in autunno e abbiamo tenuto la nostra prima headline attraverso l’Europa. Ora stiamo lavorando all’album numero 3 e non vediamo l’ora di esibirci in qualche micidiale gigs in primavera ed estate. Fra l’altro suoneremo al Wacken Open Air che è assolutamente fantastico!

Quali sono i tuoi artisti di riferimento (in particolare per quanto riguarda i modelli femminili)? Qualche anno fa qui Italia hanno avuto molto successo i vostri connazionali Roxette che, per quanto pop in molti dei loro risultati, avevano una ‘frontwoman’ con un approccio decisamente rock...

 

Hehe... Ho una storiella divertente sui Roxette... I Nirvana sono stati la prima band che ho iniziato ad amare, mi hanno cambiato la vita! Mi sono lasciata tutto dietro, tutta la musica che mi era piaciuta, e per qualche ragione non mi piaceva nient’altro che i Nirvana, le Hole e qualche altra band sparsa correlata all’etichetta di ‘grunge’. Credo fosse una questione di atteggiamento, avevo 14 anni, capelli rosa e una chitarra presa in prestito, e mi sono rifiutata di dare opportunità a qualsiasi altra band metal per anni. Ma quando nel fine settimana andavo in campagna a trovare mio padre, avevo con me una cassetta freestyle e fra tutte le cassette dei Nirvana ne avevo una con Roxette, perché nonostante tutto li adoravo! Addirittura dovevo nascondere le cassette dalle mie sorelle minori, perché non volevo che loro vedessero che ascoltavo ancora quella band!

Ora a distanza di tempo non mi vergogno di nulla nella mia collezione di dischi: pop, metal, folk, cantautorato, country, electro, non ho bisogno di dimostrare niente a nessuno... e Roxette dovrebbe avere tutti gli apprezzamenti per aver scritto canzoni estremamente belle! Tornando ai miei modelli, il mio primo idolo femminile è stato Courtney Love. Mi sono riferita a lei per un po’ di tempo, per essere stata l’unica ragazza che conoscevo con una band eccezionale! Quando i Drain fecero uscire il loro primo album ci trovai della musica più pesante a cui fare riferimento. E anche i Phantom Blue sono stati una grande ispirazione, specialmente, l’album Built To Perform, è micidiale! Ho guardato molto anche a Michelle Meldrum (RIP) e sono quasi svenuta quando l’ho incontrata in Svezia per la prima volta intorno al 2001; poi ho anche preso delle lezioni di chitarra da lei, è stato meraviglioso! Oltre che da queste band ero completamente presa anche da Megadeth, Metallica, Alice in Chains, Testament, e molte altre, ma era più significativo avere donne rockers con cui identificarmi. Adesso il mio più grande modello vocale è Alisson Krauss. Canta country/blue grass e amo molto la sua voce perché ha il raro talento di essere un’incredibile cantante/musicista e al tempo stesso avere una grande personalità e feeling nella voce.

 

Mia Coldheart © Steff Granström
Mia Coldheart © Steff Granström
Il vostro secondo album ha un suono molto più energico del primo. E’ stato difficile portare avanti questa scelta in studio?

 

Il nostro obiettivo era quello di fare un secondo album più pesante, più dinamico e che suonasse il più possibile come un live, un po’ più ruvido. Siamo molto felici del risultato, è venuto fuori nella maniera che volevamo.

 

Quali sono le tue canzoni preferite dell’ultimo album? Quali sono i motivi?

 

Mi piace Blackened Bones, perché è heavy ma non così veloce come molti altri brani. E’ più nel mio stile sebbene creda che ci siano altre canzoni con melodie migliori, per esempio. Mi piace anche perché il testo riguarda una persona che esiste davvero e l’ho scritta in preda alla rabbia, così la canzone è molto vera e genuina, ed è anche molto divertente da suonare!

Il mio pezzo preferito è “Can’t handle love”. Il ritornello è very catchy e significativo al tempo stesso. Una donna che deve occuparsi di rock and roll non ha tempo per l’amore vero, anche se incontra la persona che ha sempre sognato. Lo pensi davvero o è solo una storia da raccontare?

 

Bella domanda... :-) Effettivamente il testo è stato scritto perlopiù da Klara, ho fatto solo qualche piccola correzione per adattare le vocali. Per me questo testo riguarda l’aver paura di fare il passo finale e legarsi di fatto con qualcuno a un livello più profondo, come il passare dallo scherzare al dire a qualcuno che ti piace sul serio e tutto quel che ne consegue. E prendere la via più semplice – fuggire – invece di restare e cercare di scoprire se può essere quello giusto. Non so se sia difficile gestire le questioni amorose per un rocker, ma sicuramente le tentazioni sono di più, e ravvicinate, se hai una rockband in tour invece che un lavoro in ufficio dalle 9 alle 5 :-) ed è difficile sapere quando uno è sincero o no. Riguardo il testo, posso senza dubbio sentire questa situazione e cantarla in modo genuino, ma ora sto abbastanza bene e mi fa piacere occuparmi d’amore :-)

 

Nei vostri testi c’è molta vita vissuta?

 

Attingo sempre dalle esperienze della vita, sentimenti, frammenti di sogni, storie della mia vita o quella di altri, a volte da cose che ho letto o di cui sento parlare. Così vario. Non mi piace scrivere sui cliché del rock’n’roll, per quanto i testi risultino talvolta abbastanza semplici, c’è sempre un pensiero dietro. E non credo che i testi debbano essere estremamente seri tutte le volte, fintantoché il messaggio passa può essere sia in modo divertente che serio.

 

Da donna a donna: l’aspetto più demoralizzante in questo ambiente è sentirsi dire cose tipo: “Be’, per essere una donna”. Credo che a questo punto odiate certe domande. Si dice che per riuscire bisogna suonare meglio – almeno il doppio - di un bravo musicista maschio. Vi siete scontrate con molti dinosauri agli inizi? Ne trovate di non ancora estinti?

 

Quando ho iniziato a suonare e ho formato la mia prima band, e poi ho proseguito con le Crucified Barbara e configurato la nostra carriera, non abbiamo mai dovuto affrontare nessun commento o opinione cattivi per quanto ne so; di certo alcune persone hanno opinioni come questa ma non gli abbiamo mai permesso di raggiungerci. La più grande minaccia per la mia autostima ero io stessa, ero io che mi ripetevo costantemente che non potevo farcela, non sono abbastanza brava, non dovrei andare a fare una carriera di musicista e così via... Penso che molte ragazze (e ragazzi?) ci si riconoscano. Sebbene all’inizio non fossimo così brave, avevamo l’atteggiamento giusto e obiettivi ben precisi, e la gente lo rispetta. E non ci interessa di quelli che non lo fanno.

Il giornalisti possono essere di una mentalità estremamente ristretta senza saperlo, e riceviamo sempre domande stupide su questa cosa dell’ “essendo una donna”, ma va bene fintantoché possiamo dire loro che per noi non fa differenza, facciamo solo le nostre cose. Ma mi fa ancor amolto incazzare, e talvolta mi rattrista, quando la gente viene da noi dopo una bella esibizione e dice: “Oh belle! Siete la MIGLIORE band femminile che io abbia mai visto! Siete addirittura meglio delle Girlschool! E conosco solo le Girlschool, le Donnas e voi. E voi siete le migliori!” Ok, prima di tutto, perché confrontare le band? Davvero la gente mette a confronto le sue band maschili preferite? E dovrebbe essere una bella cosa essere le migliori fra 3, quando ci sono altre centinaia di migliaia di metal e rock band ma non siamo in combutta perché siamo ragazze?? Ma come pensa la gente? Quando la gente ci confronta con altre band di ragazze è ovviamente solo perché siamo ragazze, ma mi piacerebbe chiedergli: “Ehi, chi sono meglio, i Metallica o i Foo Fighters?” Il caso peggiore è successo la scorsa settimana quando un giornalista ha iniziato a parlare delle Spice Girls e se eravamo gelose della loro carriera... MIO DIO!!!

 

Un aspetto difficile è il fatto che dovendo fare casting fra musicisti rock and roll uomini, c’è molta più scelta. Mettendo su una band di sole donne, bisogna o attendere con pazienza la persona giusta o accontentarsi. Vi siete subito trovate in sintonia? Come vi siete affiatate? Andate molto in giro in insieme anche quando non suonate? Vi trovate spesso in sala prove?

 

Credo che se stai per mettere su una band o hai perso dei membri, non bisogna fermarsi di fronte all’idea di essere solo ragazze – o ragazzi. Fintantoché sei allo stesso livello, di testa e di cuore, il genere non conta, è già dura abbastanza trovare le persone giuste con cui suonare.

Siamo buone amiche all’interno della band e non andiamo d’accordo sin dall’inizio. Quando ci sono cose su cui discutere, le risolviamo e andiamo avanti. Ci viene il mondo contro e noi ci uniamo. Ci incontriamo spesso anche durante il tempo libero, andiamo a berci una birra o ceniamo a casa. Per me non è di vitale importanza che tutti all’interno di una band siano l’uno il migliore amico dell’altro, ma è sicuramente un bonus!

Crucified Barbara © Steff Granström. Da sinistra: Klara, Mia, Nicki, Ida.
Crucified Barbara © Steff Granström. Da sinistra: Klara, Mia, Nicki, Ida.

In ogni caso, siete fra i pochi gruppi femminili, oltretutto metal, che sono riusciti a farsi apprezzare dal grande pubblico e soprattutto a farvi considerare dagli uomini loro pari. Di belle ragazze che suonano ce ne sono tante, ma difficilmente raggiungono certi livelli, dunque le malelingue non possono addurre al vostro successo il vostro aspetto fisico. Cosa ha influito maggiormente secondo te? Il talento, la tecnica, o la tenacia?

Non penso troppo alla sostanza, facciamo solo le nostre cose, lavoriamo molto seriamente e al tempo stesso talvolta possiamo ridere della vita e di noi stesse, stiamo passando un buon periodo e facendo la musica che amiamo. Credo che il nostro successo sia il risultato di buona musica, duro lavoro e cuori genuini.

Vedo che siete molto attive su Internet, con aggiornamenti, messaggi e addirittura chat on facebook. Cosa pensi dei moderni mezzi di comunicazione. Possono davvero aiutare un musicista di oggi? Ti piace restare in contatto con i fan?

E’ importante essere online in questi tempi quando la gran parte della vita quotidiana avviene in Internet, e mi ci intrattengo a lungo. Ma prende anche un sacco di tempo a confronto di ciò che avevano da fare i musicisti una quindicina di anni fa. Oggi i fan in qualche modo chiedono un ‘accesso completo’ alle loro band preferite e non è proprio possibile. Mi piace parlare con i fan e sono solita rispondere alle e-mail quando vedo che quella persona ha impiegato del tempo per scrivere e non solo un “ciao e arrivederci.”

 

Siamo un Magazine Horror che lascia spazio al metal, ma i nostri lettori saranno sicuramente curiosi di sapere se hai qualche particolare passione cinematografica, televisiva o letteraria legata a questo immaginario.

 

Uhm... Per me, la più grande passione dopo la musica è dipingere e disegnare. Odio quando la TV e i film mi tengono lontana dal dipingere, cosa che sfortunatamente succede abbastanza spesso, dato che è facile finire davanti alla TV haha... Sono anche impaziente di fare delle esposizioni in futuro.

Grazie Mia, è stato un piacere chiacchierare con te. Speriamo di vederci presto sia sulle nostre pagine che sui nostri palchi! Un saluto per Horror Magazine?

Ciao e grazie a tutti voi lettori di Horror Magazine, per esservi soffermati a leggere questa intervista, spero l’abbiate gradita. Torneremo presto con un nuovo album per tutti voi, restate sintonizzati!!! :)

 

Discografia Crucified Barbara:

In Distortion We Trust (GMR, 2005)

'Till Death Do Us Party (GMR, 2009)

Sito ufficiale: www.crucifiedbarbara.com

MySpace: www.myspace.com/crucifiedbarbara

Facebook: www.facebook.com/profile.php?id=564292760&ref=search&sid=1376728067.2105773832..1