"Durante la mia lunga carriera nell’industria del cinema, ho ricevuto moltissime sceneggiature, anche per il mio noto interesse per il lavoro di nuovi registi... Quando ho letto The Orphanage, mi sono reso immediatamente conto di avere a che fare con un’eccezione. La sceneggiatura di Sergio G. Sánchez era la migliore che mi capitasse di leggere da anni. The Orphanage è più di un film horror: il suo ritmo è impeccabile, la sua composizione visiva straordinaria, non fa affidamento sugli effetti speciali per far paura allo spettatore, e offre un’interpretazione molto personale dei luoghi e delle convenzioni del cinema di genere". Che altro aggiungere alle parole di un maestro come Guillermo Del Toro (Il labirinto del Fauno)?

Vincitore di 7 premi Goya, tra cui miglior regia per un esordiente, miglior sceneggiatura e miglior effetti speciali, The Orphanage si appresta a solcare il mediterraneo per conquistarsi un posto ai vertici del box office. Oltreoceano sembrano tutti d'accordo nel considerare il film di J.A. Bayona "una meravigliosa storia di fantasmi" o addirittura "il miglior film del 2007" anno in cui è stato distribuito nelle sale americane. E in Italia? E' davvero questo il film horror dell'anno? Non lo sapremo fino al 14 novembre, data della release nostrana. Nel frattempo, vi lasciamo un nutrito aperitivo di notizie con cui deliziare le vostre curiosità. Mettetevi comodi, il conto alla rovescia è iniziato...

LA TRAMA

Laura ha trascorso gli anni più felici della sua infanzia in un orfanotrofio vicino al mare, accudita dal personale e dagli altri bambini orfani che lei ha amato come fossero fratelli e sorelle.

Trent’anni dopo, torna in quel luogo con suo marito Carlos e il figlio Simon di sette anni, con il sogno di ristrutturare e riaprire l’orfanotrofio, a lungo chiuso e abbandonato, per farne una dimora per bambini disabili.

La nuova casa e i suoi dintorni misteriosi stimolano l’immaginazione di Simon, e il ragazzo comincia a intrecciare una tela di storie fantastiche e di giochi con amici immaginari... Una pericolosa tela che comincia a infastidire Laura, trascinata nello strano mondo del bambino che riecheggia di ricordi a lungo dimenticati e profondamente inquietanti della sua stessa infanzia. A mano a mano che il giorno dell’apertura si avvicina, la tensione cresce all’interno della famiglia. Carlos resta scettico, convinto che Simon stia inventando tutto nel disperato tentativo di attirare l’attenzione. Ma Laura lentamente si convince che qualcosa di terribile, rimasto a lungo nascosto, si aggiri nella vecchia casa, qualcosa che aspetta di venir fuori per fare del male alla sua famiglia.

LA SCENEGGIATURA

Sebbene la prima versione della sceneggiatura di Sánchez risalisse al 2000, è stato solo nel 2004 che The Orphanage è arrivata nelle mani di Bayona, che ha accettato di dirigerlo. Quasi subito, il progetto è stato selezionato dal Sundance Institute’s Script Lab. Sánchez e Bayona hanno trascorso oltre un anno a riscrivere la storia. "Era essenzialmente una buona sceneggiatura, ma sentivo il bisogno di adattare la storia ai miei gusti. Volevo renderla più personale", ricorda Bayona.

The Orphanage ha molto in comune con un genere di cinema fantasy che oggi si vede raramente. Parla del terrore che si nasconde nelle cose di tutti i giorni, cose che mostrano gradualmente qualcosa di anomalo fino a spalancare le porte alla pazzia. L’orrore descritto in The Orphanage non proviene dall’esterno, o dalla mente di uno psicopatico, né scaturisce dal fatto che i personaggi si aggirino in qualche luogo proibito. E’ un orrore che nasce in un ambiente idilliaco, nel cuore della famiglia perfetta. E cresce in modo inatteso, minacciando di distruggerla completamente. "The Orphanage tratta fondamentalmente della paura della separazione. – dice Bayona - I personaggi di questo film hanno vissuto tutti il trauma di una separazione nel loro passato, o vivono la minaccia di una separazione imminente. E questa paura si manifesta come qualcosa di vivo e presente nell’ambiente che li circonda, che trasforma il loro sogno della perfetta famiglia felice nell’incubo più spaventoso".

LA PRODUZIONE

Portare The Orphanage sullo schermo così come immaginato da Bayona ha raddoppiato il budget e i tempi originariamente previsti.

Poi è apparso sulla scena Guillermo del Toro. "Ho incontrato Guillermo quattordici anni fa, quando venne a presentare Cronos al Fantasy Film Festival di Sitges. Non appena è venuto a conoscenza del nostro progetto, si è offerto di coprodurre il film. Dopo di che tutto è diventato molto più facile" afferma Bayona. Con il sostegno di It’s Alive! New Talent Lab, la società di produzione Rodar y Rodar ha dato al regista mano libera nel lavorare con la squadra con la quale ha sempre lavorato per la realizzazione di spot e video musicali.

Le riprese hanno avuto inizio il 15 maggio 2006 a Llanes, nelle Asturie. La troupe ha scelto questa location per la sua grande varietà di spettacolari paesaggi naturali: grotte misteriose, scogliere maestose, lunghi tratti di costa incontaminata, foreste, montagne e perfino un paesino in cui simulano una grande nevicata natalizia a metà agosto. Llanes ha fornito alla produzione anche la location più importante:

Partarríu Mansion, la casa utilizzata per il vecchio orfanotrofio."Non cercavo un edificio enorme, pieno di corridoi interminabili, come in Shining, - racconta Bayona - Volevo qualcosa di più piccolo e più semplice, ma allo stesso tempo abbastanza grande da rendere la storia credibile. Partarríu Mansion ha tutte queste caratteristiche. E’ una grande casa coloniale che risale alla fine del XIX secolo, con un’atmosfera davvero misteriosa. Le sue dimensioni sono ingannevoli a prima vista: il fatto che ciascuna delle sue facciate sia diversa, dà l’impressione che la casa cambi continuamente".

Tuttavia i piani del regista, densi di complessi movimenti di camera, hanno richiesto una ristrutturazione completa dell’interno della casa. "La mia mente vagava rivedendo le immagini di vecchi film horror come Suspense di Jack Clayton e Gli invasati di Robert Wise, perciò pensavo che dovesse essere girato alla maniera classica: in uno studio. Il nostro approccio era molto ambizioso. Tutto doveva essere preparato nel minimo dettaglio e con grande precisione, e questo si può ottenere solo su un set". Per ottenere questa precisione l’intero film è stato pre-visualizzato. Migliaia di schizzi, storyboard e concept sono stati disegnati prima delle riprese. L’intero set è stato riprodotto in grafica tridimensionale in modo che il direttore della fotografia potesse posizionare la macchina da presa prima di andare sul set. Dopo quattro settimane a Llanes, il team si è spostato a Barcellona per completare le dieci settimane delle riprese.