Gli australiani hanno una lunga storia di videogiochi banditi per i più svariati motivi. I loro requisiti per la vendita di prodotti mediatici sono estremamente rigidi, e il “ban” è all'ordine del giorno: solo nel 2008 l'Australia ha vietato la vendita di Dark Sector e Shellshock 2: Blood Trails per la violenza dei contenuti, e di Fallout 3 per la rappresentazione “positiva” delle droghe. Tutti questi giochi sono poi stati riammessi alla distribuzione dopo diverse modifiche. Ora tocca a Silent Hill: Homecoming finire sotto la severa lente di giudizio degli “aussie”. La Konami ha confermato che al gioco è stata rifiutata una classificazione, e quindi la sua vendita è da considerarsi illegale fino a nuovo ordine.

Le ragioni del ban, secondo un portavoce dell'Atari, sono da imputare alla violenza eccessiva dei contenuti. Nello specifico, si è parlato di “copiosi fiotti di sangue, decapitazioni, corpi parzialmente smembrati, e numerose scene di violenza, lotta, tortura e morte”. Il primo pensiero che sovviene alla mente di un videogiocatore è che tutti i giochi più famosi contengono tutte queste caratteristiche, se non di più, quindi perché prendersela tanto a cuore? Il problema è che il rating system australiano è molto diverso dal nostro: per i videogiochi (e solo per quelli), se un titolo non è ritenuto adatto ai minori di 15 anni è da vietare alla vendita, mentre per i DVD e le altre forme di media il massimo consentito è +18. Non sorprende quindi che in Australia i parchi giochi di console e PC siano decimati alla frontiere.

Eppure, come tutti sanno, le frontiere digitali sono molto diverse da quelle territoriali. Di certo nemmeno gli australiani avranno difficoltà ad aggirare il ban tramite il download o l'importazione estera. Allora, è davvero possibile per la severissima inquisizione australiana arginare le falle prodotte dal villaggio globale?

Per ora, la Konami non può fare altro che rimettere le mani sul codice e tentare di modificare i contenuti del gioco in modo da accontentare il rigido status quo australiano, sperando di distribuire Silent Hill: Homecoming anche all'interno dei loro confini almeno l'anno prossimo.