Negli ultimi tempi eravamo stati raggiunti da notizie contrastanti in merito al futuro dei Death SS. L’ultimo sigillo è stato aperto ormai da oltre due anni, con l’uscita dell’album The Seventh Seal. Allora, l’Italian Gods of metal è stata davvero l’ultima data italiana? E il prossimo show di Amburgo cosa comporterà? Emil Bandera ha lasciato la band dopo ben dieci anni di sodalizio, anche questo implicherà qualcosa? Invece di seguire le voci, più o meno spettrali, di corridoio, Horror Magazine ha pensato bene di capire attraverso le parole dello stesso leader e fondatore Steve Sylvester cosa sta succedendo e, nel frattempo, conoscere qualcosa di più su di lui…

Ciao Steve, benvenuto su Horror Magazine. Sarà davvero difficile intervistare un personaggio come te a cui ormai è stato chiesto di tutto e di più. Banale sarebbe anche porti la fatidica domanda: “C’è qualcosa che non ti hanno mai chiesto?”. Dunque, procederei con calma, e cercherei di capire cosa sta succedendo dopo l’apertura del settimo sigillo. L’esperienza con i Death SS è finita a livello di studio album?

No, direi di no. Solo che sto aspettando nuovi stimoli. L'esperienza Death SS è stata una parte molto importante della mia esistenza e durante questi 30 anni di attività credo di essere riuscito nel non semplice intento di non ripetermi mai, esaminando sempre nuovi aspetti del ‘lato oscuro’ del mio percorso artistico. Pertanto non voglio correre il rischio di produrre qualcosa di già sentito o non sufficientemente ispirato. Un nuovo studio-album uscirà solo se ne varrà veramente la pena.

Si era vociferato che l’Italian Gods of Metal sarebbe stata l’ultima data italiana della band. Il concerto che terrete il prossimo 25 luglio all’Headbangers di Amburgo sancirà qualcosa di definitivo o, adesso che avete trovato due nuovi chitarristi in sostituzione di Emil Bandera, si profilano nuovi shows all’orizzonte?

Sul fronte live è nostra intenzione proseguire l'attività con pochi concerti selezionati nei quali riproporre in toto il vecchio show per il quale siamo diventati famosi, con tutti i vecchi costumi e personaggi orrorifici, suonando tutti i classici della band. Un pò come abbiamo fatto in occasione dell'Italian Gods of Metal.... Uno spettacolo totale di musica e teatro dell'orrore!

Considerando le numerose raccolte, DVD e demo inediti usciti negli ultimi tempi, sarei curiosa di sapere se nel tuo antro c’è ancora qualche chicca che non abbiamo visto o ascoltato…

Huuummm.... No, direi che tutto il materiale che valeva la pena di vedere o ascoltare sia già stato tutto in qualche modo pubblicato.

Tempo fa ho dato la notizia (/notizie/3317) della tua collaborazione al progetto Witchfield, il gruppo formato dal primo batterista dei Death SS Thomas Hand Chaste e i due membri de L’impero delle Ombre John e Andy Cardellino. Al progetto ha partecipato anche Clive Jones dei Black Widow, superospite in The Seventh Seal. Puoi darci qualche anticipazione rispetto alla tua performance?

Fui contattato da Andrea Vianelli (Thomas Hand Chaste), che non sentivo da anni, qualche mese fa. Mi propose di partecipare come ospite in questo suo nuovo gruppo di dark/doom metal. Conoscevo già anche i fratelli Cardellino e mi fece piacere apprendere che al progetto avrebbe partecipato anche il mio amico Clive. Perciò non ci pensai due volte e accettai di buon grado. Ho cantato per loro una mia versione di "Black Widow" di Alice Cooper, tra l'altro un brano che amo moltissimo.

Sempre alcuni giorni fa ho recensito la raccolta del meglio del Premio Letterario Carmen Nocturna, per cui hai scritto la presentazione (/libri/3347). Qual è, secondo te, il futuro della poesia gotica?

Devo confessarti che non seguo molto gli attuali sviluppi della poesia gotica in generale. In questo campo sono rimasto fermo ai vecchi classici tipo Baudelaire e Rimbaud. Tuttavia ho molto apprezzato lo sforzo realizzato dai ragazzi di Ars Nocturna per dar vita a questo progetto e ho cercato di fare del mio meglio per fornirgli il mio totale supporto.

So che hai da tempo in cantiere il progetto per un’autobiografia. Ma, visto che hai sempre scritto le liriche per i tuoi brani, ti è mai capitato di cimentarti con la narrativa?

In effetti quello che avrei in mente di realizzare (prima o poi) sarebbe non una semplice e sterile autobiografia, ma un qualcosa di più completo che, partendo dalla storia dei miei Death SS, sconfini in qualche modo con la narrativa. Lo 'specchio segreto' di un movimento esoterico/musicale/culturale tutto italiano che nacque a cavallo tra la fine degli anni '70 e gli inizi degli '80... Ce ne sarebbero di cose da raccontare!

E col cinema?

Be’, come sai sono un divoratore di cinema e la mia collezione privata vanta migliaia di titoli, non soltanto horror. Proprio ieri ero a Roma al Roma Fiction Fest 2008, ospite dei registi Manetti Bros che hanno utilizzato quattro brani dei Death SS nell'ambito della loro fiction "L'ispettore Coliandro", scritta da Carlo Lucarelli, che andrà in onda quest'inverno su Rai 2. Inoltre da qualche tempo sto collaborando con il regista Michele Restaino, che ha intenzione di girare un film tratto dal romanzo gotico "Carmilla" di Sheridan Lefanu, ambientato ai nostri giorni. In questo contesto dovrei apparire anche in veste di attore. Ho anche un progetto simile con i ragazzi della Extreme Video per un corto ispirato ad Aleister Crowley... Sono tutti lavori molto interessanti, fatti con autentica passione, che spero prima o poi vadano in porto.

Le tue interviste sono sempre incentrate sui tuoi gusti cinematografici e il tuo amore per l’occulto e le scienze esoteriche. Se tu avessi la pazienza di elencare brevemente di nuovo i capisaldi del tuo immaginario, credo che molti lettori te ne sarebbero grati. Ma, ricollegandoti a questi, potresti rivelarci alcuni dei pezzi forti della tua collezione horror?

Ah! Ah! Ah! La mia è un po’ come la casa di Dylan Dog! Ovunque ti giri vieni sommerso da ogni sorta di memorabilia orrorifica! Oltre alle mie collezioni di vinili, CD, fumetti, libri, VHS e DVD, posseggo anche innumerevoli gadget in tema occulto/horror che ho raccolto negli anni in giro per il mondo. Tra questi vado particolarmente fiero della serie completa di modellini in vinile in scala 1:6 di tutti i mostri classici della Universal, prodotti agli inizi degli anni 60 dalla statunitense Aurora Plastics Corporation. Veramente ben fatti e dettagliati, i progenitori delle moderne action-figures!

Tutti questi oggetti sono stati e sono ancora da considerarsi i capisaldi del mio immaginario, un mondo fantastico nel quale posso rifugiarmi ogni volta che ne sento il bisogno.

Ti viene sempre chiesto come sono nati i Death SS, ma il personaggio? I due fatti, in pratica, non possono essere separati, ma, in teoria, concettualmente, com’è nato il vampiro Steve Sylvester?

Sono sempre stato affascinato dal personaggio del vampiro e quando si trattò di scegliere il personaggio horror che avrei dovuto incarnare in questo progetto, non ebbe dubbi.

Il vampiro che sentivo più vicino alla mia coscienza artistica era quello gotico romantico mutuato dai racconti di Byron e Polidori, dove veniva rappresentato come un dandy impenetrabile e seducente, un eroe maledetto e fatale che sa di rovinare gli altri ma anche se stesso. Un aristocratico che combatteva contro la società borghese che lo stava emarginando, un ribelle eternamente giovane, che si nutriva del sangue di una società malata e distruttiva. Ovviamente ho poi caratterizzato il personaggio modernizzandolo e cospargendolo con un pizzico di glam rock e fumetto.

Per l’album Panic hai collaborato con lo scrittore e regista (per dirne solo due) Alejandro Jodorowski. Come l’hai conosciuto virtualmente, e come personalmente?

Fu il mio amico Roberto Negrini, magista, filosofo e scrittore a farmi vedere per la prima volta il film "La montagna sacra" di Jodorowsky. Fu per me una vera rivelazione. Da quel giorno iniziai a documentarmi su questo grande artista e a ricercare tutti i suoi film e scritti. Venni poi a sapere che il suo editore/manager, Antonio Bertoli, era di Firenze e dirigeva un circolo letterario neanche troppo lontano da dove abitavo. Lo conobbi e si rivelò una persona estremamente cordiale e disponibile, tanto che mi organizzò da lì a poco un incontro con il Maestro, che si concretizzò durante un suo seminario tenutosi a Volterra. Fu li che iniziò la nostra collaborazione che portò poi alla realizzazione della intro e outro dell'album "Panic". Pensa che fui io a parlargli per la prima volta di Marilyn Manson (che aveva spudoratamente copiato una scena de “La montagna sacra" nel video-clip di "dope show"). Il Maestro non sapeva minimamente chi fosse! Vista la loro recente sbandieratissima amicizia (Jodorowsky ha celebrato qualche anno fa le nozze pagane di Manson con Dita Von Teese e pare che questo per rendergli il favore gli abbia finanziato personalmente un nuovo lungometraggio), penso che il Reverendo mi debba qualcosa... Ah! Ah! Ah!

Tralasciamo il passato, e guardiamo di nuovo al futuro. Cosa possiamo scorgere dal buco della serratura del tuo cassetto?

Sono una persona iper-attiva e il mio cassetto è sempre colmo di nuove idee e progetti. La cosa più difficile è raccoglierli in una sequenza precisa e ordinata per non rischiare di sprecare inutilmente le proprie energie. Per il momento ti posso solo dire che ho lanciato diversi "sassolini"... Il destino, poi, deciderà quale sarà il sentiero giusto da seguire.

La curiosità è femmina. Per finire vorrei rivolgerti la stessa domanda che, alcuni giorni fa, ho posto alla scrittrice Barbara Baraldi. C’è un’icona, un personaggio dell’immaginario orrorifico da cui ti faresti raggirare?

Be’, certamente credo che non riuscirei a sfuggire al morso fatale di Jacula Verdier o di Zora Pabst, le sexy-vampire protagoniste dei ‘fumettacci neri’ che consumavo avidamente nella mia infanzia. A distanza di tutti questi anni nessuno è più riuscito a riproporre le atmosfere allo stesso tempo spregiudicate, eccessive, ingenue e ammalianti dei personaggi creati da Renzo Barbieri e Giorgio Cavedon durante la loro travagliata esistenza editoriale. All'epoca le loro produzioni (Edizioni ErreGi ed Edifumetto) furono a lungo osteggiate e screditate dai ‘benpensanti’, ma rappresentarono un momento fondamentale nella storia del fumetto e del costume italiano del periodo che va dalla fine dei '60 a tutto il decennio successivo. Oggi, per fortuna, un parte della critica più colta e obiettiva ha iniziato a rivalutare questi piccoli capolavori del trash made in Italy, e personaggi come le due succitate vampire, assieme alle loro ‘compagne di avventura’ Isabella de Frissac, Sukia, Jolanda, Vartan, Hessa, Walalla, Yra, Jungla, Bonnie, Lucifera, etc., hanno finalmente raggiunto la meritata collocazione all'interno di quell'Olimpo violento e voluttuoso dell'arte "vietata ai minori".

Grazie Steve, è stato davvero un onore poter parlare con te. Mi auguro che ci terrai informati sui lavori in corso…

Grazie a te, cariSSima!

Alla prossima!

Steve Sylvester, artista poliedrico originario di Pesaro, ma fiorentino di adozione, ha fondato, nel 1977, i Death SS. Con la band ha inciso sette studio-album (In death of Steve Sylvester - Metalmaster - 1988/Lucifer Rising - 1997; Black Mass - Metal Master - 1989/Lucifer Rising - 1997; Heavy Demons - Contempo - 1991/Lucifer Rising - 1997; Do What Thou Wilt - Lucifer Rising - 1997; Panic - Lucifer Rising - 2000; Humanomalies - Lucifer Rising - 2002; The Seventh Seal - Lucifer Rising - 2006), più vari live e raccolte. Da solista ha inciso: Free Man (Rosemary's, 1993) e Mad Messiah (Lucifer Rising, 1998). Inoltre ha cantato per molti altri artisti fra cui Ensoph, Sine Macula, Thelema, Domine e Tenebre.

Sito ufficiale: www.stevesylvester.com

MySpace: www.myspace.com/steve_sylvester