Ispirandosi ai testi critici di Francesco Orlando e di Nicola Gardini, in questo piccolo saggio Orazio Labbate prova a mettere ordine tra alcuni dei romanzi italiani contemporanei alla ricerca dell’orrore letterario, espressione con la quale definisce una narrativa capace di occuparsi dei vari perturbamenti umani.

Ne viene fuori una personalissima Wunderkammer, in cui l’autore della Trilogia del Gotico siciliano dà ampio spazio a comparazioni con letterature e arti straniere, spaziando da Thomas Ligotti a William Peter Blatty, dal cinema dell’orrore al capolavoro videoludico Silent Hill.

Orrore letterario è un’espressione critica che desidero coniare per raccogliere una letteratura. Essa ha come fine quello di occuparsi, con una scrittura mai mansueta – fatta di intensa e perdurante elevazione simbolica, stilistica e teologica –, dei vari perturbamenti umani: esistenziali, metafisici, psicologici, so-prannaturali, mitici. Attuo, perciò, una misurata elasticità nello scegliere i casi di riferimento per rispet-tare, trattazione dopo trattazione, il compito di tale letteratura che si sta imponendo sotto varie sfumatu-re da più di quarant’anni in Italia.

L’autore: Orazio Labbate è nato nel 1985. Definito dalla critica il fondatore del Gotico siciliano, ha pubblicato i romanzi Lo Scuru (Tunué, 2014), Suttaterra (Tunué, 2017) e Spirdu (Italo Svevo Edizioni, 2021), e i saggi Atlante del mistero (Centauria, 2018), Piccola Enciclopedia dei mostri (Il Sole 24 Ore Cultura, 2016) e Negli States con Stephen King (Giulio Perrone editore, 2021). Ha ricoperto l’incarico di giurato della XXXV edizione del Premio Calvino ed è critico letterario di «la Lettura» del «Corriere della Sera».