Il nome stesso, impossibile fusione tra l’icona glamour Marilyn Monroe e il terrificante Charles Manson, descrive lo stile di un artista tanto discusso: diabolico e sensuale, erotico e perverso, amato e odiato, Brian Warner (in arte Marilyn Manson) è probabilmente una delle rockstar più inquietanti che l’America abbia mai partorito.

Nasce a Canton (Ohio) il 5 gennaio del 1969, e la sua infanzia è tutt’altro che idilliaca. Si mostra sin da subito insofferente alla rigida educazione religiosa che gli viene impartita a scuola e proprio questa avversione nei confronti dei dogmi e della morale cristiana caratterizzerà gran parte del suo personale shock-rock.

Marilyn Manson debutta nel 1994 con Portrait of an American Family, un album a metà tra industrial e rock lugubre, che rappresenta una denuncia all’ipocrisia e al bigottismo della società. È il periodo degli show estremi e delle self-mutilations: Marilyn, alto, pallido e incredibilmente ossuto, esibisce un look punk-goth, lunghi capelli neri e lenti colorate. E parecchie cicatrici.

Nel ’95 arriva il macabro Smells like Children, di cui molti brani non sono che il risultato di un caotico esperimento musicale. Quello di maggior successo sarà la cover Sweet Dreams, in questa nuova versione dal cuore di tenebra. Sul palcoscenico il rocker sembra beffarsi dei perbenisti attraverso provocatorie performance e, dopo aver conosciuto Anton LaVey, diventa reverendo della Church of Satan, scatenando infinite polemiche tra il pubblico. Nel ’96 esce l’album di maggior successo, Antichrist Superstar, il cui contenuto è ispirato al Così parlò Zarathustra di Nietzsche; è un disco dal sound potente e abrasivo, ricco di riferimenti alla tradizione occulta e intriso di politica e di religione. Così, in questa rapsodica metamorfosi del verme in superuomo, il Reverendo offre spettacoli sempre più intensi e un’immagine di sé ogni volta più conturbante: basti pensare a video come The Beautiful People o l’onirico e surreale Tourniquet.

Due anni dopo è la volta di Mechanical Animals, album diverso dai precedenti, musicalmente influenzato dal glam-rock degli anni ’80. Rappresenta l’evoluzione dell’Anticristo in Omega, alieno androgino perso nello squallore di un mondo che non gli appartiene. Manson porta i capelli rossi, abiti glamour e trucco coloratissimo. Ironizza sulla falsità del mondo hollywoodiano in The Dope Show, sull’uso-abuso delle droghe (delle quali non ha mai negato il consumo) in I don’t like the drugs but the drugs like me, alternando a pezzi più movimentati (come Rock is dead) a brani dalle sfumature dark (la romantica The last day on earth).

Nel 2000 è la volta di Holy Wood - In the shadow of the valley of death, un album da toni piuttosto cupi e nuovamente permeato da simbolismi molto vicina alla Magick di Aleister Crowley: dal punto di vista musicale, benché meno “acido”, l'album recupera l’industrial rock di Antichrist Superstar e utilizza testi e suoni per affrontare temi quali l’origine della violenza, o la morte (utilizzando, per farlo, vari riferimenti biblici e attuali. Non mancano, accanto a The Figth Song e alle più goth Target Audience e The Nobodies, pezzi melodici come la struggente Coma Black, in cui la voce del rocker si fa calda e sensuale.

Solo tre anni dopo esce The Golden Age of Grotesque. Marilyn Manson abbandona le provocazioni e i contenuti politico-religiosi dei precedenti dischi, e tratta con ironia il suo stesso personaggio ormai integrato nello star-system, ricreando nei video e nelle canzoni atmosfere grottesche e demodè. Recentemente abbiamo avuto modo di ammirarlo nel video di Personal Jesus (cover dell'immortale brano dei Depeche Mode), dov’è si mostra come sexy dandy in versione moderna. Indiscusso decadent, sposerà la regina del fetish Dita Von Teese, a quanto pare in una chiesa cattolica...