WEIRD BOOK: Mindbender segna il tuo ritorno alla scrittura di fumetti, dopo una deviazione verso il mondo aziendale. Quanto è durato e cosa ti ha riportato nel mondo dei fumetti?

JAMES PRUETT: Onestamente, ci sono un paio di risposte che potrei dire. La prima è invidia tra fratelli. Vedevo quanto si stava divertendo mio fratello gemello – Joe Pruett – come editore di Aftershock e la risposta positiva che stava ottenendo con Black Eyed Kids; iniziavo ad avere nostalgia per la scrittura mentre la bestia creativa che avevo dentro si stava facendo strada per uscire, dopo essere stata sepolta per 15 anni. Inoltre, eravamo molto competitivi e non gli potevo assolutamente permettere di essere migliore di me. Non che lo fosse, capiamoci. Era una cosa fra gemelli.

Intorno al 2000, dopo aver lasciato la Caliber e aver fatto alcuni lavori per la Marvel, mi trasferii in Florida per iniziare una carriera a Compliance nella Financial Securities Industries. In tutta onestà non avevo né il tempo né le forze per continuare a scrivere, ma parlare a Joe ogni giorno mentre Aftershock cresceva e a Gary Reed che mi diceva che stava ricostruendo la Caliber Comics ringiovanì la mia parte creativa, quindi, eccoci qua.

WEIRD BOOK: Cosa ci puoi dire su Mindbender senza svelare troppo? Qual è il suo tema di base? Come descriveresti la storia alla gente che incontri per strada?

JAMES PRUETT: Hai sette anni. Scateni l’arma definitiva – la tua mente. E poi che succede? Tutti intorno a te muoiono. E tu impazzisci. Ti risvegli 16 anni dopo. Il governo ti vuole usare come arma. Il mondo ti vuole morto. Tu invece ti vuoi solo riprendere la tua vita.

Immagina un mondo nel quale il nucleare non è più la fonte di energia definitiva. Un mondo in cui la mente ha un potenziale distruttivo più alto di qualsiasi arma creata dall’uomo. Immagina di essere coloro che vogliono controllare la mente come un’arma irrilevabile da qualsiasi dispositivo, uomo o perquisizione. Non vi sarebbe difesa, via di fuga o posto dove andare. Questo è il mondo di Mindbender. Qualche anno fa avrei descritto il fumetto come un incrocio fra Unbreakable e Inception.

Penso che attualmente l’associazione più corretta sia un “misto” tra Legion e The OA.

WEIRD BOOK: Ci hai già detto che questa non è la prima “vera” comparsa del personaggio. Ti spiacerebbe approfondire?

JAMES PRUETT: Beh, lo è e non lo è. Vi spiego meglio. Avevo avuto una bozza iniziale già più o meno nel 1993, quando ideammo la trama di Negative Burn per la Caliber. In realtà, doveva essere la mia terza serie dopo The Apparition e Black Mist. L’artista con cui lavoravo allora era Matthew Dow Smith, famoso per la serie della IDW - X-FILE. Credo sarebbe stata la sua seconda o terza pubblicazione. Avevo scritto un breve storia come esperimento di flusso di coscienza e Matt era pronto a disegnare, ma qualcosa subentrò nel programma e il lavoro non venne mai finito. Avevamo addirittura creato dei biglietti da visita, stampati dalla Caliber come materiale promozionale per le convention di fumetti nel 1995. Ne ho ancora una scatola in garage. Quella storia breve infine venne illustrata da un altro artista – Andy Bennett – e venne pubblicata dalla Caliber in Negative Burn #48 con un annuncio che introduceva STRAIT JACKET - nome che avevo dato al concept – in arrivo nel 1997. Beh, non successe mai. Spendevo tutto il mio tempo come caporedattore della Caliber Comics e a scrivere per Black Mist, un’altra serie che sarebbe poi divenuta il titolo più venduto del 1998.

Il che ci porta qua, a vent’anni dall’anteprima dell’attuale Mindbender. Ovviamente, la storia è cambiata drasticamente da quella iniziale; dopotutto il personaggio principale e il coprotagonista – Mr. Balloon – erano stati inizialmente creati per una storia breve. Però è bello tornare indietro e vedere quanto il concept sia avanzato da allora.