Tu sei sia attore che regista. In The Wicked Gift interpreti Ethan, il protagonista. Quando hai dato vita al personaggio ti sei ispirato anche un po' a te stesso? 

Quando ero in fase di scrittura, l'obiettivo principale sulla caratterizzazione del mio personaggio era quello di rendere Ethan una persona comune, fragile e tanto emotiva, alle prese con problemi che circondano tutti noi ogni giorno. Così ho deciso di associare ad Ethan un mio lato personale per renderlo più vero e credibile, avvicinandolo a me sopratutto nelle piccole cose e in alcuni atteggiamenti. Per esempio, giusto per citarne qualcuno, è un gattaro, amante della pizza e ha un debole per le caprette tibetane. (ride)

Preferisci fare il regista o l'attore? O meglio, quale lavoro ti dà più soddisfazioni?

Amo il cinema in ogni sua sfumatura e ogni suo reparto, ma ammetto di avere un fortissimo debole sia per la recitazione che per la regia.

Però, se fossi costretto a scegliere, allora sceglierei la recitazione.

Jim Carrey con la sua capacità di far ridere e allo stesso tempo emozionare lo spettatore fu il mio primo grande amore e così è stato per la recitazione.

Fin da piccino desideravo trasmettere al pubblico le stesse emozioni che era capace di trasmettere Jim e come lui tanti altri grandi attori che ho amato e che continuo ad amare durante la mia crescita artistica e personale. Quando sono diventato più maturo, ho capito che per far emozionare il pubblico dietro a ogni grande attore doveva esserci un grande regista e una grande storia e adesso mi piace far conciliare ambo le cose per trasmettere quelle emozioni che amo provare sulla mia pelle. Entrambi i ruoli mi hanno regalato grandissime soddisfazioni in modi differenti perciò direi che in entrambi i casi ricevo piccole e grandi rivincite, ma sempre con la consapevolezza di poter migliorare, di crescere e di fare e dare di più.

Per il tuo nuovo film a cosa ti sei ispirato? A me ha ricordato molto le produzioni americane tipo The Conjuring o Insidious.

Mentirei se dicessi di non essermi ispirato al maestro James Wan per alcune sequenze horror, ma sarei altrettanto falso nel dire che il trailer del film non sia ingannevole e che magari, dietro a quelle scene spaventose, si nasconde qualcosa di ben differente dai meravigliosi film da te citati. Altre forti ispirazioni sicuramente sono stati i miei "maestri" John Carpenter e Sam Raimi, così come il più recente The Witch diretto da Robert Eggers.

Con la pluripremiata serie The Reaping hai ottenuto un successo notevole. È stato un risultato inaspettato o un po' ci credevi?

Avevo abbandonato la regia da tre anni prima di ritornarci con The Reaping, infatti il mio ultimo lavoro fu una web series poi trasmessa in TV su Italia 2 e Channel 24 intitolata Johnny. Quella serie, all'epoca, mi regalò tantissime soddisfazioni attraverso i festival e il consenso del pubblico del mondo del web e non solo. Ammetto che tornare in regia mi spaventava, i tempi erano cambiati, la qualità seriale era cresciuta in maniera esponenziale sia da un punto tecnico ma soprattutto da un punto di vista artistico grazie a sceneggiature solide e piene di cliffhanger. Io non volevo realizzare qualcosa che poi sarebbe finita sul web, ma volevo realizzare qualcosa di più grande con una distribuzione home video e televisiva. Proposi lo script al mio attuale socio e co-fondatore della L/D Production, Annamaria Lorusso, che ne rimase colpita e decise immediatamente di investire nel progetto. Sapevamo che la sceneggiatura era molto forte ma sapevamo anche le difficoltà a cui andavamo incontro. Abbiamo rischiato e sorprendentemente abbiamo vinto, o meglio abbiamo vinto in parte. Negli USA The Reaping ha fatto sold out nella prima settimana della sua messa in vendita e siamo stati riconosciuti dalla rivista The Vore come una delle migliori serie Italiane al fianco di pilastri come Gomorra e The Young Pope. In Italia purtroppo la serie non ha trovato una distribuzione, infatti al momento siamo stati distribuiti oltre che negli Stati Uniti in Germania, Giappone e Regno Unito. Non perdo mai le speranze e mi auguro che in futuro, la serie sbarchi anche nel nostro Paese.

Molto spesso gli horror italiani sono apprezzati di più all'estero che in Italia. Ne è un esempio Lucio Fulci, definito dai critici italiani come un artigiano grezzo e senza fantasia, eppure enormemente apprezzato all'estero. Tu cosa pensi al riguardo? 

Ammetto che non è bello leggere commenti sui social da parte del pubblico dove bocciano un film a priori solo perché è "italiano".

È vero, l'Italia per anni non ha prodotto nulla di "diverso" se non film comici poco graditi e film drammatici, ma le cose ormai sono cambiate. Oltre The Wicked Gift, che di base è un ghost movie, l'Italia ha sfornato (e continua a farlo) vari titoli di spessore che meritano e che si distaccano da ciò che è stato fatto in precedenza, film di puro intrattenimento come Lo Chiamavano Jeeg Robot, Suburra, Smetto Quando Voglio o ancora i più recenti Addio Fottuti Musi Verdi e In un Giorno la Fine. Ci sono tanti altri validi titoli indipendenti di genere che meritano di essere distribuiti nel nostro Paese, ma purtroppo non sempre riescono a trovare una distribuzione Italiana e quindi la trovano all'estero dove apprezzano tutti i generi e apprezzano i nostri film di qualità e questo è un gran peccato perché non è bello vedere i nostri talenti avere più successo all'esterno e non a "casa nostra".

Hai altri progetti, come regista, per il futuro?

Attualmente sono sul set del mio secondo film, un action movie che richiama gli anni 80, prodotto dalla L/D Production e intitolato Fino All'Inferno in Italia e Road To Hell all'estero. Il trailer ufficiale del film verrà presentato nella primavera del 2018, ma è ancora presto per conoscere le sorti di questa nuova avventura. In ogni caso, sono molto ottimista a riguardo visto il gran lavoro svolto da parte della troupe e del cast.

Per il futuro? Abbiamo fondato una casa di produzione che deve appunto produrre film, perciò ogni anno saremo impegnati su uno o due set, ma è ancora presto annunciare o parlare delle avventure che il futuro ci riserva.

Ringraziamo Roberto per l'intervista e vi ricordiamo che The Wicked Gift sarà al cinema a partire dal 6 dicembre