Dylan Dog 366, albo di marzo 2017 dal titolo Il giorno della famiglia, è un fumetto funziona bene. Nella sua semplicità la trama scorre senza intoppi, regalando quella divertente e distensiva lettura che attendiamo ogni mese.

L'episodio è scritto da Riccardo Secchi, al suo  esordio con l'Indagatore dell'incubo. Essendo anche un musicista, Secchi suggerisce questa pagina Facebook in cui potete trovare i suoi pezzi, per accompagnare la lettura.

I disegni, pezzo forte dell'albo, sono di Valerio Piccioni alle matite e di Maurizio Di Vincenzo agli inchiostri. Notevolissimi e di gran resa!

Doveroso un elogio alla super colorata copertina di Gigi Cavenago. Omaggio  a Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, l'ottavo album dei Beatles che nella vicenda avranno un ruolo importante!

Il disegno è tecnicamente perfetto, incisivo, inquietante e, come oramai d'abitudine, ci introduce perfettamente alla vicenda.

La storia parla di fantasmi e di psicopatici reali e si muove su due binari paralleli: il primo in un recente passato dove troviamo Sir Arthur Gill, uomo anziano e dal nobile aspetto che spendendo un'incredibile patrimonio diviene proprietario di Villa Montague, antica magione in decadenza, a Royston, nella contea di Hertfordshire.

Il secondo, nel presente, dove Dylan viene chiamato da Madame Trelkovski, la sua carissima amica medium, che non riesce a portare più a termine le sue sedute spiritiche perché disturbata dalla burrascosa presenza del fantasma di una giovane e bella ragazza senza pace. La trama si sviluppa poi come un bel giallo avvincente, dalla buona risoluzione finale.

Dog, cercando di far luce sul misterioso spettro, scoprirà qualcosa di molto inquietante e decisamente grottesco! Quattro ragazzi travestiti da Beatles e patiti di Charles Manson, hanno formato una setta, La famiglia, e sotto l'effetto di droghe pesanti si metteno a profanare tombe per ricreare, coi cadaveri, la psichedelica copertina del disco del gruppo inglese, la stessa che fa da cover all'albo. Idea davvero geniale, questa di Secchi! Solo nel finale, poi, scopriremo l'intreccio delle due vicende.

La storia è meritevole, i personaggi sono tutti ben caratterizzati.

C'è una simpatica e dolce Sergente Dunn che aiuta Dylan nelle indagini, Groucho è in un'irreverente e divertente buona forma!

Insomma tutto bene, ad eccezione, forse della Trelkovski, che non è la solita timida vecchina che sbaglia i termini giovanili ma è, cambiamento non troppo comprensibile, un'anzianotta che fa la vamp e lancia a D.D. frasi provocanti e dal doppio senso nemmeno troppo velato…

La famiglia è al centro di tutto, è il pilastro della narrazione ed il punto nevralgico delle vite dei protagonisti. Viene vista e raccontata in tutti i suoi aspetti e in tutti i suoi limiti: da quella che viene inspiegabilmente amata, nonostante nasconda orrori e violenze quotidiane, a quella inesistente e pure disprezzata del nostro amato Indagatore. 

I disegni sono vincenti, sono profondi, raffinati ed esaltano il racconto! Un vero piacere, specialmente perché Dylan è bellissimo, come dovrebbe sempre essere. È ben identificabile, chiaro. I suoi occhi sono spesso in primo piano e sono rappresentati egregiamente.

E quando Old Boy fa innamorare c'è già quasi tutto quello che serve per catturare l'attenzione.

Buona lettura, Dylaniati!