Luigi Boccia, scrittore, sceneggiatore e regista ha da poco dato alle stampe per la Weird Book il volume Chi è Pennywise, un saggio su uno dei mostri più famosi delle letteratura e della cinematografia moderna, se non il mostro per antonomasia: Pennywise, il male travestito da clown, le cui vicende sono state narrate nel romanzo IT di Stephen King pubblicato per la prima volta nel 1986. Il volume si apre quindi con un'accurata disanima su che cosa sia stato l'uomo nero per la società americana prima dell'arrivo del mostro di Derry (l'immaginaria cittadina del Maine dove il clown danzante consuma il proprio male): mostri sacri della cinematografia degli anni ottanta, come Michael Myers della saga di Halloween, Jason Voorhees di Venerdì 13, per poi arrivare a Freddy Krueger di Nightmare… tutti rimasti impressi nell'immaginario collettivo fino ai giorni nostri, tutti metaforicamente riconducibili a un mal celato desiderio della società americana di punire i propri figli per la loro “condotta libertina e irrispettosa”.

Pennywise sembra raccogliere in sé tutti questi mostri, e qualcosa di più. Nel romanzo King ci dice che IT esiste forse da sempre e che addirittura viene da qualche luogo oltre la Terra… ma ne siamo proprio sicuri? King sembra in realtà voler allontanare l'attenzione del lettore sul vero significato, sulla genesi stessa di Pennywise.

Luigi Boccia, infatti, comincia a narrarci la storia di John Wayne Gacy, uno dei più efferati pluriomicida della storia americana degli ultimi decenni. È il 1978 quando viene scoperto, dopo che aveva ormai “rapito, torturato, sodomizzato e ucciso trentatré vittime, quasi tutti adolescenti e maschi adulti, ventisette dei quali seppelliti nel cunicolo sotto la casa dal 1972, anno del suo primo omicidio.” La stampa lo aveva soprannominato il Killer Clown, perché si esibiva regolarmente senza scopo di lucro travestito da Pogo il Clown in diverse manifestazioni di beneficenza o negli ospedali in spettacoli per bambini malati. Una facciata divertente, quindi, che in realtà nascondeva un mostro.

La società americana si risveglia di punto in bianco in un incubo: si rende conto che i propri figli non sono più al sicuro, perché dietro all'aspetto più normale o addirittura insignificante di un uomo (ciò che era Jonh Wayne Gacy agli occhi della sua comunità) si può nascondere il più perverso degli assassini. Indubbiamente questa storia avrà segnato in modo profondo l'immaginario anche di Stephen King, ma la nascita di Pennywise, tuttavia, non è solo la metafora di un mostro travestito da clown che uccide i bambini, alla stregua di uno spunto che King ha preso dalla cronaca nera degli anni settanta. L'analisi di Boccia è molto più approfondita, facendoci capire che lo stesso personaggio di Pennywise è stato pensato e costruito dal Re in modo molto più preciso e puntuale di quanto ci si possa aspettare.

Dopo averci narrato della vita e delle vicissitudini di John Wayne Gacy, forse per tentare di dare un senso – per quanto ingiustificabile – del suo scellerato agire, si apre un lungo intervento di Giada Cecchinelli, dove vengono analizzate le peculiarità di tutti i personaggi del Club dei Perdenti (i sette bambini, sei maschi e una femmina, protagonisti del romanzo IT), che in realtà non sarebbero altro che le varie sfaccettature caratteriali dello stesso Gacy, talvolta perfettamente lineari, altre volte enfatizzate, altre volte ancora sublimate in una catarsi che il serial killer non ha mai raggiunto, ma che alcuni dei personaggi di King fortunatamente fanno; perché il romanzo del Re, in fondo, è pieno di speranza e ci vuole comunicare che il bene sopravvive o deve sempre sopravvivere al male.

Il saggio si chiude con un intervento di Gianfranco Nerozzi sulla propria personale esperienza del terrore suscitato da un clown molto particolare, e di come, dopo il primo incontro con il romanzo di King, ci si renda conto che molti scrittori siano legati da una sensibilità comune. Una sensibilità che molto spesso, e per fortuna, ci fa ancora rabbrividire sotto le coperte. Chi è Pennywise è un saggio che non dovrebbe mancare nelle librerie degli appassionati di Stephen King, ma non solo, perché in realtà Luigi Boccia ha saputo svelarci sapientemente qualcosa in più sull'atavico terrore che Pennywise racchiude dentro di sé, per renderci ancora più consapevoli della perfetta tela intessuta dal Re dove ad attenderci c'è un Ragno, più famelico che mai, pronto a divorarci.